Massimo Ranieri: "Malìa", il mio omaggio jazz a Napoli
Il nuovo album con Mauro Pagani, Enrico Rava, Stefano Di Battista, Rita Marcotulli, Stefano Bagnoli e Riccardo Fioravanti
Il termine Malìa significa magia, incantesimo, fascino, seduzione, ed è presente nel testo di Te Voglio Bene Tanto Tanto uno dei brani del nuovo album di Massimo Ranieri, un affascinante e ispirato viaggio in chiave jazz nelle canzoni napoletane degli Anni Cinquanta e Sessanta.
Nella tracklist è presente anche una splendida versione di Malatia, un pezzo uscito nel 1958 per l’etichetta Broadway. Il primo singolo di un’artista che negli anni successivi avrebbe incantato tutti con la sua voce inimitabile. Chi era? Baby Gate, ovvero Mina.
Massimo Ranieri e Mauro Pagani, produttore dell’album, hanno coinvolto nel progetto cinque grandi del jazz: Enrico Rava (tromba e flicorno), Stefano Di Battista (sax alto e sax soprano), Rita Marcotulli (pianoforte), Stefano Bagnoli (batteria) e Riccardo Fioravanti (contrabbasso).
Di Malìa e di molto altro abbiamo parlato con Massimo Ranieri. Ecco che cosa ha raccontato a Panorama.it.
- "In sala d'incisone mi sono trovato con questi "alieni" che sono i jazzisti. Io ero lì estasiato come un bambino. Li osservavo mentre parlavano di nona, di settima diminuita... Il deus ex machina, come sempre, è stato Mauro. Ma è stato un lavoro di squadra, un gran bel lavoro di squadra".
- "Doce Doce, uno dei miei pezzi preferiti dell'album, una perla, era il lato B di un 45 giri di Fred Bongusto. La musica italiana è piena di questi casi clamorosi. Rose rosse, per esempio, era il lato B di un 45 giri! Il lato A era una canzone inglese tradotta in italiano, Il mio amore resta sempre Teresa. Ma non ha lasciato traccia... Era una roba quasi inudibile, non l'ho mai cantata in concerto. Nemmeno un "sudista" come Mauro Pagani conosceva Doce doce. Mi ha ringraziato per avergliela fatta scoprire".
- "Durante le registrazioni io dal mio gabbiotto chiedevo: scusate, ma quando entro? Allora, Stefano Di Battista mi diceva 'no Massimo aspetto ancora un po', un'altra battuta'. Due mondi musicali, il mio e il loro, che si scontrano per creare un meraviglioso incontro".
- "Fare questo album è stato un divertimento pazzesco. Quando ho capito che eravamo a un passo dalla conclusione ero sinceramente dispiaciuto. Molte canzoni sono state registrate in diretta, direi che il settanta per cento del disco è live. Una bellissima avventura, intensa, leggera come un tappeto di rose. Indimenticabile".
- "I talent show e la fama dopo due mesi di Tv mi fanno un effetto strano. A questi ragazzi direi: sappiate che fare questo lavoro è un sogno e che non sempre i sogni si realizzano. Ma soprattutto sappiate che per arrivare vi tocca lavorare, bisogna spaccarsi il c... Io continuo, non mi sono fermato a curarmi per poi godermi la ferita rimarginata: la mia ferita è sempre sanguinante e voglio che sia così, che sia sempre un lato scoperto".
- Tra le mie canzoni Vent'anni è quella a cui sono più legato, perché è una canzone di una tenerezza lacerante. Perché avevo quell'età e perché con quel brano ho vinto Canzonissima, ma sopratutto perché con quella canzone è davvero iniziata una nuova vita".