Madonna Rebel Heart Tour: la recensione
Lettera inviata alla regina del pop per raccontarle com'è andata a Torino
Ciao Madonna, è da tantissimo tempo che volevo scriverti e lo faccio questa notte, dopo averti visto a Torino per il "Rebel Heart Tour". Aspettavo da così tanto tempo il 19 novembre 2015 che non mi sembrava vero essere lì, in coda, per te. Ho fatto una foto rivolto al palco una volta dentro e tutti mi dicevano che avevo lo sguardo felice. Lo sono veramente.
È da tanto tempo che volevo scriverti, Madonna, la prima volta ci pensai seriamente allo "Sticky & Sweet" nel 2008. Era ancora il periodo della mia vita nel quale ai concerti limonavo un sacco. Poi è arrivata l'età adulta, la voglia di scrivere e adesso che sono un po' più adulto ai concerti non limono più...e ad essere del tutto sincero non limono nemmeno fuori dai concerti. Tu continui a farlo tanto, vedo, e tra l'altro con uno pezzo di stinco come Drake...vabbeh, non è di questo che volevo parlarti.
Volevo scrivere per raccontarti le emozioni di questo nuovo concerto assieme, distanti solo qualche centinaio di persone, mentre portavi sul palco il tuo nuovo spettacolo pieno di colori e con un tasca anteriore per metterci dentro il microfono. Ho letto che il ciclo di date sta andando benone in tutto il mondo, non sei contenta? Io tanto, perché so che te lo meriti. So che i concerti ti gasano, so che ti piace essere acclamata e attesa.
E infatti ti abbiamo atteso tanto anche questa sera, così tanto che i venditori di Coca Cola hanno iniziato a vendere solo birra, così tanto che una ragazza ti aspettava da tante ore ha avuto un mancamento e forse si è anche persa il concerto. Ma pazienza, Madonna, tu ci hai insegnato che nella vita bisogna sudare, combattere e lottare. Ribelli al sonno, al turno di lavoro, aspettavamo te. La cosa principale che il tuo pubblico ha fatto per questo tuo concerto è aspettarti, Madonna.
Aspettare che ti materializzassi sul palco, finalmente.
Alle dieci e venti sei arrivata e ci hai regalato un concerto come se ne vedono pochi in giro. Un palco che si trasforma, tante scenografie, effetti speciali, soluzioni circensi. Ma soprattutto ci hai dato i migliori 20 ballerini che potessimo mai chiedere in un live. Io sono rimasto ipnotizzato dalla bravura di Aya Sato e Bambi, trovo che siano davvero comunicative nel ballo, proprio come te quando parli e canti.
Ma sei ipnotica anche quando cammini, metti una gamba sull'altra, muovi i primi tuoi passi sulla passerella sulle note di "Iconic" tra l'instabilità e la follia. Ogni tuo respiro muove qualcosa nell'aria, sembra piccolo come un respiro ma è gigante come un albero. E quanto ti piace ancora provocare, Madonna? Ogni volta che lo fai, ti viene fuori quella smorfietta sul volto che cerchi di nasconderla ma noi la troviamo: sei tu.
Questo ritorno all'essenza umana è uno degli ingredienti di maggior bellezza di questo tuo nuovo concerto. Il tuo pubblico è cresciuto e non è più disposto a scendere a patti con il tempo che passa. È un pubblico che prima che arrivassi, ballava sulla musica dei Nirvana e non sulle tamarrate da Ibiza. È un pubblico che tu hai invitato a correre veloce come te e oggi invece lo stai abbracciando da (quasi) ferma.
Ce ne siamo accorti con i tantissimi riferimenti al primo passato, quello dove saltellando disinibita con le tue canzoni piene di sensualità, cambiavi il modo di immaginare l'affermazione della donna nella sua vita privata e nella società. Da "True Blue" in poi, ogni salto nel passato diventava il miglior momento del concerto e adesso non sappiamo più quale scegliere. Le tue non sono solo delle hit ma sono rulli di colore che hanno cambiato il panorama quando ci stava crollando il mondo addosso.
Rispetto al "MDNA Tour" hai ritrovato una dimensione di calore che ci era mancata e un'elasticità nella gestione della scaletta che permette di rendere (quasi) ogni data davvero speciale. Non hai ripetuto il tuo omaggio a Parigi e ai suoi tragici fatti, ma non ti sei dimenticata di loro (e del nostro dolore) con le tue canzoni e spiegando il significato di Rebel Heart. Ti cito: "Il cuore ribelle è di chi lotta, ma lo fa con lo strumento dell'amore e della compassione, altrimenti non ottiene nulla".
Madonna, regina del pop un po' torero e un po' gitana, un po' charleston e un po' principessa orientale, sappi che ci siamo divertiti anche se non abbiamo ballato sempre come te e non abbiamo quelle gambe scolpite nel marmo e al posto degli addominali, c'è l'irresistibile morbidezza di un cuscino memory foam. Anche se alle 23.30 tu pensavi alla salsiccia italiana e noi a come diavolo saremmo tornati a casa dopo mezzanotte. Eravamo lì, ai tuoi piedi, con il sorriso stampato in fronte.
Ricordati che a differenza di quei sensuali e demoniaci 20enni così abbondanti di ormoni ma per loro stessa definizione traditori, noi per te Madonna, ci siamo sempre. Anche quando il tuo canto è quello di 10 computer, anche quando i singoli non fanno breccia nel cuore del grande pubblico. Anche quando gli album vanno così così. Noi ci siamo sempre.
Chi non ti conosce ti teme, chi ti conosce ha imparato ad amarti...e chi come me ha avuto qualche tentennamento, in un modo o nell'altro hai sempre trovato il modo per farmi tornare tra le tue braccia.