droga
(Ansa)
ARTICOLI FREEMIUM

La mappa dello spaccio di droga a Roma

Chi controlla e dove, quartiere per quesrtiere. La geografia della droga nella capitale

Roma con oltre 100 piazze di spaccio attive si conferma come la capitale della droga. Una Roma criminale dove le mafie coesistono in equilibrio stabile interrotto a volte da episodi di violenza ed omicidi per assicurarsi il controllo del territorio. Una città fagocitata dai Clan che gestiscono in un sottobosco criminale il traffico di droga come vere e proprie aziende strutturate in comparti con assistenza legale per i "dipendenti" e il sostegno alle famiglie dei mafiosi arrestati.
Un'analisi approfondita rivela la mappa delle piazze di spaccio e come la criminalità si insinua nelle pieghe della Città Eterna, dove le famiglie mafiose e i gruppi criminali sfidano ogni giorno la sicurezza e la legalità nella capitale italiana.

La mappa delle piazze di spaccio

Nell’ultimo Rapporto "Mafie nel Lazio", redatto dall'Osservatorio tecnico-scientifico per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio, l’attività mafiosa cresce in modo esponenziale nelle aree colpite dalla povertà, con decine di piazze di spaccio, sia "chiuse" che "aperte".La presenza criminale di questo fenomeno è particolarmente significativa a Ponte di Nona, smantellato durante l'operazione "Giulio Cesare". Mentre l’area di Tor Bella Monaca, uno dei focolai criminali più complessi, ha vissuto una fase di "pacificazione" tra fazioni criminali, con clan come Cordaro-Sparapano, Moccia e la famiglia Bevilacqua attivi nella zona.Nessun quartiere sembra escluso, ma la concentrazione più intensa del fenomeno si osserva nelle piazze chiuse di Tor Bella Monaca (con ben 13 piazze), San Basilio, Montespaccato, Primavalle, Romanina, Acilia, Ponte di Nona, Tufello, Giardinetti-Borghesiana, Torre Nova, Quartaccio, Bastogi, Nuova Ostia e Boccea. Il report sottolinea un "modello imprenditoriale-criminale" che mira a massimizzare l'utilizzo delle risorse per ottenere un rendimento maggiore nello spaccio di sostanze stupefacenti.Inoltre, emerge che "le aziende-piazze di spaccio contribuiscono in modo significativo a un vasto e diffuso welfare, garantendo stipendi e assistenza legale ai propri 'dipendenti', coinvolgendo persino individui insospettabili nella conservazione di droga, armi e denaro necessari per alimentare le attività dell'azienda criminale". Questo modus operandi, assicura "il controllo del territorio e la sicurezza degli acquirenti attraverso una rete di vedette a supporto degli spacciatori contro le incursioni delle forze di polizia".

Le piazze chiuse

Le piazze chiuse, contraddistinte da un elevato numero di sistemi di sicurezza, impiegano vedette e sentinelle per preservare i clienti, vigilando sull'eventuale arrivo delle forze dell'ordine. Questi territori sono strettamente legati alle famiglie criminali, le quali detengono un notevole potere, amplificato dal carisma dei loro leader.

Le piazze aperte

Le piazze aperte, come Pigneto e San Lorenzo, non prevedono sistemi di sorveglianza e consentono il libero commercio di droga, sebbene con un'attività di minore rilevanza. Tor Bella Monaca rappresenta l'emblema dell'azione della "nuova" mafia, con 13 piazze attive 24 ore su 24, sfruttando la crescente povertà e disperazione attraverso vedette e sentinelle disseminate su tutto il territorio. Roma ospita oltre 100 piazze attive 24 ore su 24.

Le famiglie mafiose

L'indagine rivela che 'ndrine calabresi come Bellocco, Marando, Filippone, Molè e Piromalli hanno progressivamente radicato la loro presenza nella città, prevalentemente al di fuori del Gra, infiltrandosi nell'economia legale ed illegale. Negli anni '90, il clan Filippone stabilì un "quartier generale" nella zona di Borgo Pio vicino al Vaticano, mentre il clan Marando gestiva una delle principali piazze di spaccio, il "Quadrilatero" di San Basilio.

La camorra, presente sin dagli anni '90, si è concentrata sugli interessi del clan Senese nello spaccio di droga e successivamente si è infiltrata nei settori imprenditoriali, operando principalmente nell'area sud, nel quadrante Tuscolana-Cinecittà. Gruppi di rilievo come i Moccia hanno investito in settori come la ristorazione e l'immobiliare. Cosa Nostra, rappresentata dalla famiglia Rinzivillo, ha radicato i propri interessi a Roma riciclando guadagni negli appalti pubblici e nella distribuzione alimentare e ortofrutticola.
Le "mafie romane", coinvolte in interazioni con quelle tradizionali, includono il noto clan Casamonica, che ha esteso il proprio influsso nelle zone come la Romanina, il Quadraro e il Tuscolano, arrivando ai Castelli Romani. Nella borgata di Montespaccato, famiglie autoctone come Gambacurta e Sgambati operano nel narcotraffico, usura, recupero crediti ed estorsioni, caratterizzando il panorama delle "narcomafie". Il gruppo Gambacurta nel quartiere Montespaccato ha mostrato potenziale evolutivo verso forme associative mafiose.

