L’irresistibile ascesa di Katerina
La pianista e cantante lirica Katerina Adamova Mazzei, in concerto a Milano, sabato 21 maggio
È ormai saldamente milanese l’itinerario artistico di Katerina Adamova Mazzei. Nel cuore della metropoli lombarda, con appuntamenti al Circolo Filologico, a Casa Verdi e molti altri ancora, va di scena questa mezzosoprano dal timbro profondo e pieno. «Come dicono gli esperti di musica lirica», spiega Natalia Tyurkina, direttore artistico della rassegna “Una musica per l’anima”, “la sua voce è scura di natura ma allo stesso tempo è brillante”, non lascia mai indifferente l’ascoltatore e determina un piacevole contrasto con la sua silhouette da modella, lo sguardo intenso e i capelli castani lunghissimi. Una bellezza mediterranea ereditata dalla bisnonna italiana, anch’essa una cantante lirica, diventata poi moglie a San Pietroburgo di un grande medico armeno».
Anche la biografia musicale di Katerina Adamova risente di un certo clima artistico familiare. Da piccola, si dice, faceva venire i brividi a chi l’ascoltava: cantava le canzoni che lei stessa aveva composto a 4 quattro anni! Era una bambina che scriveva le sue romanze sui testi dei poeti russi, i grandi come Pushkin e Esenin. Il resto è storia: entrata a 6 anni al Conservatorio Tchaikovskij si è diplomata con il massimo dei voti nella classe di un pianista del calibro di Nikolaj Petrov. Come virtuosa del pianoforte, nel 2002 ha vinto il primo premio assoluto al concorso internazionale di pianoforte a Roma; da allora è ospite per ben sei volte del prestigioso festival annuale “Il Cremlino Musicale” a Mosca.
La sua carriera di concertista solista al pianoforte ha preso il volo proprio con un tour di concerti con orchestre nelle città russe e soprattutto a Mosca con i concerti di Beethoven, Brahms, Tchaikovsky e Rachmaninov. Ha vinto borse di studio e riconoscimenti nazionali e internazionali, è stata considerata erede diretta della grande scuola russa di pianoforte.
Cosa ha dunque modificato un percorso artistico che sembrava ormai saldamente tracciato? In un certo senso, forse anche la grande attrazione per il nostro Paese e l’ambizione di entrare al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. «Ero venuta in Italia nel 1995, ancora bambina», racconta lei stessa, «ed ero rimasta affascinata dalla bellezza di una terra che un po’, forse, avevo nel sangue. Così, a un certo punto della mia vita, ho deciso di tentare – senza alcuna preparazione specifica – il concorso per entrare al Conservatorio di Milano e sono riuscita! Proprio alla facoltà di canto lirico, a cui da tempo desideravo applicarmi e per la quale potevo anche sacrificare il pianoforte».
Diplomata nel 2012 (con una delle più brillanti docenti del Conservatorio, Annamaria Pizzoli, ndr), la giovane mezzosoprano russa si è perfezionata all’Accademia Internazionale di Musica- Scuola Civica di Musica “Claudio Abbado”. Un cursus honorum che in breve tempo le ha procurato esibizioni di prestigio, concerti con orchestra al Castello Sforzesco, al Palazzo Marino- per citarne alcuni. Tra l’altro collabora anche con l’Accademia della Scala. La sua carriera musicale ha subito uno stop tecnico durante la gravidanza e subito dopo la nascita del suo bambino. Si, perché nel frattempo – e idealmente chiudendo un cerchio che era stato aperto dalla bisnonna – Katerina ha poi sposato un italiano. «È stato anche grazie all’inestimabile aiuto di mia madre, venuta dalla Russia a darmi una mano, se ho potuto riprendere l’attività artistica». Per ascoltare la sua voce morbida ma potente, il primo appuntamento è il 21 maggio al Circolo Filologico di Milano, alle quattro del pomeriggio.