Panorama, anni di lavoro e di successi
Un anno fa questo settimanale cambiava proprietà e sono stati 12 mesi ricchi di successi e soprattutto di notizie
o so, chi si loda si imbroda e dunque, scrivendo questo articolo, sono cosciente di correre seri rischi. Non tanto perché torno a parlare di noi, cioè di Panorama, ma perché vorrei ricordare alcuni dei risultati conseguiti in dodici mesi. Da quando il vostro settimanale ha cambiato proprietà, passando dalla Mondadori a un editore più piccolo come La Verità, molte cose sono state scritte e molti scoop sono stati realizzati dal gruppo di cronisti che nella nostra redazione ha ancora voglia di andare a caccia di notizie. Qui voglio ricordare che se gli italiani hanno appreso che Giorgio Pietrostefani, uno degli assassini del commissario Calabresi, pur essendo latitante in Francia da anni prende la pensione dello Stato italiano che lo insegue e lo vorrebbe arrestare, beh, lo si deve a un fuoriclasse dell’informazione come Giacomo Amadori. E sempre a lui si deve il merito della ricostruzione del Russiagate, lo scandalo che avrebbe dovuto travolgere con petrolio e milioni il leader della Lega, ma nei cui bidoni si è scoperto non esserci il greggio, bensì un raggiro abilmente organizzato. Di recente Simone Di Meo ha raccontato non solo quanto sia costato ai contribuenti l’Air Force Renzi, ovvero l’aereo voluto dall’ex presidente del Consiglio, ma anche i soldi spesi per i videogiochi messi a disposizione.
Ad Antonio Rossitto, Maurizio Tortorella e Terry Marocco si deve la puntuale ricostruzione dello scandalo di Bibbiano, con testimonianze inedite dei genitori a cui sono stati sottratti i figli da un gruppo di assistenti sociali e psicologi che intravedeva abusi a ogni angolo di casa. E sempre a Rossitto si deve l’inchiesta a puntate sugli abusi dei preti. In questi mesi Panorama ha raccontato, con la penna di Gigi Moncalvo, gli eredi Agnelli come nessuno ve li ha mai raccontati, così come ha anticipato prima di altri i guai della famiglia Renzi, rivelando gli aspetti giudiziari che hanno portato all’arresto dei genitori dell’ex premier. Tuttavia, c’è stato spazio anche per descrivere i grandi cambiamenti della società. Gianluigi Nuzzi ha scoperchiato la crisi della Chiesa. Marianna Baroli si è finta una donna pronta ad affittare il proprio utero a chi volesse avere un figlio e per mesi ha chattato con ragazze alla ricerca disperata di denaro, una disperazione che le spinge a mettere a disposizione per nove mesi il proprio corpo a coppie gay. Ma abbiamo anche descritto come ci siano minorenni avviati alle cure per il cambiamento di sesso senza che nessuno si renda conto di quali danni può fare un trattamento chimico su un adolescente. Non c’è stato spazio solo per le inchieste etiche, ma anche per quelle dedicate alla medicina e all’innovazione. Salute e tecnologia sono andati di pari passo negli articoli di Daniela Mattalia, con anticipazioni clamorose sugli sviluppi della scienza.
Se ricordo la cavalcata di quest’anno, non è però tanto per lodarci, ma perché credo che Panorama abbia mantenuto fede agli impegni e soprattutto alla tradizione. Quello che avete tra le mani è infatti un numero un po’ speciale, dove si rievocano quasi sessant’anni di storia. Nelle pagine che seguono ci sono alcuni dei migliori scoop del vostro settimanale. Dall’inchiesta esclusiva sulla missione Arcobaleno (servizi firmati Francesca Folda e Elisabetta Burba), alle lettere dal carcere della brigatista Desdemona Lioce (Giacomo Amadori); dalle foto choccanti dell’intervento militare italiano in Somalia (Giovanni Porzio), all’intervista di Pino Buongiorno con Maurizio Molinari a Gheddafi, in cui il Colonnello anticipava quel che sarebbe successo, ovvero l’invasione dell’Italia da parte di profughi in fuga dalla Libia; dall’intervista a Domenico Dolce e Stefano Gabbana contrari a concedere l’adozione alle coppie gay (le frasi raccolte da Terry Marocco fecero il giro del mondo) a quella a Oriana Fallaci, subito dopo la strage delle Twin Towers (a riportare le parole della grande giornalista che da tempo aveva scelto il silenzio furono Carlo Rossella e Lucia Annunziata). In quasi sessant’anni di storia, le inchieste, le notizie esclusive e le interviste esplosive credo siano state tantissime ed è per questo che ci è sembrato giusto non dimenticarle. Ecco dunque una sintesi di tanti anni di lavoro. E, se permettete, anche di successi.
© riproduzione riservata