Milano Fashion Week: i volti di Etro
Un viaggio omerico, fatto di commistioni culturali, dove il vento scompiglia gonne e capelli. In assoluta armoni
C’era anche Angelina Mango, vincitrice assoluta del Festival di Sanremo, a seguire in prima fila la presentazione della collezione autunno inverno 2024-25 firmata Etro.
Lei, che proprio in una serie di abiti disegnati da Marco De Vincenzo, ha fatto il suo fortunato debutto sul palco dell’Ariston. Cosí come i Maneskin tre anni fa.
Un viaggio nella musica che lascia spazio a una riflessione sul teatro antico, dove emozioni e caratteri erano sintetizzati e solidificati dalle maschere, cambiate in scena con il mutare degli stati d'animo.
Le stesse maschere che hanno raccontato la storia di Ulisse e le sue tante avventure per tornare a casa si trovano sulla passerella come giganti relitti archeologici e oppure miniaturizzate come collane, orecchini, bracciali.
Etro questa stagione affronta un viaggio omerico. Il vento dello stretto della sua Messina, lo stesso attraversato da Ulisse tra Scilla e Cariddi, scompiglia i capelli e agita come flutti gli strati leggeri, le gonne che si avviluppano e inerpicano come sciarpe, le sciarpe che baluginano come segni di evidenziatore, le delicatezze impalpabili protette da cappotti e giacche che invece sono solidi, dall'appiombo deciso.
Strati sui quali si posano stampe - lamine su feltro, tamponature su pelle - mentre il paisley diventa un grosso punto a maglia, ma al rovescio, e spessi tessuti da tappezzeria sono tagliati come piccole giacche.
Gli jacquard sulle body stockings - realizzate con Wolford - portano i disegni e i pattern direttamente sul corpo, li fanno seconda pelle, grado zero, in un contrappunto tra fragilità e forza che unisce il mondo maschile e quello femminile in una metafora materiale e umana, di stoffe e di tipi, così come di colori che si agitano e impastano, e poi si placano nel nero.
Il viaggio continua, senza bussola e orgogliosamente senza mappa.