Sipario sulle passerelle milanesi, tra glamour e polemica
Cala il sipario sulle passerelle milanesi che fino a ieri hanno presentato le nuove collezioni per la prossima primavera estate 2022. Un evento attesissimo, anche per il suo significato simbolico di ripartenza e di rinascita, che non ha mancato di regalare emozioni ma che soprattutto ha rivelato una creatività carica di nuova energia, di glamour e di quell'eleganza tutta italiana. Dalla concettualità di Prada e di N° 21 all'eclettismo di Dolce & Gabbana e di Marni, i designer e le aziende hanno scommesso sulla ripartenza dei mercati e sulla necessità (e voglia) da parte dei clienti di tornare a vestirsi per occasioni speciali e serate mondane. Non a caso le collezioni per la prossima estate parlano di femminilità e di seduzione, di trasparenze, di colore, di paillettes e di ricami. La nuova "sexytudine" suggerisce minigonne, mini abiti e reggiseni che diventano così uno dei trend più forti di questa stagione.
Tuttavia la kermesse milanese non è rimasta esente da critiche e polemiche, prima di tutte la corsa da parte delle aziende a voler tornare con eventi in versione fisica malgrado le normative Covid imponessero ancora forti limitazioni che hanno portato a una drastica riduzione degli inviti alle sfilate. A fronte di una voglia di ripartenza e di partecipazione la maggior parte delle sfilate sono stati riservate a una ristretta cerchia di invitati facendo così infuriare la restante parte degli addetti del settore. In secondo luogo lo stupore da parte di molti di come il sistema abbia dimostrato la volontà di tornare alle modalità e alle dinamiche pre pandemiche senza tenere conto delle nuove realtà alternative e digitali, mesi e mesi di discussioni e di confronti, di studio e analisi di soluzioni nuove e di strategie multimediali mirate a nuove soluzioni di design e di marketing dimenticate in un batter d'occhio.
Fortunatamente alcune aziende sono state più lungimiranti, come nel caso di GCDS che per presentare la nuova collezione ha scelto la modalità digitale, innovativa e democratica, presentando un video emozionale accessibile a tutti su You Tube.
Anche Gucci ha stupito, in realtà, con un progetto più complesso e innovativo: VAULT è il nuovo concept store online nato dalla visione del direttore creativo Alessandro Michele che stagione dopo stagione continua a stupirci con iniziative originali e visioni creative uniche, non ultimo Cartoleria Gucci, un temporary store aperto durante la Milano Design Week in via Manzoni tutto dedicato al mondo lifestyle di Gucci. Attenzione, Vault non è una mera piattaforma e-commerce, Vault è un mondo intero dove convivono narrazioni, emozioni, estetica e romanticismo, pensato come una serie di stanze virtuali all'interno delle quali trovare prodotti e oggetti dell'immaginario Gucci, pezzi vintage Gucci second-hand in alcuni casi personalizzati da Michele in persona, collezioni di giovani designer emergenti, racconti e poesie.
«Per me lo shopping non è semplicemente comprare delle cose. È instaurare un legame con loro, entrarci in relazione. Proprio questo legame oggi si è espanso. Nella mia mente ho sempre avuto l'idea di realizzare un luogo in perenne evoluzione dove poter svolgere conversazioni "impossibili" tra oggetti di provenienza, autori ed epoche differenti: protagonisti di un dialogo tra passato e presente, in grado di originare stimoli per il futuro. Mi sono detto: "Perché un brand di moda dove c'è un direttore creativo non può ospitare uno spazio di contaminazioni espressive, estetiche, sociali?". L'ho fatto seguendo il linguaggio più consono di questo secolo che è il posto dove tutti possiamo andare, la Rete. E lì abbiamo pensato a un laboratorio, una miniera di idee, di stranezze, di incontri improbabili, visto che Gucci è diventato la più grande piattaforma di incontri tra interlocutori che, in apparenza, non hanno nulla in comune. Quindi Vault è il luogo delle meraviglie che s'ibrideranno, si uniranno per dare vita a sempre nuove gestazioni: il grande talento di Gucci, del resto, è il non rimanere mai uguale a sé stesso, non invecchiare mai». ha dichiarato Alessandro Michele.
Il vero evento che ha concluso la settimana della moda milanese però è stata l'inaspettata sfilata della collezione Versace by Fendi, Fendi by Versace (già rinominata Fendace).
«È una prima volta nella storia della moda: due designer che hanno un vero dialogo creativo che nasce dal rispetto e dall'amicizia. Ci ha portato a scambiarci i ruoli per creare queste due collezioni» dichiara Donatella Versace, direttore creativo Versace. Le due case del lusso ci tengano anche a sottolineare che questo progetto non è una collaborazione ma piuttosto una sinergia mirata a sottolineare l'eccellenza della moda italiana. Le due expertise artigianali ed estetiche si confrontano, archivi a disposizione e libera interpretazione, che hanno permesso la realizzazione di questa collezione elegante e glamour.
Ispirato alle creazioni della Maison alla fine degli anni Novanta, VERSACE BY FENDI esplora un'idea di dualità, più acutamente vista in una fusione del monogramma Fendi con il motivo iconico della Greca Versace. FENDI BY VERSACE prende una posizione più punk rock con Donatella Versace che dichiara la contaminazione e l'interruzione come chiave.