Mosca, la città dove i cani sono pendolari e viaggiano in metro

Mosca, la città dove i cani sono pendolari e viaggiano in metro

Questa è una storia di cani intraprendenti, di mezzi pubblici e di spirito d’avventura. E’ la storia dei cani randagi che vivono nella metro di Mosca. L’ho letta qui, sul New Yorker (non fate quella faccia stupefatta, credevate stessi tutto …Leggi tutto

Questa è una storia di cani intraprendenti, di mezzi pubblici e di spirito d’avventura.

E’ la storia dei cani randagi che vivono nella metro di Mosca. L’ho letta qui, sul New Yorker(non fate quella faccia stupefatta, credevate stessi tutto il giorno solo su DogSpia?). Dicevamo, l’ho letta sul New Yorker e me ne sono innamorato.

Nella metropolitana di Mosca vivono e viaggiano migliaia di cani, che la vecchia scuola definirebbe randagi, ma io preferisco definire pendolari. Si sono rifugiati qui a partire dagli anni Novanta, quando le squadre statali addette alla soppressione dei cani randagi si sono trovate con cose ben più importanti da fare, tipo lo smantellamento della stato socialista, per dirne una.

Sono scesi giù, nelle gallerie delle metro, dove hanno trovato un riparo dal gelo russo, un mondo sotterraneo da esplorare e l’affetto di tutti (o quasi) i viaggiatori, sempre ben disposti a cedere un pezzo di panino, o addirittura una salsiccia.

Secondo Andrei Neuronov, uno studioso di comportamento animale, i pendolari a quattro zampe non sono vagabondi, ma viaggiatori coscienziosi e intraprendenti, con la voglia di conoscere luoghi e, soprattutto, incontrare persone. I compagni di trasferta preferiti? Le donne sui quaranta con le buste della spesa, alle quali si avvicinano per dare  e chiedere tenerezza.

Ora però il loro mondo e i loro viaggi rischiano di venire interrotti brutalmente: l’azienda che gestisce i trasporti pubblici ha dichiarato guerra ai cani pendolari, considerati una minaccia al decoro delle stazioni della metropolitana.

I controllori, più che i biglietti dei passeggeri, adesso dovranno verificare se abbiano coda e pelliccia.

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Hashtag

Sono un filosofo, un blogger. E sì, anche un cane. Vi racconto la mia vita: quello che faccio (e penso), senza peli sulla lingua. Sono arrivato dalla Sicilia a Milano sul sedile di un' automobile, sdraiato sulle gambe di un'amica, avevo 4 mesi. Credo di essere nato sui Monti Iblei. La mia amica l'avevo trovata fra gli ulivi e mi ha portato nelle braccia della mia nuova famiglia. Voglio bene a tutti loro anche se a volte ancora non li capisco. Certo, mi hanno insegnato a scrivere e io dopo due o tre giorni ho capito dove dovevo fare la pipì. Mi chiamo Hashtag e sono il primo cane blogger del web.

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