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(Gaspar Ruiz)
Collezioni

«Non voglio mica la luna», voglio Gucci

Dopo Mina, è la canzone di Fiordaliso ad accompagnare l'ultima collezione della maison fiorentina. Un'esplorazione dell'heritage in chiave moderna, con «un'attitudine irriverente».

Un invito a fermarsi. Per ritrovare se stessi. Per guardare il mondo con occhi nuovi. Mentre la Triennale si veste dei colori del tramonto, Sabato De Sarno presenta la sua collezione per la prossima Primavera Estate.

«Un anno dopo, questa collezione racconta un percorso di costruzione compiuto. Istante dopo istante, ho sedimentato la mia idea per Gucci», commenta il direttore creativo. «Un casual grandeur che prende forma attraverso le mie ossessioni — il tailoring, la lingerie, la pelle, le silhouette anni Sessanta — combinate a un’instancabile esplorazione del patrimonio di questo brand. E a un’attitudine irriverente, sempre».

Partendo dal Gucci Rosso Ancora, la palette della stagione si declina sui toni del grigio, del bianco e del verde, che rimanda alla sfumature «brat» che ha caratterizzato l’estetica dell’Estate appena trascorsa. I grandi cappotti dall’attitudine couture, finemente costruiti, portano nuova linfa al GG monogram, e sono pensati per la vita reale, indossati con disinvoltura insieme al denim e a una piccola canottiera.

In uno studio attento dell’heritage del marchio, torna protagonista il bambù che si declina nell’iconica borsa così come attraverso gioielli smaltati che si sviluppano in torsioni che seguono le curve del corpo. Gli stessi gioielli chiudono abiti in jersey scivolato ispirati agli anni Novanta, così come le zeppe dalla punta squadrata. Le borse con dettagli in bambù si alternano in passerella a mini bag tra cui il secchiello Gucci 73, con morsetto laterale, ma anche alla nuova Gucci Go.

Il morsetto resta un elemento centrale nelle calzature. Nelle precedenti collezioni si è declinato, dall’iconico mocassino a zeppe, creepers, plateau, ballerine e ankle boots. Ora si presenta su uno stivale rasoterra, morbido e avvolgente, con un’attitudine ancora Sessanta, come i grandi occhiali avvolgenti con lenti sfumate nei colori della collezione.

Infine, il foulard Gucci Flora, annodato sul capo, appare nella sua versione originale, così come disegnato dall’illustratore Vittorio Accornero de Testa: nove bouquet su fondo bianco con bordo a contrasto. Ma anche trasformato in una tela da reinventare, grazie a giochi cromatici tono su tono che seguono la palette di collezione.


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Mariella Baroli