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(iStock)
Tecnologia

Per aiutare i ragazzi insegniamo ai genitori come usare gli smartphone

«Neo Connessi» è l'iniziativa di Windtre per aiutare mamme e papà a capire e a educare i figli al mondo digitale

L'età in cui i bambini iniziano a prendere confidenza con la tecnologia si continua ad abbassare: al momento il primo smartphone arriva tra le mani dei ragazzi tra gli 8 e i 12 anni, e secondo la ricerca EU Kids online, in Italia l'accesso a Internet avviene mediamente a 10 anni. Un passaggio delicato, che spesso coglie genitori e insegnanti impreparati: per supportare la scuola e le famiglie Windtre, azienda delle tlc guidata da Jeffrey Hedberg, ha deciso di lanciare il progetto NeoConnessi. Partito per la prima volta nel 2018 e dedicato agli studenti delle classi quarte e quinte della scuola primaria, NeoConnessi punta ad accompagnare genitori e ragazzi ad affrontare il cambiamento senza allarmismi, ma con la giusta consapevolezza.

Ne abbiamo parlato con Federica Manzoni, direttrice Sustainability & Quality Certification di Windtre.

Federica Manzonidirettrice Sustainability & Quality Certification di Windtre

Da cosa è nata l'esigenza di creare questo progetto e a chi è rivolto?

«Anche io sono mamma e so che l'età in cui i bambini entrano in possesso del primo cellulare e iniziano a gestirlo in autonomia si è abbassata molto. La tutela dei minori è uno dei temi chiave del nostro piano di sostenibilità, e per questo a partire dal 2018 abbiamo lanciato un'iniziativa che vuole tutelare i bambini e le bambine che utilizzano questi mezzi, attraverso un progetto educativo mirato sia a loro che agli adulti. Genitori e insegnanti hanno spesso poca consapevolezza dell'utilizzo effettivo di questi mezzi, non conoscono a fondo tutti gli strumenti che usano i più giovani e per questo vanno istruiti sulle opportunità e i rischi a cui i bambini vanno incontro. In questo senso va il progetto NeoConnessi, che ha preso il via nel 2018 e si articola su quattro ambiti educativi: il primo è l'ambito tecnologico, focalizzato sul funzionamento della rete e dei device; il secondo è invece l'ambito pedagogico, che si concentra quindi sui rischi e le opportunità dell'uso di questi oggetti. C'è poi l'ambito psicologico, che riguarda il rapporto tra genitori e figli e aiuta gli adulti a individuare gli approcci giusti per interagire con i ragazzi. Nel caso degli smartphone vietare il loro uso tout court è impossibile e anche sbagliato: è invece cruciale individuare i bisogni dei bambini e tutelarli utilizzando il linguaggio giusto. Infine, ma non meno importante, c'è l'ambito didattico: NeoConnessi fornisce un kit di strumenti pratici, studiati insieme a pedagogisti e altri esperti, per far giocare i bimbi nelle classi, e consentire così agli insegnanti di spiegare al meglio come usare questi device».

Come si è evoluto il progetto nel corso degli anni e quali sono le novità più rilevanti?

«La prima edizione, nell'anno scolastico 2018/19, ha coinvolto circa 110mila studenti: il pacchetto NeoConnessi era composto da un kit per gli alunni e un magazine per i genitori, in versione cartacea e digitale. Negli anni il progetto è cresciuto molto: già nel 2019/20 lo abbiamo ampliato aggiungendo il canale Facebook NeoConnessi – Genitori, Figli e Internet, che abbiamo aperto con l'obiettivo di coinvolgere gli adulti attraverso la lettura di articoli e la visione di webinar. L'anno successivo, 2020/21, abbiamo ancora ampliato il numero di scuole coinvolte e quest'anno abbiamo fatto un ulteriore passo avanti, aumentando il numero di scuole a 7mila. Il nostro progetto è impostato in maniera molto pragmatica: si sviluppa attraverso percorsi, giochi e strumenti che consentono all'insegnante di strutturare attività didattiche divertenti e interessanti. Quest'anno poi il programma si arricchirà di uno strumento molto bello realizzato con la collaborazione della Polizia Postale, una favola illustrata scritta da una nota autrice di racconti per bambini, che racconta la storia di tre ragazzini che si trovano a gestire una situazione di vita quotidiana in cui con i device riescono a risolvere dei problemi e allo stesso tempo affrontano dei piccoli rischi. Inoltre, quest'anno parte del progetto è dedicata agli anziani: il programma si chiama NeoConnessi Silver e consiste in un gruppo Facebook, una rubrica online e dei video, con l'obiettivo di far comprendere meglio ai più anziani l'uso della tecnologia. I bambini trascorrono infatti molto tempo con i nonni, che però spesso non conoscono a fondo le potenzialità di questi mezzi. Il progetto consente loro di aggiornarsi attraverso videostorie che spiegano come si utilizzano gli smartphone e le app, e come funzionano, per esempio, Whatsapp, Facebook, Youtube».

Quanto è importante sensibilizzare bambini e famiglie sull'uso corretto di smartphone e dispositivi elettronici?

«Il 51% dei bambini di 9-10 anni accede alla rete tramite tablet o smartphone e questo dato penso dia l'idea dell'importanza della questione. Il progetto NeoConnessi si affianca a una serie di soluzioni molto pragmatiche che Windtre ha sviluppato, tra cui un'app di parental control, Family Protect, che consente ai genitori di monitorare l'attività sullo smartphone dei figli. Il suggerimento in questo caso è di non nascondere al bambino la presenza dell'app, ma di condividere il più possibile le azioni che si vogliono mettere in pratica per tutelarlo».

In che modo il progetto si inserisce nel bilancio di sostenibilità di Windtre?

«Quest'anno, a valle di un percorso che ha coinvolto i nostri principali stakeholder e tutte le direzioni aziendali, abbiamo pubblicato i nostri obiettivi Esg da qui al 2030. Una parte importante della strategia riguarda la tutela delle persone più fragili: per noi di Windtre l'uso della tecnologia ai fini dell'inclusione è fondamentale, e abbiamo sviluppato una serie di obiettivi sul fronte della tutela dei minori, della protezione degli anziani e dell'accessibilità per le persone con disabilità. Tra i dieci target che abbiamo fissato c'è ad esempio la riduzione del digital divide, specie nei territori interni d'Italia: la nostra volontà è raggiungere 100 borghi e coprirli con la nostra connettività. Senza dimenticare gli obiettivi che riguardano la sfera ambientale - il target è raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030 - e gli obiettivi legati alla parità di genere e alla formazione delle persone che lavorano in Windtre. Si tratta di un piano molto articolato e concreto, integrato nel nostro business: al suo interno Neoconnessi è uno dei progetti di punta nell'ottica di promuovere la responsabilità digitale, con la piattaforma composta da strumenti digitali, fisici, cartacei e canali social, oltre a progetti come quelli rivolti agli anziani. Iniziative online che portano anche a soluzioni concrete come le app di parental control, inserendosi quindi in un percorso più ampio».

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Chiara Merico