I cambiamenti del menswear negli anni al Festival di Sanremo
Dal 1951 sino a oggi, com’è cambiato lo stile dell’uomo sul palco dell'Ariston?
Manca sempre meno all’attesissimo appuntamento annuale più seguito d’Italia, e la lunga maratona di Amadeus e Gianni Morandi inizia a intravedere il traguardo.
È il 29 Gennaio del 1951 quando Nunzio Filogamo, indossando un completo scuro con camicia bianca e cravatta, apre e dà inizio alla prima edizione del Festival di Sanremo, arrivato oggi alla sua 73° edizione.
Nelle grandi occasioni siamo sempre stati soliti soffermarci qualche minuto in più sui look delle donne, o almeno finora è stato così, perché finalmente qualcosa sta cambiando.
Nunzio Filogamo (Photo by Mondadori via Getty Images)
I primi anni del Festival gli uomini, concorrenti o presentatori, hanno sempre scelto abiti eleganti o grandi classici, sicuramente coerenti con i tempi che correvano. Oggi invece l’uomo ha acquisito nuove consapevolezze e vuole sperimentare mettendosi alla prova. Prima però di parlare delle nuove generazioni, facciamo un salto nel passato per vedere come nel tempo sono cambiati mode e stili.
Nel 1958 Domenico Modugno trionfa con il brano Volare indossando uno smoking dalla giacca chiara e papillon. Luciano Tajoli sceglie una giacca fantasia a righe, ben visibili alla TV in bianco e nero di quei tempi, e vince con Al di là.
Nicola di Bari e Nada (Photo by Mondadori via Getty Images)
Nicola di Bari trionfa con Nada nel 1971, insieme cantano Il cuore è uno zingaro lei in un abito vaporoso e lui con un completo scuro e camicia bianca ricamata.
Un frac attillato adornato da una brillante medaglia al petto, il capo coperto da un cilindro e ai piedi delle scarpe da ginnastica con in braccio il suo ukulele. Così Rino Gaetano, considerato un outsider, si fa spazio tra i big del festival nel 1978 arrivando 3° in classifica con la sua Gianna e presentandosi nella sua mise più elegante.
Matia Bazar (Photo by Egizio Fabbrici/Mondadori via Getty Images)
Nel pieno degli anni Settanta i Matia Bazar, vincitori della 28° edizione, interpretano al meglio la moda di quei tempi e donano un tocco tutto nuovo al Festivial. Stivali al ginocchio come must abbinati a completi gessati o di raso, tra loro spicca il total look white con risvolti della giacca decorati da strass.
Un veterano del festival che vanta ben 15 partecipazioni è sicuramente Al Bano, che vince nel 1984 con Ci sarà in compagnia di Romina Power. Con lui vediamo come l’abito ha cambiato aspetto, infatti sceglie un tessuto più luminoso e arricchisce i bordi con una lunga linea di strass.
Eros Ramazzotti (Ansa)
Con il passare degli anni Ottanta vediamo l’eleganza che ha da sempre caratterizzato il festival allentare la presa, ma non per questo, quando il giovanissimo Eros Ramazzotti si presenta con camicia e pantalone di jeans completando il tutto con calzini di spugna bianchi e mocassini è passato inosservato. Nonostante lo stupore generale, è proprio il ventitreenne che vince l’edizione con Adesso tu.
Già in questi anni possiamo percepire come gli artisti inizino la ricerca del proprio stile, differenziandosi e interpretandolo al meglio. Infatti, Enrico Ruggeri, ancora oggi coerente con il suo linguaggio, si presenta nel 1993 in una colorata giacca verde acceso per poi vincere in giacca di pelle con il brano dalle note rock Mistero.
Francesco Renga (Ansa)
Dopo aver intuito che a volte basta un completo scuro per presentarsi eleganti, inizia la nuova tendenza di scegliere camicie poco più appariscenti in modo da distinguersi dagli altri. Ed è ciò che fa Francesco Renga nel 2005, vincendo con Angelo e indossando per la serata finale una camicia nera, come l’abito, ma ricamata da mille paillettes anch’esse nere.
Marco Mengoni nel 2013 è stato da tutti apprezzato non solo per la canzone vincitrice, L’essenziale ma per i suoi look eleganti e non banali ideati da Massimo Giornetti e firmati Salvatore Ferragamo. Il cantante è anche tra i più attesi di quest’anno, quali sorprese avrà in serbo?
Achille Lauro (Ansa)
Arriviamo ora alle ultime edizioni, diventato ormai un palcoscenico portavoce di messaggi sociali, le scelte stilistiche delle recenti edizioni ha lasciato molti sconcertati, tra i pionieri degli ultimi tempi non possiamo non citare Achille Lauro. Accusato di aver ridicolizzato il palco più importante d’Italia, la 70° edizione del Festival ha visto le prime performance dell’artista prender vita lottando contro le differenze di genere. Inizialmente criticato ma forse oggi più compreso di ieri, è anche grazie ad artisti come lui che oggi in molti si sentono più liberi di esprimere la propria personalità, che si tratti di celebrità o meno.
Blanco (Photo by Marco Piraccini/Archivio Marco Piraccini/Mondadori Portfolio via Getty Images)
L’ultima edizione ha visto il trionfo di Mahmood e Blanco con Brividi. Chiacchieratissime le camice semitrasparenti firmate Valentino indossate da Blanco, che ha dimostrato come non esista una sola estetica capace di definire un uomo, anzi.
- Sanremo Moda: l'«eleganzissima» Drusilla ›
- Sanremo Moda: Armocromia canaglia ›
- Sanremo Moda: Ornella Muti conquista anche senza re Giorgio ›
- Sanremo 2015: le pagelle ai look della prima serata ›
- Sanremo 2017: le pagelle ai look della seconda serata ›
- Sanremo 2016: le pagelle ai look della seconda serata ›