Soft Punk: quando la moda riscrive le regole
(Photo by Justin Shin/Getty Images)
Tendenze

Soft Punk: quando la moda riscrive le regole

L'eleganza diventa una raffinata forma di sovversione

«Soft punk». Ricordate bene questo termine perché sarà al centro delle tendenze per il prossimo autunno inverno. A meno di un anno dalla morte della mamma del punk, dame Vivienne Westwood, la moda lo racconta con una nuova leggerezza (o per meglio dire libertà) facendo sbocciare fiori colorati su abiti neri e utilizzando le borchie per creare effetti tridimensionali e trasparenze sensuali.

Si potrebbe forse paragonare al «pop punk», la versione più mainstream del genere che ha avuto la sua massima popolarità negli anni Ottanta e sta vivendo un ritorno sulle scene grazie a personaggi delle nuove generazioni come Olivia Rodrigo o Machine Gun Kelly (che solo un anno fa era stato protagonista della sfilata uomo di Dolce&Gabbana).

Il soft punk porta con sé tutta quella voglia di libertà, espressione e provocazione degli anni Settanta, ma lo fa in una chiave più diversa; più sensuale (come aveva fatto in passato Gianni Versace) e più chic.

L’eleganza diventa una raffinata sovversione. Come nel caso di Fendi che fa delle asimmetrie una forma di ribellione, una rilettura della tradizione sartoriale cui Kim Jones accompagna tinte glamour e pelle. È stato lo stesso stilista a dichiarare, durante la sua sfilata lo scorso febbraio: «La collezione è decostruita, ma lussuosa. C’è un piccolo accenno al punk e alla mia ammirazione per il fai-da-te, ma si sposta verso qualcosa di chic».

Il risultato è un capolavoro di complessità celata dove la maglieria appare tagliata, se non addirittura deformata. Le maglie sono indossate in modo liberto, volutamente sbottonate, proprio a riprendere quell’attitudine punk.

È invece «aristo-punk» il sogno di Jeremy Scott per Moschino che, nella collezione autunno inverno 2023, rilegge un movimento che ha dato molte speranze di cambiamento sociale. Lo stilista trae ispirazione dall’immagine della principessa Gloria Thurn und Taxis per dimostrare che la dirompente del punk può avere un posto anche nel presente; anche nel lusso.

Da Moschino sono punk anche i ball gown in tulle, gli abiti da sera in duchesse rosa, i bustier che reggono le mille ruchette dell’abito lungo nero, le scarpe tempestate di spille preziose e colorate, il tacco delle pump a saetta. L’anticonformismo non è solo pelle e borchie, può essere anche soft - delicato - ma altrettanto potente.

Allo stesso modo, la collezione «Black Tie» di Valentino è un racconto neo punk dove l’immagine della cravatta viene riscritta grazie a suggestioni ribelli. I confini si annullano: giorno e notte; maschile e femminile; eleganza e uniformità.

L’iconica forma grafica «Rockstud», presentata per la prima volta nel 2010 e che caratterizza décolleté e borse della griffe, diventa un elemento di punteggiatura in tutta la sfilata, confermando il doppio linguaggio estetico, tra storia e contemporaneità, tra rinascimento e punk.

Pierpaolo Piccioli racconta un nuovo modo d’essere, senza perdere la sua attitudine couture. Così anche la camicia bianca si scompone per dare vita a vere e proprie mutazioni, che siano mini-abiti, giacche over su gonne corte, oppure gonne longuette, o ancora una tuta, una mantella o un maxi abito-camicia, che vengono indossati sia dalle modelle che dai modelli.

Louis Vuitton

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Mariella Baroli