Studiare moda in Italia, un'eccellenza spesso sottovalutata
«La moda non è solo un banale interesse, ma un vero indicatore di dove sta andando una cultura. Come il teatro, il cinema, l'arte o la musica, è diventato uno dei vettori culturali che ci danno un'idea di ciò che sta accadendo nella nostra società».
A parlare è Harvard, una delle università più riconosciute a livello mondiale. Lo studio della moda è un argomento che si trova spesso al centro del dibattito culturale, dopotutto l'abbigliamento continua a occupare un ruolo centrale in molte economie, tra cui quella italiana, dando lavoro a milioni di persone. Secondo il presidente del CNMI (Camera Nazionale della Moda Italiana), Carlo Capasa, alle scuole medie bisognerebbe dedicare almeno un'ora al made in Italy. L'obiettivo è quello di «far capire a potenziali futuri artigiani il valore di una professione e ai futuri consumatori l'importanza della qualità».
Sono tante le realtà in Italia che permettono di studiare moda e affacciarsi in maniera consapevole e preparata al mondo del lavoro, così come sono sempre più numerose le iniziative a sostegno di quei giovani che amano la moda e sognano un futuro in quel campo. L'Associazione Piattaforma Sistema Formativo Moda, ad esempio, da sette anni mette in scena la «Fashion Graduate Italia», la prima e unica fashion week gratuita aperta al pubblico, dove i migliori studenti diplomando e laureandi di Accademie, Istituti e Scuole di moda italiane possono mostrare i loro lavori.
Partendo dallo slogan «Come Up!», l'edizione di quest'anno si è composta di 16 sfilate phygital più una serie di workshop pratici e talk di approfondimento per raccontare l'evoluzione del settore formazione moda e, più in generale, i trend del sistema moda. L'edizione mira a rafforzare la promozione a livello internazionale, dando visibilità all'eccellenza del sistema formativo Moda italiano, attraverso una partnership strategica con Artsthread, leader nei portali verticali di Moda, Design e Arte. Piattaforma Moda intende dare il proprio contributo per aumentare l'attrattività del nostro Paese, anche a livello internazionale, raccontando l'eccellenza della proposta formativa nel settore della moda e, più in generale, delle discipline creative. La comunità delle scuole di Piattaforma Sistema Formativo Moda oggi conta circa 10.000 studenti e 4.000 docenti, in costante aumento ad esclusione del periodo pandemico.
L'evento Fashion Graduate Italia gode del sostegno di Regione Lombardia e ha ricevuto il patrocinio dell'Assessorato a politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio, Moda e Design del Comune di Milano. Oltre al supporto del percorso formativo, all'incontro degli studenti con il panorama lavorativo di settore e alla valorizzazione dell'offerta formativa sul territorio, l'edizione 2021, in particolare, sviluppa contenuti e introduce strumenti che rendono l'iniziativa strategica nell'ambito della valorizzazione dei giovani e del loro inserimento nel mondo del lavoro. Quest'anno, oltre a momenti dedicati alla portfolio review e alle due giornate dedicate al Job Speed Date, promosse in collaborazione con Confindustria Moda e con Umana, è stato attivato un hub dedicato ai portfoli dei migliori studenti diplomandi delle scuole associate sul sito di Fashion Graduate Italia e sulla piattaforma di Artsthread.
L'assessore Lara Magoni ha così commentato l'iniziativa: «La moda rappresenta un settore nevralgico per l'economia lombarda ed italiana e il suo rilancio, dopo un periodo particolarmente difficile, passa dalla creatività e dall'entusiasmo dei nostri giovani. Fashion Graduate Italia 2021 è una vetrina importante per i talenti in erba dei nostri territori. Il futuro è nelle mani dei ragazzi e da sempre Regione Lombardia crede fermamente nella loro voglia di emergere in ambiti così competitivi come la moda e il design. Sono convinta che il 'saper fare artigiano' insieme all'inventiva e al 'genio' dei nostri designer, sapranno diventare volani positivi per il riposizionamento internazionale della Regione».
Chiara Autiero - KAÌ
Il progetto KAÌ nasce da un ragionamento sulla ciclicità e sulla caducità della vita. Questo ragionamento viene affrontato attraverso un percorso a tre capitoli.
Nel primo capitolo si parla di come la ciclicità sia la struttura fondamentale dell'universo, e si cerca di trovare, ragionando sul singolo, un modo in cui egli possa lasciare un segno in mezzo all'infinito.
È nel secondo capitolo che si trova una soluzione a questo quesito: è possibile lasciare un segno che possa diventare un punto cardine in mezzo all'eternità del ciclo, ma solamente attraverso un contatto, non solo fisico ma anche emotivo con tutto ciò che ci circonda e con noi stessi. Questa connessione non può avvenire se non per mezzo della sensibilità dell'individuo, e della sua capacità di emozionare ed emozionarsi.
Lasciando questo segno l'individuo riesce finalmente a spezzare la periodicità, e ad andare oltre la apparente chiusura di un ciclo, consapevole che il segno che ha lasciato sarà, nell'Oltre, la sua eredità; un Oltre di cui non si conosce niente, se non il fatto che esista, ignoto ed anch'esso, nuovamente, eterno.
Questi concetti sono stati poi rappresentati concretamente nel progetto sotto forma di geometrie essenziali e colori primari, bianco e nero.
