Tutte le vite di Dior Homme
(Dior)
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Tutte le vite di Dior Homme

Kim Jones, al suo quinto anniversario come direttore creativo, omaggia i suoi predecessori. A partire da colui che ha dato inizio a tutto: monsieur Dior

Kim Jones celebra i suoi primi cinque anni alla direzione creativa di Dior Homme. Un’eternità se si guarda a tutti gli abbandoni degli ultimi mesi. È lui stesso a scherzarci su, dichiarando a margine della sfilata: «È un periodo piuttosto lungo di questi tempi, no?»

Il tempo non sembra aver scalfito l’animo dello stilista che con la sua collezione per la primavera/estate 2024 ha dimostrato di avere ancora molto da dire. «Dior è una maison di alta moda: i capi sono il fulcro. Al centro di Dior si trovano la silhouette, la forma, la realizzazione di livello superiore, le eccellenze artigianali» racconta Jones. «Mi piace pensare che durante i miei cinque anni qui, da Dior non abbia mai dimenticato questo particolare».

Guarda al futuro Kim Jones. «Bisogna cambiare tutto allo scoccare del terzo, del quinto e del settimo anno. Quello che mi interessa di più è mantenere questo brand motivato e in crescita» confida alle pagine di GQ. Questo non significa però chiudere i conti col passato, anzi.

Ecco che la collezione primavera/estate 2024 - uno spettacolare show in cui i modelli compaiono da botole nel pavimento - rende omaggio ai grandi protagonisti della maison francese, a partire dal suo fondatore per poi passare a Yves Saint Laurent, da cui Jones si lascia ispirare per le silhouette; Gianfranco Ferré con i suoi ricami; e Marc Bohan con le sue texture. «Un collage con influenze e iconografie pop che prende forma in un giardina di “uomini-fiore” e abbraccia tradizione e sovversione».

Una combinazione di autobiografie che si uniscono a quella di Kim Jones a formare la storia di Dior. E non manca un accenno al più controverso, ma anche più eccentrico, direttore creativo della maison francese, John Galliano, il creatore dell’iconica Saddle Bag che Jones reinterpreta ancora una volta, rinnovandone il profilo (più liscio) e dandole una nuova chiusura più funzionale, a sgancio rapido.

«Non ha senso distruggere ciò che funziona» commenta lo stilista. Una lezione che molti creativi dovrebbero tenere bene a mente.


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Mariella Baroli