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Le wags della World Superbike

Un giro nel paddock del Mondiale delle derivate, alla scoperta delle più affascinanti mogli e fidanzate dei piloti. Con qualche curiosità sui loro uomini

Belle, intelligenti, vivaci e grintose, le wags del Mondiale Superbike non hanno nulla da invidiare alle compagne più celebri dei calciatori. E, senza dubbio, sono molto più simpatiche. "Mio marito è una frana con l'abbigliamento: coordina colori assurdi. Però è un padre e un marito eccezionale" sostiene una; "Il mio ragazzo mi fa divertire come nessuno ma poi mi sfinisce con l'ordine e la pulizia" replica un'altra. Scopriamo virtù e vizi dei rider.

Dario Aio

Tatia Weston, moglie di Jonathan Rea (Pata Honda World Superbike)

Cosa l’ha conquistata di Jonathan?
La sensibilità e i valori: da buon irlandese crede nella famiglia, la nostra si allargherà a breve, aspetto il primo figlio, e il rispetto per le donne.
Suo marito è scaramantico, quando lo attende una gara?
Più che scaramantico, metodico: per esempio, infila prima lo stivale sinistro e preferisce indossare tuta e indumenti vecchi, anche se sono rovinati.
Tre pregi di Johnny?
Onesto, di gran cuore e pilota eccezionale: non solo ha talento ma possiede anche una mente brillante, che gli permette di capire la moto come pochi. Se non facesse questo mestiere sarebbe un ingegnere, era un ottimo studente.
E tre difetti?
Dimentica tutto, cose e appuntamenti: gli faccio io da promemoria. Ha poca pazienza - se termina di mangiare, comincia a sparecchiare senza badare a me che ho ancora la forchetta in mano - e guarda programmi-spazzatura tipo Grande Fratello.
Come se la cava Johnny con le faccende domestiche?
Alla grande! Mi aiuta molto e cucina magnificamente. I piatti italiani sono il suo forte e in questi mesi di gravidanza ho approfittato parecchio delle sue doti di chef.
Il regalo più bello che il suo compagno le ha fatto?
L’anello fidanzamento, perché ho capito che faceva sul serio: era il simbolo della sua intenzione di dividere la vita con me. L’ha scelto lui ed è proprio come lo desideravo.

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Cristina Marinoni