Il mercato del beauty vive il suo periodo più florido
Alla lunga lista delle maison del lusso che hanno deciso di lanciarsi nel settore della cosmesi, si aggiunge anche Celine.
Dopo Rabanne e Prada, anche Celine fa il suo ingresso nel mondo beauty, seguendo l’onda delle grandi maison del lusso.
In occasione della presentazione di Arc de Triomphe, la nuova collezione autunno/inverno 2024, il direttore creativo Hedi Slimane ha ben pensato di espandere la collezione già presente nella maison di Haute Profumerie lanciata nel 2019 e di lanciare Celine Beauté, la nuova linea beauty di cui curerà tutti i packaging.
Per il grande lancio la casa di moda non poteva che scegliere il rossetto rosso: Rouge Triomphe - con stemma del marchio impresso sulla pasta - è il primo rossetto della linea Le Rouge Celine e sarà disponibile dal prossimo autunno mentre le altre quindici tonalità verranno lanciate su mercato solo nel gennaio 2025.
Rouge Triomphe
(Celine)
Ma se oltre la volontà di espandere il marchio e fornire nuove possibilità per identificarsi con esso, ci trovassimo di fronte alla solita mossa di marketing? Sembra infatti che, dopo aver chiuso il 2023 con un fatturato di 14,8 miliardi, il mondo della cosmesi stia attraversando uno dei suoi periodi più floridi e prevede di chiudere l’anno con un fatturato di 16 miliardi.
Non è infatti un caso che Chanel stia investendo nelle Fragrance & Beauty boutique, ad oggi 234 in tutto il mondo, e non intende fermarsi qui: In occasione del lancio della nuova linea di rossetti Rouge Allure Velvet Nuit Blanche, il marchio ha inaugurato un pop up coinvolgente e immersivo a Milano, con sale create ad hoc per un’experience irrinunciabile rivolta ai più affezionati.
Oltre Chanel, altre maison come Dior, Saint Laurent e Armani hanno investito nel settore della cosmesi, trionfando e realizzando packaging studiati e ben mirati al proprio pubblico. Non è però un mistero che, come le linee d’abbigliamento, i prodotti sono caratterizzati un costo proibitivo, probabilmente per rispecchiare il nome del marchio, ma in alcuni casi ne vale davvero la pena?