Elon Musk: "Tra venti anni la prima città su Marte"
Il fondatore di SpaceX profetizza la conquista del pianeta rosso con i voli della sua navicella Starship che porterà i materiali terrestri necessari per rendere l'uomo una specie interplanetaria
Conquistare Marte è una fissazione di tutti gli addetti ai lavori e di curiosi e appassionati che seguono l’evoluzione dell’esplorazione spaziale. Il più fervente del vasto gruppo, o almeno quello che ha più voce in capitolo e facilità di attirare i riflettori su di sé e sui relativi sviluppi della propria azienda, è Elon Musk, fondatore di SpaceX e inguaribile ottimista circa le possibilità umane di sbarcare sul pianeta rosso. Il papà di Tesla nei giorni scorsi ha rilanciato la sfida rivelando la possibile (e auspicabile) tabella di marcia per il sospirato approdo, andando oltre e parlando di una futura “città autosufficiente”.
Decisivi i materiali terresti
Un’ambizione enorme che per l’eclettico imprenditore sudafricano può essere raggiunta nell’arco di venti anni (dipende dall’allineamento planetario Terra-Marte, che consente di volare solo una volta ogni due anni), il tempo sufficiente per trasportare infrastrutture, materiali ed esseri umani su Marte e, conseguentemente, creare condizioni di vita più simili a quelle del nostro pianeta al fine di consentire la sopravvivenza dell’uomo e permettere lo sviluppo di una prima colonia destinata nel tempo a trasformarsi nel popolo di Marte.
Lo sbarco con la Starship
Intervenuto all’Air Force Pitch Days, evento con trecento startup dedite allo sviluppo di soluzioni per il Dipartimento della Difesa statunitense, Musk ha aggiunto che il mezzo per collegare i due pianeti è già pronto, indicando la soluzione nella Starship, la navicella presentata da SpaceX per portare in orbita un equipaggio umano e, più avanti, prendere parte alle missioni sulla Luna e sul pianeta ricoperto di ossido di ferro. Da scaltro uomo d’affari, Musk ha continuato a fare i conti sostenendo che un volo del mezzo spaziale potrebbe costare appena due milioni di dollari, specificando che basterebbero i voli di circa mille Starship per trasportare su Marte gli elementi necessari per avviare la metamorfosi umana in specie interplanetaria.
Obiettivo 2022
Tenendo a mente che la possibile colonizzazione di Marte passa dall’arrivo sul pianeta ma, anche e soprattutto, dalla capacità di trovare rimedi efficaci alle sfide imposte dal pianeta rosso (in primo luogo la mancata protezione contro le radiazioni, in un’area caratterizzata dall’atmosfera rarefatta, dalla presenza di poco ossigeno e dall’assenza di un campo magnetico come quella terrestre), secondo uno studio di un gruppo di scienziati canadesi e brasiliani una soluzione potrebbe essere affidarsi ai microbi terrestri. Sulla Terra ce ne sono più di un trilione di specie, quindi la proposta scientifica è spedirli su Marte prima dell’uomo, con la speranza che possano replicare quanto fatto in origine sul nostro pianeta creando condizioni atmosferiche più favorevoli. Per gli scienziati, quindi, bisognerebbe prima concentrarsi sui microbi e solo dopo sullo sbarco umano, visione differente rispetto a quella di Musk, che punta a raggiungere il quarto pianeta del sistema solare (calcolando la distanza dal Sole) con la Starship entro il 2022, due anni prima di quanto prefissato dalla Nasa.