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Ansa/Claudio Onorati
Musica

Zucchero: trionfo a Roma nel nome del blues - Recensione

L’artista emiliano ha regalato quasi tre ore di grande musica al Palalottomatica tra nuovi brani, grandi successi e alcune sorprese

Un merito che viene universalmente riconosciuto ad Adelmo Fornaciari, meglio conosciuto come Zucchero, è quello di aver sdoganato anche in Italia un genere affascinante come il blues.

Migliaia di chilometri separano il Delta del Missisipi, dove è nata questa musica per alleviare la raccolta del cotone nei campi, da Roncocesi, un paesino in provincia di Reggio Emilia dove è nato Fornaciari.

Zucchero è riuscito ad accorciare queste enormi distanze grazie alla sua voce roca e passionale, al suo gusto melodico che ne addolcisce le asprezze, alla forza e all’irriverenza dei suoi testi.

Davvero impressionante la lista delle sue collaborazioni: basti citare, tra i molti, Miles Davis, Eric Clapton, Bono Vox, Sting, Mark Knopfler, Queen, Brian Wilson, B.B.King, Luciano Pavarotti e Tom Jones.

Zucchero è l’unico artista italiano ad essere stato invitato al leggendario show del 1992 in memoria di Freddie Mercury al Wembley Stadium di Londra e alla riedizione del Festival di Woodstock nel 1994 .

Per la sua ultima fatica discografica Black Cat del 2016, l’artista emiliano ha chiamato a raccolta un team all star di produttori, formato da Don Was(Rolling Stones, Bob Dylan), Brendan O'Brien(Bruce Springsteen, Pearl Jam, AC/DC, Aerosmith) e T-Bone Burnett(Roy Orbison e Elvis Costello).

Una scelta che si è rivelata vincente fin dalle prime battute di un disco eccellente, senza riempitivi, caratterizzato dalla tensione continua tra carne e spirito, tra irriverenza e introspezione, tra dolorosa consapevolezza e leggiadra speranza.

Black Cat è probabilmente, dopo gli inarrivabili Blue’s e Oro incenso e birra, uno dei migliori album della straordinaria carriera di Zucchero, tanto da meritarsi tutta la prima parte nella scaletta del Wanted Italian Tour 2018, che ieri sera ha fatto tappa al Palalottomatica di Roma, dove non c’era libero neanche uno strapuntino.

Le prossime date saranno l’8 marzo al Pala Sele di Eboli, il 10 marzo al Pal’Art Hotel di Acireale, il 12 marzo al Pala Florio di Bari e il 13 marzo all’Unipol Arena di Bologna.

Prima parte

Zucchero è apparso, fin dalle prime battute della trascinante Partigiano reggiano, in grande forma fisica e con una voce che non ha nulla da invidiare a quella dei primi anni Novanta, una sorta di Faust del blues che ha stretto un patto con il diavolo lungo qualche incrocio dell’Emilia Romagna.

Colpisce subito la gigantesca scenografia, dove spicca al centro un maxischermo a forma di cuore, mentre lateralmente fanno capolino le scritte "In blues we trust", il suo credo da oltre trent'anni, “Respect”, probabilmente un omaggio alla sua musa Aretha Franklin, e “Wanted”, titolo della sua ultima, monumentale raccolta in 3 cd e un dvd.

I ritmi si mantengono alti nella successiva 13 buone ragioni, che si apre con la ieraticità dell'organo, mente il testo è diretto e carnale in perfetto stile Zucchero, dove una birra e un panino al salame sono preferibili a una lei poco comprensiva e attenta(forse ispirata all'ex moglie del bluesman emiliano, con la quale i rapporti sono stati spesso burrascosi).

Atmosfere più delicate e sognanti caratterizzano Che si arrende, versione italiana di Streets Of Surrender (S.O.S.), arioso inno alla libertà, una canzone contro l’odio scritta da Bono Vox dopo il terribile attentato terroristico al Bataclan di Parigi, nel novembre del 2015.

Ten more days  ha un sound caldo e avvolgente tratteggiato dalla Dobro e dalla Pedal Steel, strumenti pressoché introvabili negli album italiani mainstream, mentre lo Zucchero più poetico e spirituale ritorna in Hey Lord, che mescola magnificamente roots rock, blues e gospel.

L'anno dell'amore, festoso invito a lasciarsi andare ai piaceri della carne, fa scattare in piedi Il Palalottomatica: "Violate in pace, Biaga e Batacchio, male non fate ma sì".

Più delicato ed evocativo il trittico formato da Fatti di sogni, Voci e Un'altra storia (inedito contenuto nella raccolta Wanted uscita in autunno), che chiudono la prima parte del concerto.