Una parola chiave importante è esperienza, poiché è la soggettività dell'individuo che indossa i capi a rendere la collezione davvero unica.
Marangoni collabora con Triumph per un progetto speciale
L'Istituto Marangoni, in partnership con Triumph, ha presentato un entusiasmante progetto di design realizzato dalle Alunne dell'Istituto che vede protagonista Amourette, reggiseno iconico e best seller del brand.
«La collaborazione con Istituto Marangoni e i suoi talenti altamente qualificati ci ha permesso di esplorare nuovi modi di comunicare un capo ormai divenuto iconico per le donne che continuano a sceglierlo e riscoprirlo. Il mercato della lingerie è in continua evoluzione e cambiamento e, da sempre, siamo in prima linea per quanto riguarda design e sviluppo. Lavorare con nuovi talenti ci permette di innovare anche nell'approccio alla comunicazione» ha dichiarato Nicola Tacchi, global head of marketing Triumph.
Nel corso di otto decenni, Istituto Marangoni ha visto nascere la moda e il design italiani, sostenendone lo sviluppo e formando giovani talenti che avrebbero poi contribuito alla crescita di questi settori.
Per Stefania Valenti, managing director di Istituto Marangoni: «Questa collaborazione nasce all'interno del progetto I'M Corporate Lab che si prefigge di sviluppare vere e proprie iniziative di consulenza alle aziende per la realizzazione di progetti concreti. La partnership con Triumph offre ai nostri Alumni un'esperienza unica accanto ad uno dei principali marchi di lingerie al mondo. Avere l'occasione di applicare la loro creatività e visione artistica ad un brand e ad un prodotto così iconici è una grande opportunità, per continuare a raccontarne l'eredità ma con uno sguardo e appeal creativi per le generazioni future».
La collaborazione ha dato a questi giovani talenti emergenti la possibilità di reinterpretare Amourette attraverso la loro propria visione, unica e innovativa, con l'obiettivo di realizzare un progetto in-store, accattivante per le clienti più giovani che, come le generazioni prima di loro, sono attratte dal fascino intramontabile di Amourette.
Il risultato è "Amourette Bar": un concept fresco e moderno che, attraverso un design creativo, colorato e vivace, racconta il reggiseno Amourette come alleato perfetto anche per i momenti di puro divertimento. Il concept presenta infatti un menu di cocktail affiancati da cinque reggiseni Amourette corrispondenti, da scegliere in base alle proprie preferenze personali, dal wireless al reggiseno con il ferretto, dal modello liscio a quello con il pizzo. L'unione di questi diversi elementi porta alla scelta del proprio reggiseno Amourette ideale, così come un mix di ingredienti definisce il proprio cocktail preferito.
IUAD Accademia della moda - Fashion Graduate
L'identità è il filo conduttore delle dieci collezioni degli alunni di Accademia della Moda Iuad, identità in costante cambiamento come una tela grezza in cui i contrasti convivono, identità nel ricordo o in quella Pirandelliana che porta l'uomo a confrontarsi con i canoni di una società artefatta vivendo angosce e paure. Tutto legato al concetto di sartorialità e artigianalità che si compone e scompone come il cubo di Rubik o con la tecnica del kintsugi giapponese, ma anche uno sguardo a tecniche a telaio filippine o il macramè che dà vita ad un metissage tra Oriente ed Occidente. Tutto questo senza dimenticare uno dei temi più importanti della moda di oggi, ovvero la sostenibilità attraverso il recupero e la trasformazione degli scarti di tessuto. Un viaggio senza confini interiori, creativi e geografici capace di emozionare e riportarci al mondo della sartoria e della sperimentazione di forme e tessuti.
La collezione "homo homini lupus" di Raffaella Petraccaro presenta l'individuo nel suo egoismo, in una società che appare omologata e dedita esclusivamente al lavoro e alla produzione.
Il progetto "Episodio 22" è un flash della mia mente, del suo ideatore, Michele Ricci che ha come protagonista un'identità che è una tela grezza in cui i contrasti convivono.
Michelle Giambi con il suo progetto "Yowai" si basa sulla tecnica kintsugi giapponese, si basa sulla filosofia wabi- sabi, nella quale vige l'imperfezione.
La collezione 'Contesto' di Elena Sofia Casolaro unisce attraverso il macramè Oriente e Occidente.
"Ala ala" è una collezione che rappresenta la cultura e le origini filippine di Johna Mae Gardose, le lavorazioni tipiche del suo paese come la tessitura a telaio.
Annalisa Palmisano si ispira, per la sua collezione "Incastro perfetto" al cubo di Rubik e combina sartoria con modellistica sperimentale.
"Waste" di Jasmine Govetosa è un viaggio nell'upcycling, un cambiamento sostenibile attraverso il recupero e la trasformazione degli scarti.
L'uomo, dominato da queste sensazioni, non riesce a trovare una via d'uscita, appare come INCAPACE di Gaia Iovinella.
"Remember" di Raffaella Cinquegrana si impegna nel recupero dei tessuti dei corredi di famiglia e sulle lavorazioni interamente fatte a mano dalle donne di una volta. Ogni elemento permette di creare una storia, un racconto e trasmettere un'emozione senza tempo.
"I Don't Wanna Be Persona" di Remo Vanacore è una collezione queer dove l'identità appare mutevole, in continuo movimento. "An.bi.de" è l'espressione che rappresenta" Ansia, depressione, bipolarismo.