Tamberi e Yamamay: due esempi di italianità nel mondo
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Tamberi e Yamamay: due esempi di italianità nel mondo

Intervista al campione olimpico, nuovo ambassador del brand di intimo e abbigliamento

Se il detto che non bisognerebbe mai incontrare i propri eroi ha un fondo di verità, Gianmarco Tamberi rappresenta una chiara eccezione. Ancora emozionato dopo aver incontrato alcuni dei suoi fan nello store Yamamay di Piazza Cordusio a Milano, Gimbo commenta come l’affetto delle persone sia per lui un motivo d’orgoglio, dimostrazione di come dietro l’atleta ci sia una persona reale, a cui — come ripetuto da tanti — «si vuole bene».

Perché bastano pochi secondi per capire che Gianmarco Tamberi è esattamente come lo si vede. «Ho sempre cercato di essere me stesso il più possibile, mai una macchina da prestazioni ma un essere umano» racconta lui stesso con il sorriso, nonostante il difficile periodo vissuto a causa di alcuni problemi di salute che gli hanno reso impossibile performare al meglio durante le Olimpiadi di Parigi.

«Ho appena finito una stagione molto complicata» confida l’atleta. «Le ultime gare hanno colmato quel vuoto che mi ha lasciato Parigi (ha vinto quattro gare su cinque, ndr) e che mi ha portato a mettere tante cose in discussione, anche cose che non andrebbero messe in discussione. Ancora una volta però ho deciso di rimettermi in piedi e tornare il prima possibile in pedana ed essere ancora una volta un esempio del fatto che quando si cade, ci si rialza».

Se dovesse lanciare un messaggio ai suoi fan, sarebbe proprio questo. «La mia carriera mi ha insegnato che nei sogni bisogna crederci fino alla fine, fino a quando si sono esaurite tutte le possibilità. Perché è proprio nel momento in cui abbiamo meno possibilità, e come esseri umani tendiamo a tirarci indietro, è in quel momento che bisogna buttarsi e dare il massimo», spiega il campione. «Se hai tutte le possibilità al mondo di fare una cosa, vuol dire che quella cosa non è grande abbastanza per te».

Una storia di resilienza e passione quella di Tamberi, che si definisce sportivo sin da bambino. «Lo sport era un modo per sfogare le mie energie. Ho iniziato a giocare a pallacanestro a quattro anni, quando ero così piccolo che ero io a rotolare invece della palla (ride, ndr). Ho provato praticamente tutti gli sport possibili prima di scegliere il salto in alto».

«Un italiano che cerca di portare l’italianità nel mondo», per Gimbo, Yamamay — brand che lo ha scelto come ambassador — è più simile a lui di quanto si possa credere. «Sono entusiasta e orgoglioso di sposare questo progetto. E ho molta voglia di crescere insieme. Come me, Yamamay è nato dal nulla, da solo. Nello sport nasci e ti dai da fare per ottenere quello che vuoi ottenere, nonostante le difficoltà. Mi affascina come un brand italiano sia stato in grado di crescere in questo momento storico così difficile».

E se la partnership con Yamamay è solo agli inizi, l’atleta non esclude di firmare in futuro una sua collezione — «dopotutto il fratello di Chiara (Bontempi, moglie di Tamberi dal 2022, ndr) è uno stilista, quindi potrebbe darmi una mano» — come quella nata in collaborazione con il cantante Geolier per l’Autunno 2024.

Il capo preferito del campione olimpico? I boxer invisibile. «Non posso più farne a meno».


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Mariella Baroli