17 agosto 1965: la prima battaglia dei Marines in Vietnam
L'operazione «Starlite» segnò l'inizio del conflitto diretto tra gli Americani e i Vietcong. Fu un successo per le forze Usa, ma evidenziò la difficoltà di combattere un nemico nascosto in condizioni climatiche difficilissime.
Gli Americani a partire dal 1964 avevano incrementato la propria presenza nel Vietnam del Sud con la funzione di consulenti militari per l’ARVN, l’esercito regolare di Saigon. All’inizio del 1965 la pressione dei Vietcong, i combattenti comunisti del Sud alleati di Hanoi si era fatta sempre più pesante in diverse aree del Vietnam del Sud, tra cui una zona montuosa nei pressi di Chu Lai, dove sorgeva una importante base militare americana. Infruttuosi si erano rivelati i tentativi di individuare il grosso delle truppe vietcong, nascoste nella fitta giungla. L’occasione per individuarle con certezza venne da un disertore vietcong, che rivelò ai comandi sudvietnamiti la posizione delle forze comuniste. Nacque così l’esigenza di intervenire immediatamente ed in modo più rapido ed efficace rispetto alle ultime operazioni infruttuose dell’esercito sudvietnamita con una operazione di sbarco affiancata dall’uso di elicotteri e aerei. L’operazione, che fu mantenuta segreta e prese il nome di «Starlite», rappresentò il primo combattimento diretto tra i Marines e i Vietcong della guerra del Vietnam.
Affidata al 3° e 4° Marines, prese il via la mattina del 17 agosto 1965 e coinvolse 5.000 uomini, che a bordo dei mezzi da sbarco giunsero sulle spiagge nei pressi del villaggio di Van Thuong, a sole 12 miglia dalla base americana. I Marines fecero largo uso di elicotteri, le cui zone di atterraggio furono preparate con l’uso di napalm defoliante e di mezzi blindati. La battaglia durò circa una settimana e vide la vittoria finale degli Americani con 650 vittime tra i Vietcong e solamente 45 tra i Marines. Tuttavia l’operazione fu un banco di prova, soprattutto per quanto riguardava il clima torrido e umido della giungla e la difficoltà di individuare un nemico che aveva fatto delle caratteristiche del terreno un proprio punto di forza per gli otto lunghi anni a venire.