“Ciao Roma, buonasera!- saluta Zucchero- Grazie di essere qua e di aver accolto così bene le nuove canzoni. Vi chiedo il permesso (rivolgendosi agli steward n.d.r.) di farli alzare e ballare, sono bravi ragazzi”.

Seconda parte

La seconda tranche di Wanted si apre con la cassa dritta di Vedo nero e con i ritmi caraibici di Baila(Sexy thing), accolti con grande entusiasmo dal Palalottomatica.

Nella sapiente alternanza di brani danzerecci e intense ballad, si rimane colpiti dalla straordinaria compattezza della band, autentico dream team guidato dal direttore musicale e bassista Polo Jones, storico collaboratore di Zucchero così come il chitarrista Mario Schilirò, in cui spiccano la chitarra di Kat Dyson, l’hammond di Brian Auger, una leggenda dell’acid jazz, e la batteria di Queen Cora Dunham.

Uno dei momenti più intensi del concerto è la lacerante Iruben me, in cui Sugar riesce a toccare le corde più recondite dell’anima con un’interpretazione magistrale, sofferta e  vibrante, impreziosita da un assolo di chitarra ricco di pathos di Mario Schilirò e salutata da un applauso interminabile del pubblico.

Grandi emozioni, anche grazie a uno spettacolare gioco di luci, in Ridammi il sole, uno dei vertici artistici di Miserere, la cui title track, proposta poco dopo come finale della seconda parte, è un grande e accorato abbraccio collettivo alla memoria di Luciano Pavarotti.

Di grande interesse il medley "Un piccolo aiuto / Hey man / I tempi cambieranno / Rossa mela della sera / Occhi / Il suono della domenica / Spicinfrin boy / Blu", presentato da Zucchero con la consueta irriverenza: “Sarà una sorta di coitus interruptus, vi farò sentire dei brani che troncherò quando mi sto annoiando. Le canzoni dovrebbero durare un minuto, tutto il resto non è altro che allungare il brodo, e io sono uno che distrugge quello che ama".

Dopo il connubio da brividi tra melodramma e canzone d’autore di Miserere, con il duetto virtuale con Pavarotti, Zucchero presenta uno a uno i suoi straordinari musicisti: “Mi fa arrabbiare quando li chiamano turnisti: sono grandi musicisti, una delle migliori live band in Europa”.

Difficile non essere d’accordo con lui, visto il livello eccelso delle loro performance.

Sugar va a riposarsi per qualche minuto nel backstage, lasciando le luci della ribalta alla sua band nei brani strumentali Freedom jazz dance e Wake me up di Avicii, proposta in un originale arrangiamento tex-mex.

Terza parte

La terza parte di Wanted è una vera e propria festa collettiva, in cui Zucchero tira fuori dal cilindro (è il caso di dirlo) i suoi cavalli di battaglia: le lascive e irresistibili Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'Azione Cattolica,Per colpa di chi e Diavolo in me, la commovente Diamante, vergata dall’inconfondibile penna di Francesco De Gregori e l’omaggio all’amica recentemente scomparsa Dolores O’Riordan dei Cranberries (“una persona solare e fragile”) in Puro Amore.

Bis

Non pago di aver cantato per due ore e mezza, Zucchero viene richiamato di nuovo sul palco dall’applauso interminabile del pubblico romano per un generoso bis, e che bis: la monumentale Dune mosse, originariamente incisa con Miles Davis, e la conclusiva, delicata Hai scelto me, da sole, valgono ampiamente il biglietto del concerto.

“Grazie Roma, che Dio vi benedica. Noi crediamo nel blues, il blues non morirà mai”.

Per fortuna la fiamma ardente di questa musica tradizionale, ispirata ai canti degli schiavi afroamericani che lavoravano nelle piantagioni di cotone, è tenuta ancora in vita da questo singolare Dioniso emiliano, un po’peccatore, un po’ predicatore. Semplicemente Zucchero.

La scaletta

Wanted I

"Partigiano reggiano"

"13 buone ragioni"

"Ci si arrende"

"Ten more days"

"Hey lord"

"L'anno dell'amore"

"Fatti di sogni"

"Voci"

"Un'altra storia"


Wanted II

"Vedo nero"

"Baila Morena"

"Never is a moment"

"Iruben me"

"Il volo"

"Ridammi il sole"

"Chocabeck"

"Allora canto"

"È delicato"

"Oltre le rive"

"Un piccolo aiuto / Hey man / I tempi cambieranno / Rossa mela della sera / Occhi / Il suono della domenica / Spicinfrin boy / Blu"

"Miserere"

"Freedom jazz dance" (solo band)

"Wake me up" (solo band)


Wanted III

"Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'Azione Cattolica"

"Puro amore"

"Diamante"

"Per colpa di chi"

"Diavolo in me"


Bis

"Dune mosse"

"Long as I can see the light"

"Hai scelto me"

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Gabriele Antonucci