Mona Lisa and the blood moon, Kate Hudson a Venezia in un fantasy psichedelico
Un film esile, quello di Ana Lily Amirpour, con una trama ridotta all'osso, che comunque solletica i sensi con il suo luna park di luci fluo e canzoni trascinanti, a favore degli emarginati. La diva americana: «Tutti noi creativi in fondo ci sentiamo degli outsider»
C'è Ana Lily Amirpour alla Mostra del cinema di Venezia, ed ecco con lei il suo luna park di luci fluo, note trascinanti e visioni a favore degli emarginati. Il suo film in concorso Mona Lisa and the blood moon (in italiano Monna Lisa e la luna di sangue) è una discoteca fantasy a cui abbandonarsi, per le vie di New Orleans, una favola dark metropolitana variopinta e ritmata. È un film esile, sicuramente, con una trama scarna ridotta all'osso, ma solletica i sensi. È più di suggestioni che di radicamento. Come la sua diva di punta, Kate Hudson, che si presenta ai giornalisti in abito dorato, svolazzante, forme e leggerezza.
Per Mona Lisa and the blood moon alla proiezione per la stampa in Sala Grande applausi moderati.
La regista indie americana di origini iraniane è presenza nota al Lido di Venezia: nel 2016 ha vinto il Premio speciale della giuria per la sua opera seconda The bad batch, storia d'amore selvaggia e pulp nel deserto dei reietti d'America. Il film d'esordio A girl walks home alone at night, horror western su una vampira in chador, fece breccia al Sundace, aprendoci al suo universo fatto di contaminazioni di generi e tanta musica.
Mona Lisa and the blood moon mescola l'horror, il romanzo di formazione, il fantasy.
Protagonista è Mona Lisa (interpretata dall'attrice sudcoreana Jun Jong Seo, vista in Burning - L'amore brucia), una ragazzina rinchiusa per un decennio dentro un manicomio, in stato catatonico. Una notte, quando in cielo si staglia una luna di sangue, si risveglia da un antico sonno e, grazie a misteriosi poteri soprannaturali, evade. Lasciando dietro di sé una scia di violenza. Si ritrova nelle strade paludose umide e pitturate di New Orleans, a Bourbon Street, nel cuore dell'antico Quartiere francese. Avanza con una fame atavica anelando patatine e hamburger, con gli occhi storditi di una bambina che non ha mai visto il mondo. Spersa, ricercata, macchiata di sangue, troverà in altri outsider come lei un aiuto verso la libertà: nel dj dubstep dagli occhiali con le lenti a stella (Ed Skrein), nella lap dancer da night Bonnie, sensibile al denaro (la Hudson), e, soprattutto, nel figlioletto di Bonnie che per liberarsi dalla rabbia danza aggressivamente (Evan Whitten).
Kate Hudson a Venezia per "Mona Lisa and the blood moon", 5 settembre 2021 (Foto: Ansa/Claudio Onorati)
«C'è qualcosa di Mona Lisa in noi… Credo che tutte le persone creative si sentano intrinsecamente degli outsider» dice Kate Hudson a Venezia.
Le fa eco la regista sceneggiatrice Ana Lily Amirpour, nata da genitori iraniani in Inghilterra ma trasferitasi a otto anni con la famiglia negli States: «Io sono sempre stata la strana, ero diversa nel vestire, nel parlare, ho cercato di adattarmi. Ma non mi sentivo di appartenere a qualcosa e ho dovuto trovare il mio spazio. Il cinema è diventato la mia tribù, qui mi sento protetta».
Come i film precedenti, Mona Lisa and the blood moon è preso per mano da una colonna sonora copiosa, che ci fa immergere nel mondo psichedelico di Mona Lisa, probabilmente ammantando ogni esiguità di copione. La musica è ipnotica, anche più della sua giovane protagonista. Si passa dal metal a musiche di atmosfera a note vintage. Da Mona Lisa di Natalie Cole a Estate di Bruno Martino. Ana Lily Amirpour ci spiega come ha trovato questo meraviglioso brano italiano anni Sessanta: «Che bella canzone! Un cantante fantastico! L'ho ascoltata quattro anni fa; ero con un'amica che me l'ha fatta sentire e mi sono detta 'Oh mio Dio, questa canzone devo metterla nel film!'». Quanto all'importanza della musica nei suoi film, Ana Lily Amirpour conferma: «Spesso penso alla canzone prima che al personaggio o allo script. Ho un radioregistratore che mi porto sempre dietro. La musica comunica a livello dello spirito, a volte a livello più profondo delle parole».
Per il suo fantasy da carnevale al led Ana Lily Amirpour, classe 1980, ha richiamato a sé fascinazioni che portava dentro da film come La Storia infinita, Ritorno al futuro e Terminator 2. L'altro personaggio del film è New Orleans, che emerge in tutto il suo fascino brulicante. «Abbiamo girato a Bourbon Street, nel Quartiere francese: quella follia e leggerezza, quel caos antico misterioso, ti travolgono come una magia incontrollabile».
Kate ricorda alcuni momenti folli delle riprese: «Mi sono ritrovata sdraiata in Bourbon Street, alle 3.30 di mattina, e ho pensato: 'Facciamo delle cose davvero pazze per il cinema'. Però ero sotto la guida di una delle mie registe preferite. C'è una parte di me nel mio personaggio, Bonnie: è una sopravvissuta, una guerriera, c'è molto fuoco in lei». E ancora: «Nella sequenza dell'inseguimento notturno, giravamo a 37 gradi. Mi sono voltata e ho visto Lily vestita da clown». Ana Lily Amirpour sorride e spiega: «Mi sono vestiva come qualcuno che si poteva trovare in Bourbon Street nel caso in cui, accidentalmente, fossi finita nelle riprese».