Medtec School, il primo corso di laurea tra medicina ed ingegneria
Humanitas University e Politecnico di Milano hanno creato il primo corso al mondo che unisce il mondo della medicina con la tecnologia
Organi stampati in 3D, big data, neuro robotica, terapie geniche e intelligenza artificiale. Il futuro della medicina è sempre più legato alle nuove tecnologie, che permetteranno di offrire cure iper personalizzate e di cronicizzare malattie oggi mortali. Per questo, Humanitas university e il Politecnico di Milano si sono alleati per creare un nuovo corso di laurea, unico a livello mondiale: la Medtec school, che integra e potenzia le competenze della medicina con quelle dell’ingegneria.
La rivoluzione, d’altronde, è già in parte realtà. A gennaio è iniziata una sperimentazione alla Casa sollievo della sofferenza di Giovanni Rotondo (Foggia) per far entrare in corsia Pepper e R1, robot in grado di controllare e dialogare con i pazienti, impiegati anche negli Stati Uniti. Secondo il Global life sciences outlook di Deloitte, entro il 2024 sarà biotech il 31% dei farmaci (contro il 27% del 2017). La medicina personalizzata crescerà dell’11% all’anno proprio grazie a intelligenza artificiale e blockchain, che permetteranno di creare piattaforme ad hoc di supporto per i pazienti. Per quel che riguarda i device e le tecnologie medtech, il settore entro cinque anni potrebbe sfiorare i 600 miliardi di dollari a livello mondiale, mentre quest’anno dovrebbe arrivare a quota 475 miliardi. I segmenti più ricchi saranno neurologia, diabetologia e chirurgia generale, plastica e odontoiatrica.
Ma le novità hanno anche lati negativi che devono essere governati. Ad esempio, i costi sempre più proibitivi dei nuovi farmaci. L’Fda ha da poco approvato la terapia più cara al mondo, il Zolgensma, per il trattamento dell’atrofia muscolare spinale: costa 2,1 milioni di dollari per singola dose, che però è in grado di migliorare le condizioni dei malati, finora incurabili. In un primo momento, si era parlato addirittura di 5 milioni a dose. Di fatto, presto ci potremmo trovarci in una situazione paradossale: avremo farmaci salvavita che nessuno (nemmeno gli Stati) si potranno permettere. Anche l’uso delle macchine in alcuni casi si è rivelato un’arma a doppio taglio. In California, un medico è apparso a un anziano ricoverato e ai suoi parenti su uno schermo e ha comunicato loro che per l’uomo non c’era più nulla da fare.
Il corso quindi è nato per fornire ai medici del futuro gli strumenti per controllare e gestire al meglio gli sviluppi delle nuove tecnologie, riuscendo anche a guidare l’innovazione in corsia o nelle aziende farmaceutiche. Interamente in inglese, è rivolto a studenti di tutto il mondo e durerà sei anni. I futuri dottori, oltre a conseguire la classica laurea in medicina, alla fine del percorso potranno chiedere al Politecnico anche una laurea triennale in ingegneria biomedica. Il 6 settembre si terrà il test di ingresso per 50 posti. Per ospitare i corsi, verrà costruito nel campo di Humanitas un edificio di circa 5.000 metri quadri (pronto fra un anno) con laboratori, spazi di coworking e un centro di simulazione d’eccellenza. All’esterno del palazzo campeggerà un’opera di Martin Creed, Everything is going to be alright, commissionata dalla Fondazione Nicola Trussardi: una frase scritta con il neon bianco lunga oltre 14 metri che contiene un messaggio di speranza. Per i primi tre anni gli studenti frequenteranno a semestri alternati sia al Politecnico sia all’Humanitas university, mentre nel secondo triennio saranno i docenti del Politecnico ad andare all’Humanitas.
«Nell’ambito delle scienze della vita si profilano all’orizzonte grandi sfide: l’invecchiamento della popolazione, l’impatto dell’innovazione, l’accessibilità e sostenibilità dei sistemi nazionali di cura e di assistenza. In un contesto sociale di complessità crescente, Medtec school nasce per rispondere a tali sfide formando professionisti in grado di gestire e sfruttare la tecnologia a vantaggio di una medicina sempre più umana, innovativa e sostenibile», ha detto Gianfelice Rocca, presidente di Humanitas, durante la presentazione del corso, a cui hanno partecipato anche Attilio Fontana, governatore della Lombardia, e Roberta Cocco, assessore alla Trasformazione digitale del Comune di Milano. Mentre il sottosegretario Giancarlo Giorgetti ha mandato un messaggio da Roma.
«Il Politecnico ha identificato nella medicina, nella salute e nel benessere alcune delle maggiori sfide in cui cimentarsi nel corso dei prossimi anni. Sfide fondamentali anche per consegnare al Paese competenze e conoscenze necessarie alla crescita dei nostri laureati», ha spiegato Ferruccio Resta, rettore del Politecnico.
Mentre Marco Montorsi, rettore di Humanitas university, ha aggiunto: «L’innovazione medica migliora la qualità della vita, ma è necessario trovare un modello che ne garantisca la sostenibilità. Per questo è importante agire fin dalla formazione dei giovani. È fondamentale infatti sviluppare competenze nuove per affrontare situazioni di complessità crescente che potranno ridisegnare il ruolo stesso del medico e il suo rapporto con il paziente, supportato dalla tecnologia». Per quel che riguarda la cronica mancanza di dottori in Italia, tale che il Molise ha dovuto chiedere l’aiuto di medici militari, Montorsi ha spiegato: «Il punto non è tanto aumentare il numero degli studenti, quanto quello delle borse di specializzazione. Se, come annunciato dal governo, arriveranno 1.000 borse in più e alle aziende sanitarie sarà permesso di assumere specializzandi vicini alla fine del processo formativo con tutte le garanzie necessarie per i problemi, con il tempo il problema dovrebbe naturalmente rientrare».