Si chiude con numeri solidi e un chiaro messaggio di fiducia la 57ª edizione di Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati, che ha animato Veronafiere dal 6 al 9 aprile. Con 97.000 presenze totali, la manifestazione conferma il suo ruolo di baricentro per il settore vitivinicolo mondiale, trainata da un’incidenza crescente di buyer internazionali: oltre 32.000 operatori esteri provenienti da più di 130 Paesi, pari al 33% del totale, con un aumento del 7% rispetto al 2024.
Girando per i padiglioni della fiera non si è percepita una frenesia mista paura dovuta ai dazi imposti da Donald Trump a tutti i paesi. Anzi. A brillare tra i mercati internazionali è il Regno Unito, che fa registrare un balzo del +30% nella presenza di buyer, segnando un risultato sorprendente e simbolico in un periodo segnato da incertezze post-Brexit. In crescita anche gli altri due mercati chiave per l’export del vino italiano: Stati Uniti e Germania, entrambi con un +5%.
I produttori italiani alla cerimonia di chiusura chiamata «Finitaly» hanno brindato per questi risultati da molti inaspettati.
Europa in fermento, Cina in frenata
Sul fronte europeo, si segnalano performance molto positive da Francia (+30%), Belgio (+20%) e Olanda (+20%), confermando la solidità della domanda intra-UE. In lieve crescita anche Svizzera e Giappone, entrambe con un +10%, mentre si stabilizzano i numeri provenienti da Canada e Brasile. In controtendenza la Cina, con un calo del 20%, dato che riflette le tensioni geopolitiche e le difficoltà logistiche dell’export verso il gigante asiatico. Nonostante un contesto globale complesso, segnato da dazi USA e instabilità politica in diverse aree strategiche, Vinitaly ha saputo consolidare la propria funzione di piattaforma strategica per il settore.
Vinitaly and the City tiene il passo: 50.000 degustazioni in centro a Verona
Anche l’edizione 2025 di Vinitaly and the City, il fuorisalone dedicato agli appassionati, ha riscosso ampio successo. Pur con una giornata in meno rispetto al 2024, sono stati superati i 50.000 tagliandi-degustazione venduti nel cuore del centro storico di Verona, confermando il forte appeal del vino anche tra il grande pubblico.
Le istituzioni europee scelgono Verona: messaggi di sostegno al comparto
L’edizione appena conclusa ha avuto un peso politico non indifferente: per la prima volta in visita ufficiale a Vinitaly, due commissari europei – Christophe Hansen (Agricoltura e Sviluppo rurale) e Olivér Várhelyi (Salute) – hanno scelto Verona come sede per annunciare nuove misure concrete a sostegno della filiera vitivinicola europea. Presenti anche i ministri italiani Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), oltre a rappresentanti del Ministero degli Esteri, della Cultura e dell’Agenzia ICE. «Vinitaly 2025 chiude con un’edizione di successo – ha dichiarato il presidente di Veronafiere Federico Bricolo – in cui il mondo del vino italiano ha saputo esprimere unità, capacità di reazione e visione strategica, anche di fronte alle difficoltà iniziali legate all’introduzione dei dazi. Verona si riafferma come capitale europea del vino.»
Obiettivo USA: a ottobre torna Vinitaly a Chicago
L’internazionalizzazione resta uno degli assi portanti della strategia di Veronafiere. Dopo il debutto del 2024, è già in calendario la seconda edizione di Vinitaly Usa, che si terrà a Chicago il 5 e 6 ottobre 2025, con l’obiettivo di consolidare ulteriormente i rapporti con il mercato statunitense. «Quella che si è appena chiusa è un’edizione ancora più internazionale, sempre più business-oriented – ha commentato il direttore generale di Veronafiere, Adolfo Rebughini –. Vinitaly è diventata una piattaforma centrale per il dialogo tra oltre 4.000 aziende, istituzioni e associazioni di categoria, e un asset strategico per il futuro del vino italiano.« Con l’entusiasmo dei numeri e l’eco delle dichiarazioni politiche, Vinitaly 2025 archivia una delle sue edizioni più significative, proiettandosi già verso nuove sfide e traguardi globali.