La moda senza emozioni
A Milano si chiude la settimana della moda maschile, tra dubbi e perplessità.
Con le sfilate di Giorgio Armani e Zegna, la settimana della moda milanese dedicata alle collezioni maschili per il prossimo autunno inverno giunge al termine lasciando nella mente di chi ha assistito nessun segno indelebile, anzi, piuttosto molte perplessità su quella che dovrebbe essere la nuova estetica.
Una fashion week che è mancata soprattutto di emozionalità e di idee, a partire dal primo giorno dove l’evento tanto atteso, l’esordio di Sabato De Sarno con la prima sfilata uomo, non ha soddisfatto le aspettative. Il direttore creativo di Gucci ha confermato la stessa cifra stilistica adottata per la collezione donna, linee pulite ed essenziali, un minimalismo fatto di dettagli e di artigianalità, decisamente molto elegante ma il dubbio che sorge è: il mercato avrà bisogno di questo nuovo Gucci che uniforma lo stile a quello di molte altre collezioni già esistenti? Sicuramente la collezione si farà notare per il rincaro dei prezzi al dettaglio.
A chiudere la prima giornata di sfilate è arrivato poi l’altro attesissimo evento, la prima passerella di Stone Island, storico brand di outerwear che ha scelto Milano per il rilancio del marchio. La collezione? Difficile a dirsi, il format scelto per la presentazione/sfilata (peraltro per niente originale, già adottato in passato da un brand competitor) ha mantenuto a debita distanza i modelli e tra giochi di luci e fumo non è stato così immediato comprendere i capi.
Per il resto della kermesse meneghina le collezioni si sono succedute senza tanti colpi di scena, i designer allineati alla tendenza generale hanno confermato un forte ritorno all’abito e all’estetica formale dove le giacche adottano nuovi volumi e accorgimenti stilistici, come l’allacciatura decentrata, e i cappotti si fanno ampi e soprattutto molto lunghi. La cravatta si conferma l’accessorio feticcio mentre la canotta inaspettatamente reclama il suo spazio nel guardaroba invernale.
Tra le collezioni più interessanti Fendi e Prada, entrambe impegnate ad evolvere lo stile maschile in modo coerente e rivoluzionario al tempo stesso e definendo la nuova eleganza, sempre in bilico tra tradizione e innovazione.
A concludere la settimana, oltre all’eleganza estrema di Re Giorgio, l’affermazione pubblica di Domenico Dolce e Stefano Gabbana secondo i quali il brand non avrebbe mai collaborato e sostenuto il sistema degli influencer, e qui concordo coi due designer, ma siamo sicuri che l’ammissione sia veritiera? E infine la fake news di un quotidiano nazionale sull’ipotetica vendita del gruppo Prada a un fondo di Private Equity, notizia già smentita o comunque “aggiustata”.