Parola d'ordine: ripartire
Valentino
Moda

Parola d'ordine: ripartire

Ora ci siamo, è arrivato il momento di programmare, anzi, riprogrammare il weekend, la vacanza, i voli, le escursioni. L'escapismo diventa di grande attualità, anche per la moda che ne ha fatto uno dei trend dominanti delle ultime collezioni

Escapismo: evasione dalla realtà; tendenza a cercare distrazione da ciò che andrebbe, invece, sopportato.

Questa parola è di grande attualità in questo momento storico per ovvie ragioni. Ora ci siamo, è arrivato il momento di programmare, anzi, riprogrammare il weekend, la vacanza, i voli, le escursioni. Finito il tempo della reclusione (almeno per molti di noi) siamo finalmente pronti per affacciarci al mondo, di nuovo. Probabilmente con nuove modalità, attraverso dinamiche diverse da quelle alle quali eravamo abituati, ma poco importa, l'importante è evadere.

Escapismo dicevamo di grande attualità. Lo è anche nella moda che ne ha fatto uno dei trend dominanti delle ultime collezioni, comprese quelle che ci aspettano per l'autunno inverno.

Dopo diverse stagioni di collezioni ispirate all'homewear e allo sportswear, al casual e al comfort, giustificate dalle aziende come conseguenza delle nuove esigenze dei consumatori in funzione della reclusione forzata e dell'assenza di mondanità, le nuove collezioni infondono un'idea di nuovo Rinascimento (che non a caso è un altro dei trend imperanti di questa e della prossima stagione). Una nuova creatività, moderno romanticismo, la chiara voglia di apparire di nuovo, di evadere. In questa rimodulazione estetica le aziende hanno focalizzato appunto le nuove esigenze quotidiane tra cui ovviamente la voglia di vacanza e di fuga dalla città e dal lavoro. Perché i nuovi bagagli devono essere pratici, veloci, devono avere stile ed essere funzionali al tempo stesso. Dagli abiti lavabili a quelli "iron-free", dai capospalla leggeri e formali a quelli casual performanti.

Un'evoluzione del guardaroba che era comunque inevitabile, indipendentemente dal momento storico.

In apertura parlavamo di ripartire, di nuove modalità di programmazione e organizzazione. Vorrei citare un frase di Hermann Hesse sull'arte del viaggio: «Viaggiare deve comportare il sacrificio di un programma ordinato a favore del caso, la rinuncia del quotidiano per lo straordinario, deve essere strutturazione assolutamente personale delle nostre inclinazioni». Un'affermazione fredda, razionale, ma che potrebbe essere una nuova metodologia di pianificazione della vacanza. In fondo il processo creativo alla base di ogni collezione non segue lo stesso schema?

Hermès, l'arte del viaggio

Da sempre Hermès è sinonimo di eleganza, lusso e tradizione, un marchio storico che ha fatto dell'eccellenza il proprio tratto distintivo e dell'artigianalità il proprio marchio di fabbrica. Entrare nel mondo Hermès significa volare con la fantasia, immergersi nel sogno, lasciarsi affascinare da racconti di terre lontane, e soprattutto viaggiare.

D'altronde le collezioni di accessori di questa Maison hanno sempre evocato l'immaginario del viaggio, dell'evasione e della velocità, a partire dalle prime produzioni di selleria fino ad arrivare alle prestigiose creazioni di oggi che si contraddistinguono, come già asserito, per l'alta qualità innanzitutto, ma anche per il design ricercato e per l'estrema funzionalità, per il valore intrinseco di un lusso understated e per le proposte cromatiche sempre imprevedibili, brillanti, a volte ludiche.

Le proposte per ogni occasione di viaggio e tempo libero non mancano mai in casa Hermès, dagli iconici foulard ai borsoni 48 ore, dai set per il picnic ai panni da stendere sul prato, dai teli da mare in fantasie uniche e originali ai cappelli per proteggersi dal sole. Per chi invece non intraprende un viaggio per il semplice relax ma preferisce un approccio più dinamico e sportivo la collezioni contemplano costantemente gli equipaggiamenti per gli sport più elevati, come golf ed equitazione, in un connubio tra tecnicità ed eleganza unico.

Inoltre viaggiare in Hermès è sicuramente di buon auspicio considerando che Hermes, divinità dell'Antica Grecia per tutti messaggero degli dei, era anche il dio del viaggio, protettore di coloro che si traghettavano tra mondi fisici e psichici.

Louis Vuitton x NBA Capsule Collection

Un altro canestro per Virgil Abloh, Direttore Artistico della collezione uomo Louis Vuitton che anche per questa stagione (pre-fall 2021) conferma la collaborazione tra la Maison francese e la National Basketball Association (NBA). Un progetto decisamente in sintonia con quello che è il percorso creativo della collezione Vuitton che da diverse stagioni si riappropria di un'estetica più formale ma attualizzata dalle contaminazioni di matrice sportiva.

Il risultato finale è una capsule collection dinamica e contemporanea frutto del bagaglio stilistico Vuitton e delle memorie culturali di quella pallacanestro anni Novanta che tanto ha influenzato la moda e le nuove generazioni, il basket del nostro immaginario collettivo per intenderci. Non a caso la proposta di gioielli ispirati a quel periodo, collane a catena e anelli, rivisitati nelle dimensioni e personalizzati con il logo LVxNBA. Il resto della collezione è composto da un guardaroba completo adatto ai vari momenti della giornata e più in generale ai diversi contesti urbani, stile decisamente casual e informale.

Abiti dal sapore anni Novanta squadrati, bomber in pelle da basket player, felpe, pantaloncini e parka tecnici hanno un denominatore comune ovvero il lettering, stile college della Maison o il logo LV. Ancora più espliciti e frutto della trasversalità di questo progetto sono gli accessori. I borsoni in pelle riportano chiari riferimenti al basket, come la rete del canestro che crea una tasca esterna o il nuovo pellame che ricorda la texture dei palloni. Alcuni pezzi della collezione sono stati creati con la collaborazione del designer Don Crowley, famoso per le sue contaminazioni creative tra design e sport. Ma la vera chicca da collezione di questa capsule collection sono decisamente i palloni logati Louis Vuitton ed NBA, disegnati esclusivamente da Virgil Abloh e ovviamente prodotti dalla Wilson Sporting Goods & Co.

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Alessandro Ferrari