Addio a Joao Gilberto, genio della musica brasiliana
Il grande cantante e chitarrista è morto a 88 anni nella sua casa di Rio De Janeiro. E' stato uno dei fondatori della bossa nova
Il mondo della musica piange la scomparsa di João Gilberto Prado Pereira de Oliveira, meglio conosciuto come João Gilberto, un gigante della musica brasiliana.
L’artista, tra i padri fondatori della bossa nova, è morto a 88 anni nella sua casa di Rio de Janeiro.Lascia tre figli, João Marcelo, Bebel e Luisa Carolina.
La notizia è stata data via social proprio da suo figlio Marcelo Gilberto.
Sesto dei sette figli di un commerciante benestante, Joao Gilberto era nato il 10 giugno 1931 a Jazeiro, nello Stato di Bahia, nel nord-est del Brasile.
Alla fine degli anni Cinquanta, insieme ad Antônio Carlos Jobim, Vinícius de Moraes e Carlos Lyra, Gilberto ha rivoluzionato la musica popolare brasiliana stabilendo le coordinate sonore della bossa nova, una commistione inimitabile tra samba e jazz che ha fatto sognare almeno due, se non tre generazioni di ascoltatori con canzoni indimenticabili.
Ne è un mirabile esempio Chega de saudade del 1959, un capolavoro trascinato dalla magnifica title track, tra i brani più famosi di sempre della musica brasiliana.
La voce carezzevole e straordinariamente espressiva di Gilberto, unita alla sua particolarissima tecnica nel suonare la chitarra (la famosa "batida"), hanno contribuito in modo decisivo al successo mondiale dell'album Getz/Gilberto del 1963, una pietra miliare della musica del Novecento, che ha accorciato le distanze tra due mondi, quello della musica popolare brasiliana del cantante/chitarrista e quello del jazz statunitense del sassofonista, apparentemente lontanissimi.
La canzone The Girl From Ipanema (Garota de Ipanema di Jobim e de Moraes), cantata in inglese da Astrud Gilberto, che fino ad allora faceva la casalinga e aveva accompagnato il marito solo per fargli da interprete, bissò il successo di Desafinado, vinse parecchi Grammy Award, diventando la più popolare e interpretata canzone brasiliana di ogni tempo.
L'album rimase 96 settimane nella classifica di Billboard e raggiunse la posizione n°2 (preceduto solo dai Beatles). Il singolo The Girl From Ipanema arrivò al 5º posto della classifica a metà del 1964.
Dopo questo clamoroso successo, 'Joazinho', come veniva chiamato dagli amici più cari, non incise nessun disco fino al 1968, quando uscì Ela É Carioca, un EP registrato durante la residenza in Messico.
Nel 1973 uscì João Gilberto, a volte citato come l'"Album bianco" della bossa nova, con riferimento al White Album dei Beatles.
Memorabile anche The Best of Two Worlds del 1976, realizzato in collaborazione con la cantante Miúcha, sorella di Chico Buarque, che era diventata la seconda moglie di Gilberto nell'aprile del 1965, dopo che Astrud lo aveva tradito con Stan Getz.
Nel 1977 pubblica Amoroso, impreziosito dall'orchestrazione di Claus Ogerman, che conteneva principalmente composizioni di Jobim, mescolate con i più vecchi samba e melodie nordamericane degli anni quaranta.
Nel 1980 fu prodotto Brazil, nel quale Gilberto collaborò con Gilberto Gil, Caetano Veloso e Maria Bethânia.
João, prodotto nel 1991, aveva una particolarità insolita: la mancanza di qualunque composizione di Jobim, mentre erano presenti brani di Veloso e di compositori in lingua spagnola.
Nel 2001 l'artista vince il Grammy a Los Angeles con l'album Joao: Voz e Violao, mentre nel maggio del 2017 fu insignito del dottorato in musica ad honorem dalla prestigiosa Columbia University.
Gilberto si è esibito con successo fino al 2015, quando si è ritirato dalla scene.
Il cantante/chitarrista era molto legato all'Italia, dove arrivò per la prima volta nel 1963 per una serie di concerti in Versilia e programmi per la Rai, mentre le sue ultime esibizioni risalgono a una decina di anni fa a Milano e a Umbria Jazz.
Indimenticabile la sua versione di Estate di Bruno Martino, che ha trasformato in uno standard internazionale del jazz.
Memorabili anche le sue fughe dal palco perché il pubblico tossiva troppo forte: per lui il concerto era un momento sacro di comunanza con gli spettatori e come tale andava rispettato.
Gli ultimi anni della sua vita sono stati funestati da difficoltà economiche e problemi di salute ma, per tutti gli appassionati della musica di qualità, Joao Gilberto rimaneva sempre il re della bossa nova.
Il re è morto, lunga vita al re. Obrigado, Joazinho.