Netflix, il filesharing guida l'espansione in Europa
Il popolare servizio video - che ora arriva in Olanda - basa le programmazioni sui gusti emergenti sui torrent
È nato in USA ed è presente anche in alcuni paesi europei, Gran Bretagna e paesi scandinavi in testa: ma Netflix, che distribuisce film e serie tv in streaming e negli USA anche DVD a noleggio, sembra finalmente pronto a un'espansione più massiccia sul vecchio continente. Si comincia dall'Olanda, e con una politica piuttosto curiosa: almeno in parte, la programmazione del servizio di video in streaming a pagamento sarà dettata dal filesharing e dalla pirateria.
Può sembrare pazzesco: in realtà Netflix - uno dei nomi che stanno facendo da tempo per il video quello che altri come Spotify, Deezer, Napster o Rhapsody fanno con la musica - è uno dei sistemi che puntano a sbaragliare la pirateria casalinga e a diffondere maggiormente la legalità anche per i contenuti video. E l'"ispirazione" dal mondo del filesharing non è altro che un modo - intelligente - di dare al pubblico ciò che vuole. I torrent più scaricati vengono usati come una sorta di "auditel" della rete: "Nell'acquistare una serie, guardiamo a ciò che ha successo sui siti pirata" - dichiara Kelly Merryman, vicepresidente dell'acquisizione contenuti di Netflix, come riportato da Torrentfreak .
E così ecco che in Olanda il servizio - che in tutto il mondo ha superato i 36 milioni di abbonati, di cui oltre 29 in USA - parte col serial Prison Break: durato quattro stagioni, molto cercato dal pubblico della rete e diffusamente piratato nel sottobosco peer-to-peer.
Reed Hastings, CEO di Netflix, pur non difendendo la pirateria a tutto campo, afferma che una parte degli scambi dovuto al filesharing stanno creando "una domanda" per questo tipo di materiale; ed ecco che Netflix cavalca la tendenza. In Canada, l'arrivo del servizio aveva ridotto del 50% il traffico video su torrent. Oltre al discorso legalità, va ovviamente ricordato che in un servizio di streaming si cerca il programma desiderato e si inizia a guardarlo con un clic. Mentre andare per torrent significa anche a volte attendere per poi ritrovarsi con materiale magari incompleto e non di buona qualità.
Ancora una volta, l'Italia si trova un passo indietro rispetto ad altri paesi: manca Netflix ma anche Hulu, il cammino fatto dalla distribuzione digitale di musica non è ancora stato ripercorso in pieno da produttori e distributori di contenuti video. Eppure qualcosa si muove: già lo scorso anno Netflix si era attivata per cercare traduttori per localizzare il proprio sito in diverse lingue, dal tedesco al giapponese, dal coreano all'italiano. Il segno che presto toccherà anche all'Italia; la formula proposta per il mercato olandese è un mese gratuito, poi 7,99 Euro mensili. Molto probabile che un costo analogo venga proposto nel prossimo futuro anche alla clientela italiana.