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«Tuteliamo le proteste pacifiche, non quelle violente». Con queste parole il Presidente Usa, Joe Biden, è intervenuto dopo l'ondata di violenza e protesta che partita da New York si sta diffondendo a macchia d'olio nelle università degli Stati Uniti. Oggi è stata una giornata di lotta tra Polizia, intervenuta per sgomberare i vari luoghi occupati, ed i manifestanti. Decine gli arresti effettuati dalle forze dell'ordine.

Intanto anche in tutta la Francia la protesta è arrivata nelle università con una sorta di blocco totale.

Non si può escludere l'invio di truppe di terra in Ucraina se Mosca "sfonda le linee del fronte" e Kiev lo richiede. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in un'intervista all'Economist. "Se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina - cosa che oggi non avviene - dovremmo legittimamente porci la domanda", ha dichiarato il presidente francese al settimanale britannico. "Escluderlo a priori non significa imparare la lezione degli ultimi due anni", quando i Paesi della Nato avevano inizialmente escluso l'invio di carri armati e aerei all'Ucraina prima di cambiare finalmente idea, ha aggiunto.

A stretto giro la replica di Mosca: 'Le parole di Macron sono in qualche modo legate ai giorni della settimana, questo è il suo cliclo', le ha liquidate la portavoce del ministero degli Esteri russo Zakharova.

Il Dipartimento di Stato americano ha accusato la Russia di aver usato armi chimiche in Ucraina, in particolare la cloropicrina, nel corso del conflitto. Accuse che sono state respinte da Mosca che le ha bollate come "odiose e infondate". Lo ha affermato l'ambasciatore di Mosca a Washington, Anatoly Antonov, citato dall'agenzia Ria Novosti. La Russia ha a sua volta denunciato più volte l'uso di armi chimiche da parte delle forze ucraine.

Purtroppo il tanto atteso si, che sembrava nell'aria, sulla proposta di tregua presentata ad Hamas non è arrivato, anzi... I segnali sono negativi. Il leader dei miliziani Yahya Sinwar avrebbe detto ai suooi uomini che «la proposta sul tavolo non è una proposta egiziana, ma una proposta israeliana sotto mentite spoglie». Questa mattina Osama Hamdan, alto rappresentante di Hamas in Libano in una intervista ad una tv locale, ripresa dal New York Times ha comunicato che "la posizione sull'attuale documento negoziale è negativa". Hamas ha poi precisato che questo "non vuol dire che i negoziati si siano fermati". "Anche se il gruppo non accetta le attuali proposte israeliane senza modifiche, siamo disposti - ha continuato - a continuare a negoziare".