Marco Mengoni: l'ascolto di "Esseri Umani"
Ti svegli e dovresti parlare di "solo" una canzone. Poi, finisce così
Giusto ieri mi chiedevo quand'è stata l'ultima volta in cui ho riso a crepapelle e il responsabile non era Youtube/Facebook/Twitter. Giusto ieri un amico mi chiedeva quand'è stata l'ultima volta che qualcuno gli ha detto "vai bene così". Marco Mengoni pubblica il 28 febbraio 2015 il videoclip ufficiale del secondo singolo "Esseri Umani", forse una delle canzoni più intime di "Parole in circolo", dove le parole sono lucide, cristalline.
Parlano di Marco, ma parlano a tutti.
Parlano soprattutto a quelle persone che ogni giorno vengono chiamate a sembrare perfette perché qualcuno di imperfetto le giudichi. Sei fuori, sei dentro. Parla di quel contatto umano che è sempre più raro, di quel senso di fiducia che nessuno ha più per nessun altro se non per se stessi (e a volte nemmeno per se stessi).
Tanti sorrisi, tante parole compiaciute, ma la verità spesso è un'altra. Siamo rimasti in pochi, di esseri umani con il coraggio di essere umani. Perché chi rimane essere umano, ha sempre qualcosa in più da perdere. Un pianto in più da fare, una notte insonne da non dormire, una solitudine in più da combattere.
E di nuovo, ancora una volta, sembra che questo maledetto amore (esiste ancora, quindi?) sia non solo la soluzione, ma lo strumento per vivere in modo autentico. Abbracciando la vita accettando le nostre fragilità. Abbattendo i nostri muri di indifferenza e paura, difendendo a tutti i costi chi siamo guardandoci allo specchio sorridendo perché ci riconosciamo.
"Esseri Umani" è una lezione di vita. Anche questa volta, un po' come in "Guerriero" dietro una ballad potente c'è un messaggio semplice da comprendere, difficile da accettare in una realtà che ci chiama a essere come non siamo. Ci sono le canzoni che divertono, quelle che emozionano. "Esseri Umani" fa parte di quelle canzoni che infondono coraggio.