Luciano Ligabue: «La vita non è in rima. E io vi spiego perché»
Il musicista italiano si racconta in un libro
Persino i più sfegatati fan del Liga resteranno stupiti. Perché quello che si legge in questo libro, entra davvero nel mondo privato di Luciano Ligabue.
A cominciare dal titolo: La vita non è in rima. Che, secondo l'autore, significa sicuramente che non sempre i conti tornano, ma anche che, per fortuna, non esiste uno schema prestabilito che siamo obbligati a seguire. E il libro stesso è così: al centro c'è lui, Ligabue, con le sue parole, e intorno, tutto il mondo. Fin qui, però, nulla di strano: Luciano scrive, parla, compone, suona... la sua vita da sempre è fatta di parole, e chi lo ascolta, lo segue lo sa.
La cosa nuova qui è l'attenzione, così precisa e studiata, per la lingua: ogni vocabolo rappresenta un punto di vista sulla vita, che si amplifica nella musica.
Con leggerezza: «Con la musica leggera tu puoi affrontare anche le parti più dolorose di te stesso, specchiandoti in una canzone e canticchiandola», scrive, «E questo tipo di leggerezza è una sorta di benedizione. Quando la raggiungi nelle canzoni, è una delle cose più potenti che ci siano».
E poi, il tempo:«Io le canzoni le scrivo di getto, un paio d'ore al massimo», diversamente da quello dell'elaborazione (lunghissima, che finisce solo nel momento della prima esibizione) e quello sul palco, dove puoi cambiare tutto, tranne le parole...
Non mancano i suoi temi, la famiglia, il sesso, la politica, la speranza, l'arte, il calcio, l'amicizia, l'amore, la memoria. Tutti affrontati con dolcezza e ironia insieme. Quegli ingredienti semplici, che sanno rivelarsi magici quando si cerca di sentirsi «leggero, nel vestito migliore, nella testa un po' di sole ed in bocca una canzone»
Luciano Ligabue, La vita non è in rima (per quello che ne so), a cura di Giuseppe Antonelli, Laterza 14 euro.