Ornella Vanoni
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Musica

Ornella Vanoni al Blue Note: il racconto

Due serate nel celebre club milanese con "Ornella Free Soul": un'ora e mezza di jazz e di bossanova all'insegna della libertà e della simpatia

Sarò sincero: non avevo mai visto prima d'ora Ornella Vanoni dal vivo. E il sentimento generale che ho provato fin dall'inizio del suo concerto di ieri sera al Blue Note di Milano è stato essenzialmente stupore. Una piacevolissima sorpresa. 

Sono le 21 in punto quando arriva sul palco, vestita in total white, insieme ai tre musicisti che la accompagneranno fino al termine del concerto: Roberto Cipelli al pianoforte, Bebo Ferra alla chitarra e Piero Salvatori al violoncello. Si inizia con L'assente, Accendi una luna nel cielo e Sorry seems to be the hardest word. Un'apertura che lascia intendere la qualità e allo stesso tempo la varietà del live. 

Tra una canzone e l'altra, la Vanoni si diverte, racconta molti aneddoti. Ha dalla sua la storia della musica. Se deve cantare Tu sì 'na cosa grande ricorda quella volta che - con questa canzone - vinse il Festival di Napoli insieme a Modugno. Poi, senza aver programmato nulla, passa a raccontare una barzelletta "perchè bisogna tirarsi un po' su il morale".


Il progetto live che ha portato venerdì e sabato al Blue Note si chiama "Ornella Free Soul". Ed è lei stessa a spiegare che si tratta della sua situazione attuale: "Mi sento un'anima libera e mi diverto un mondo con i miei musicisti. È un progetto che presento al mio pubblico con emozione e molto entusiasmo". E ha continuato: "Per andare avanti bisogna cambiare sempre, con coraggio e passione. Questo trio fantastico ed eccezionale mi porta dentro l'anima una nuova gioia". 

I brani che presenta sono delle vere e proprie sorprese. Oltre ad alcuni suoi grandi successi, altri capolavori della musica italiana (e non solo): Mi sono innamorato di te, Amarsi un po', Vedrai vedrai, le storiche Senza fine e Rossetto e cioccolato,Raindrops keep falling on my head. Su Caruso, poi, la Vanoni si commuove. Un momento divertente su Pata pata di Miriam Makeba e la conclusione con Domani è un altro giorno.

Un live prezioso per la qualità tangibile. Ma soprattutto per la capacità della Vanoni di ricreare un'atmosfera intima e accogliente. Di quelle che solo i veri artisti sanno proporre. 

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Giovanni Ferrari