Milano Moda Donna: il lessico familiare di Gucci
Sabato De Sarno debutterà alla direzione creativa di Gucci solo a settembre, ma la maison fiorentina sembra già entrata in una nuova era
L’immaginazione di diverse menti che si unisce attraverso le epoche per dare forma a quello che comunemente chiamiamo heritage. Tom Ford, Frida Giannini, Alessandro Michele. L’eco dei direttori creativi del passato prende forma sulla passerella come in un romanzo dickensiano dando vita a un’esuberante conversazione tra passato e futuro che pone Gucci al centro della narrazione come costante culturale.
All’interno del Gucci Hub, «il sancta sanctorum» della Maison» gli ascensori trasportano la collezione attraverso l’edificio fino alla passerella - a illustrare il processo creativo che sta dietro a ogni nuova proposta: dagli archivi dove le idee si innescano, attraverso gli atelier dove queste si sviluppano, fino alla passerella dove si manifestano nuove espressioni.
Nell’ultima collezione a cura del team creativo Gucci - a pochi mesi dal debutto di Sabato De Sarno il prossimo settembre - i ricordi sfumano le linee del tempo in una rappresentazione del cuore pulsante della Maison. Un pastiche che si estende a ogni singolo dettaglio della sfilata. Dal set, costruito come un salotto newyorkese negli anni Settanta con i divani sistemati nel ribassamento del pavimento - a simboleggiare la circolarità collaborativa che si trova al centro della comunità creativa di Gucci - creati con l’innovativo materiale Demetra, al parterre fatto di musicisti, dai Maneskin passando per ASAP Rocky fino alla giovanissima Hanni (membro delle New Jeans).
Le silhouette in passerella rievocano il linguaggio erotico e glamour che ha caratterizzato Gucci negli anni Novanta, sotto la guida creativa di Tom Ford con le campagne pubblicitarie realizzate a quattro mani con Carine Roitfeld. La palette di colori è invece “figlia” dell’eclettico Alessandro Michele.
Giocando con la sensazione familiare di tornare a una dimensione già nota ma riscoprendola con volumi diversi, i capi di sartoria si ingrandiscono mentre le camicie e i set di top e gonne appaiono ridotti al minimo. Gli abiti in lana o pelle creano una struttura oversize con spalle voluminose, scollature e pantaloni a vita bassa. Le gonne compaiono in versioni lunghe o al ginocchio, in tessuti trasparenti e pizzi preziosi che ricordano la biancheria intima. L'idea riecheggia in un reggiseno in metallo GG tempestato di cristalli, che dà il la a gioielli da cocktail estrosi, drappeggiati intorno a scollature e décolleté, che scendono in modo teatrale fino a terra.
L'approccio sensoriale è amplificato da capi di maglieria tattili e oversize in mohair pettinato e filati ad anello, e da capispalla e baveri realizzati in shearling a pelo lungo o pelliccia sintetica in tonalità accese.
Gli occhiali da sole a mascherina colorati alludono a uno degli inconfondibili flaconi di Gucci, filtrando il mondo nel colore di Rush, mentre i voluminosi copricapi in piuma sottolineano l'esuberanza di una collezione animata dalla creatività che da sempre scorre nelle vene di Gucci.
Nuove varianti della borsa chain a trapezio arrotondato sono impreziosite dal morsetto e declinate in versioni imbottite, in shearling, cristalli e in pelle a contrasto. In omaggio a un'icona d'archivio, la borsa Jackie si presenta nella sua forma originale, ma con una costruzione più morbida e rivisitata in una variante bicolore e in pelle goffrata GG.
Il classico mocassino Gucci è rialzato su suole di gomma, mentre gli stivali da neve originariamente realizzati per la collezione da sci degli anni Sessanta vengono riproposti con morsetti. Kitten heels caratterizzano sandali a punta quadrata, stivali a gamba le largo e sandali impreziositi da dettagli con teste di tigre ispirati alla borsa Dionysus. Mentre scarponcini da boxe e sneaker da basket conferiscono alla collezione un tocco sportivo.