Le Olimpiadi di Dior
Maria Grazia Chiuri parte dal peplo per esprimere l'animo forte e al contempo delicato della donna. Esempio di eccellenza al pari della sua controparte maschile.
L’imminente arrivo a Parigi dei Giochi olimpici — sacra incarnazione della competizione — offre a Maria Grazia Chiuri l’ispirazione per la sua nuova collezione haute couture. Un doveroso omaggio a tutti gli atleti che, dall’antichità a oggi, hanno superato pregiudizi e ostacoli per garantire parità di condizioni nelle competizioni sportive.
La stilista torna così all'essenza primaria e fondamentale di un abito a lei tanto caro: il peplo, flessuoso e assoluto. La silhouette è morbida e si adatta al corpo, secondo la concezione che l’alta moda sia da crearsi sulla persona, e si declina in materiali inusuali, a partire dal jersey, proposto come maglia metallica in oro, argento e bianco che abbraccia le forme con l’aiuto di un bustier interno ultraleggero che dà struttura agli outfit.
Il drappeggio, un riferimento visivo alla scultura classica, è prevalente in passerella negli abiti di seta ingigantiti dai ricami, nelle gonne jacquard moiré trasformate dal tempo, negli ensemble in cui la gonna drappeggiata rivela un paio di pantaloni a ogni passo e negli abiti da dea che, appesi a una spalla, svelano canottiere metalliche trasparenti bordate di raso.
Per Maria Grazia Chiuri, questo défilé rappresenta un'occasione straordinaria per coniugare la couture e lo sportswear con il classicismo, la ribellione, l'energia collettiva e, soprattutto, il valore politico del corpo femminile. Le permette di affermare il potere — sperimentale e riflessivo — dell'azione dell'haute couture e il suo virtuosismo nel ripensare il fascino, l'eleganza di una donna al tempo stesso delicata e forte. Una donna che si presenta, in ogni aspetto, pari a un uomo.