L’eleganza in un cappotto
Vissuto nella sua eleganza più formale o interpretato nella sua anima radical-chic, il cappotto si conferma capo iconico in questa stagione invernale
Esiste un guardaroba che al suo interno non contenga almeno un cappotto? Se sì significa che quel guardaroba non è completo! A tutti gli effetti il cappotto è un capo oggi imprescindibile per uno stile urbano distinto, sia negli outfit più formali che in quelli più decontratti, perché in realtà il simbolismo di questo capo evergreen è legato al concetto di eleganza e di statement sociale.
Fin dalle sue origini storiche, che risalgono alla marsina del XVIII secolo, e seguendo in tutte le sue versioni nell’evoluzione socio-culturale, il cappotto ha sempre rappresentato uno status sociale elevato, oggi democratizzato e sdoganato come capo iconico sia dai consumatori più maturi che dalle nuove generazioni.
La conferma ci arriva dalle passerelle che hanno presentato le collezioni per questo autunno-inverno. A partire da Valentino dove Pierpaolo Piccioli, direttore creativo, lo ha elevato, insieme alla camicia bianca e alla cravatta, a capo simbolo della stagione declinandolo in versione macro optical bianco e nero, block color in rosso oppure in giallo e super glamour, ricamato con piume di struzzo. Anche Max Mara lo celebra, in tutti i sensi, aprendo la sfilata con una splendida Gigi Hadid ma soprattutto cogliendo l’occasione per celebrare il decimo anniversario del modello “Teddy”, capo ormai iconico e rappresentativo del brand che 10 anni fa ebbe la visione di proporre il cappotto in orsetto ecologico.
Le versioni presentate dai vari designer sono diverse, dalle strutture più rigide che ricordano una divisa militare all’adattamento oversize, molto contemporaneo grazie ai volumi cocooning a uovo. Molto elegante la versione vestaglia, senza bottoni e dall’allure comfy-chic. Denominatore comune, tuttavia, un design minimalista e soprattutto la lunghezza, preferita se alle caviglie.