L'ultima relazione della Dia

Nella relazione viene descritta la presenza radicata nel territorio metropolitano di Roma e nelle zone limitrofe di numerose organizzazioni criminali mafiose di matrice autoctona. Questi gruppi, che operano secondo il metodo mafioso, sono coinvolti non solo nel narcotraffico, ma anche in una vasta gamma di attività illegali nel territorio laziale, in particolare a Roma.

Gli albanesi

La recente formazione nella Regione Lazio di gruppi delinquenziali a composizione italo-albanese, attivi in varie zone della Capitale (quali, ad esempio, il Tuscolano e Ponte Milvio), in alcune aree dei Castelli Romani, a Ostia e Acilia, o anche nel viterbese, mostra una crescente gestione di attività illecite, principalmente il narcotraffico, che richiama gli assetti organizzativi dei gruppi di matrice 'ndranghetista.

Omicidi, rapimenti

Il 7 agosto 2019 al Parco degli acquedotti, zona sudorientale di Roma, Piscitelli, 53 anni detto Diabolik è stato ucciso con un colpo di pistola alla nuca. Il 13 dicembre 2021 il presunto omicida di Diabolik, Raul Esteban Calderon, è stato fermato dalla Squadra mobile della questura di Roma. Piscitelli era figura di riferimento nel "controllo" del territorio, nonché di garanzia e affidabilità dell'associazione, che si avvantaggiava della sua leadership. Assassinato con un colpo di pistola, "godeva, infatti, di un particolare riconoscimento nella malavita" e operava avvalendosi di soggetti, alcuni dei quali coinvolti anche in un’associazione per delinquere specializzata nel traffico di sostanze stupefacenti, in grado di rifornire gran parte delle "piazze di spaccio" dei quartieri della capitale.

Verso la fine del 2022, Roma si trova al centro di una serie di fatti di cronaca, tra cui omicidi, sequestri di persona e violenze in strada. A novembre, Giandavide De Pau, noto per essere l'autista personale di Michele Senese, commette l'omicidio di tre prostitute in un'ora.

A Tor di Quinto e Ponte Milvio, nel nord di Roma, si verifica un altro episodio sconcertante quando un ragazzo viene rapito fuori da un ristorante di sushi. Il rapimento, caratterizzato da uno stile messicano, coinvolge Danilo Valeri, 20 anni, figlio di Maurizio, precedentemente coinvolto in un regolamento di conti legato al narcotraffico e alle occupazioni delle case popolari. Nel marzo 2023, Roman Stefan Mihai viene freddato con un colpo di pistola a Ponte Mammolo mentre passeggiava lungo la via. Pochi giorni dopo, il 13 marzo, Luigi Finizio, parente di Girolamo e legato a Michele Senese, viene ucciso nel quadrante sud-est di Roma. A distanza di 10 giorni, nella stessa zona tuscolana, viene assassinato a colpi di pistola Andrea Fiore, coinvolto in passato con esponenti della malavita locale legata alla camorra e alle organizzazioni criminali albanesi che agiscono come manovalanza.
A Corviale, Cristiano Molè viene crivellato di colpi la sera del 15 gennaio 2024. Sulla vicenda indaga la procura Antimafia, ma al momento non sono note né la movente né gli autori.

«Gli episodi di omicidi e gambizzazioni avvenuti nell’ultimo anno e nelle scorse settimane sono fatti criminali che si sviluppano nella pancia della città per la conquista di nuove piazze di spaccio»-commenta Gianpiero Cioffredi referente di Libera Lazio

Sono piazze libere?

«Si tratta, talvolta, di spazi lasciati liberi da gruppi che arretrano davanti ad un altro clan, altre volte sono spazi lasciati da boss colpiti da provvedimenti cautelari o patrimoniali frutto dell'incisiva attività di repressione condotta dalle forze dell'ordine e dalla Dda in questi anni».

Questi episodi sono l’inizio di una guerra tra Clan?

«Dobbiamo porre la giusta attenzione alla lettura di questi fatti, senza dimenticare che ciascuno di essi rappresenta soltanto una parte dell'architettura più complessa che governa gli equilibri della Capitale. E che i patti tanto quanto le fibrillazioni fra i clan sono elementi costitutivi del sistema criminale romano. Roma infatti è una piazza privilegiata di investimento economico e la pax mafiosa siglata, custodita e rinnovata negli anni è la garanzia per molti portatori di interessi criminali, non necessariamente solo mafiosi. Nello scenario romano infatti operano oltre alle mafie locali o tradizionali anche reti di corruzione, criminali che sono attivi in campo economico e finanziario, esponenti della borghesia criminale e segmenti del settore delle professioni».

È avvenuta una rottura degli equilibri criminali?

«Le indagini e i processi sin qui ci dicono che il sistema criminale romano è un meccanismo sofisticato e articolato che protegge interessi più alti, plurali e molto spesso convergenti. Quando a seguito di alcuni fatti criminali, anche efferati, parliamo di rottura di tutti gli equilibri criminali su cui il sistema è fondato o addirittura di guerra di mafia, rischiamo di non cogliere a pieno la dinamicità e la pluralità dello scenario criminale romano».

I più letti

avatar-icon

Linda Di Benedetto