Vittorio De Sica, 40 anni senza: il ricordo in foto
Il 13 novembre 1974 moriva la leggenda del cinema italiano
Il 13 novembre 1974, a 73 anni, moriva Vittorio De Sica, il vate del cinema italiano, uno dei più fulgidi rappresentanti dell'età dell'oro dell'italica settima arte.
La sua eredità artistica, al tempo stesso popolana e suprema, verace e poetica, è un patrimonio nazionale e universale: non si può rievocare la spigliata commedia dei "telefoni bianchi" senza pensare al De Sica attore; non esiste il neorealismo senza il suo occhio dietro la cinepresa; lo ricordano il gran teatro di rivista e la scena musicale della canzone napoletana (nonostante fosse nato a Sora, Frosinone, sua madre era napoletana e forte era il suo spirito partenopeo). Perfino il costume italiano gli deve molto, tra maschere d'attore immortali (il maresciallo della serie Pane, amore e...), turbolenta vita privata (un doppio menage matrimoniale che fece scandalo) e impegno politico (fu tra i padri dell'associazionismo di categoria e il suo discorso al primo sciopero nazionale dello spettacolo resta tra le pagine piu' belle della sua vita).
Nella sua bacheca ben quattro Oscar al miglior film straniero, quando Hollywood guardava ancora con ammirazione e brama di apprendere al nostro cinema.
A quarant'anni dalla morte ricordiamo Vittorio De Sica in foto.
"Mio padre è un maestro, io sono un pittore della domenica". Christian De Sica
In Vittorio De Sica convivono tante anime che rappresentano il nostro Paese attraverso i suoi momenti più drammatici ed esaltanti, dal fascismo all'antifascismo, dal neorealismo al boom. Furono lui e Rossellini, su binari diversi e paralleli, ad aprire al cinema italiano una nuova stagione, il primo con Sciuscià (1946) e Ladri di biciclette (1947), l'altro con Roma città aperta (1945).
Ben quattro gli Oscar che De Sica come regista ha portato all'Italia, per Sciuscià, Ladri di biciclette, Ieri, oggi, domani, Il giardino dei Finzi-Contini: a oggi è ancora il regista italiano più premiato.
Suo figlio Christian De Sica, attore comico, di lui disse: "Mio padre è un maestro, io sono un pittore della domenica".