Un adolescente su tre gioca d'azzardo almeno una volta al mese
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Adolescenti sempre più a rischio dipendenza da gioco d'azzardo

L'allarme dalla Caritas: un minore su tre a Roma scommette almeno una volta al mese

In un presente sempre più instabile dove sperare in un futuro migliore sembra un ricordo del passato sempre più spesso i ragazzi finiscono per credere che per risolvere i problemi la classica botta di fortuna sia molto più valida ed efficace dell'impegno, dello studio e della fatica.

Gli adolescenti e la dipendenza dal gioco

E' anche questo uno dei motivi che spinge gli adolescenti verso il gioco d'azzardo. Una ricerca condotta dalla Caritas di Roma e presentata all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù ha svelato che, solo lo scorso anno, a 580.000 minori è stata diagnosticata la dipendenza dal gioco, una forma di addizione non meno pericolosa di quella da alcol e droghe

Si tratta di una dipendenza subdola perché difficile da notare in famiglia. I ragazzi, complice l'abilità nel maneggiare smartphone e cellulari, scommetono per lo più online scaricando app dedicate o collegandosi ai numerosi siti presenti in Rete. Puntano denaro sullo sport, ma giocano anche a poker, slot machine o ruolette.

L'assenza di autocontrollo porta alla dipendenza

 Talvolta sono gli stessi adulti a innescare la spirale della scommessa al rialzo sfidando di continuo i figli con frasi all'apparenza innocue come: "Scommetto che non riesci a finire quello che hai nel piatto", oppure "Scommetto che non hai ancora sistemato la tua camera". Questi imput possono trasformarsi in un boomerang portando il ragazzo a ritenere il campo semantico della "scommessa" un qualcosa di normale e fonte di stimolo.

Uno degli elementi base per evitare qualunque tipo di dipendenza è quello di utilizzare il personale autocontrollo, tratto caratteriale che di solito è scarsamente presente nei ragazzini che, per crescere, hanno anche bisogno di sfidare i propri limiti giocando sempre al rialzo.

Non tutti i giocatori, però, diventano dipendenti e non tutti i minori che giocano sviluppano la patologia e, soprattutto, non tutti gli "Scommetto che..." detti in famiglia trasformano i ragazzi in addicted da gioco.

Cosa favorisce la dipendenza

Da quanto si legge nel rapporto Caritas ci sono tre grandi categorie di fattori che predispongono alla dipendenza e che si intrecciano tra di loro: gli aspetti biologici di tipo neurofisiologico, quelli socio ambientali relativi al contesto in cui si vive e cresce, e quelli psicologici, che comprendono una propensione verso certi tratti di personalità.

Dal punto di vista biologico, nei giocatori d'azzardo i circuiti cerebrali che guidano il comportamento subiscono una sorta di "inganno", iniziando a rispondere come se l'azione del gioco fosse necessaria alla sopravvivenza.

Il tratto psicologico che maggiormente predispone allo sviluppo delle dipendenze è la scarsa capacità di autocontrollo (caratteristica distintiva dell'adolescenza), mentre i principali fattori di rischio ambientali sono rappresentati dal contesto socio-economico in cui i ragazzi vivono, dall'esposizione a eventi stressanti e dalla familiarità con le dipendenze e con altre patologie psichiatriche e, ovviamente, con la possibilità di accedere alle fonti del gioco.

Come riconoscere i sintomi 

Per aiutare i ragazzi che finiscono incastrati nel tunnel del gioco è fondamentale riconoscere i sintomi della dipendenza. Sempre il rapporto Caritas spiega che sono quattro gli elementi che sono ricorrenti negli addicted da gioco: il craving, ovvero il desiderio improvviso e incontrollabile di giocare, l'astinenza, caratterizzata da nervosismo, atteggiamenti violenti e dalla necessità fisica di giocare; poi c'è l'assuefazione ed il gambling, cioè la tendenza a sovrastimare la propria abilità di calcolo delle probabilità e a sottostimare l'esborso economico che porterà ad una vincita. 

L'aspetto economico non è secondario per capire a cosa possa condurre la dipendenza da gioco nei minori. I ragazzi, infatti, non guadagnando denaro proprio e per questo, nelle fasi più acute, finiscono per rubare i soldi dei genitori o sottrarre i numeri delle carte di credito di mamma e papà con esiti devastanti per le famiglie si rendono conto del problema dei figli quando si trovano il conto corrente prosciugato dai ragazzi.

Come aiutare gli adolescenti

La Caritas di Roma ha fatto sapere che che il 36,6% dei ragazzi romani scommette almeno una volta al mese, mentre il 66,3% lo fa almeno una volta l'anno. Questo significa che un adolescente su tre mensilmente spende soldi nel gioco d'azzardo.

L'Ospedale pediatrico Bambino Gesù ha messo a disposizione del pubblico un vademecum per scuola e famiglia visto che, identificato il problema, questo va risolto coinvolgendo l'intero contesto sociale del ragazzo. Secondo gli specialisti: "Genitori e insegnanti dovranno informare e sensibilizzare i ragazzi rispetto al fenomeno, aiutandoli a comprendere i pericoli, anche molto gravi, della dipendenza, ma senza utilizzare toni proibizionistici e giudicanti".

Identificati i campanelli d'allarme e riconosciuta la presenza di un problema è importante che la famiglia chieda aiuto agli specialisti.

Tra le terapie più efficaci vengono raccomandati i gruppi di auto-aiuto (Giocatori Anonimi) che prevedono un percorso specifico per il superamento del problema. Molto utili sono anche i gruppi terapeutici per giocatori d’azzardo compulsivi, condotti da psicoterapeuti formati e che coinvolgono tutto il sistema familiare: è confermata l’importanza del dialogo e della collaborazione tra l'adolescente, il terapeuta e la famiglia.

Bisogna ricordare, infine, che sviluppare una dipendenza è il sintomo di un problema, non il suo esito. Per risolvere la patologia, spiegano i terapeuti, bisogna capire qual è il vantaggio secondario che si cela dietro questo comportamento in maniera tale da evitare di sostituire dipendenza a dipendenza e garantire la correzione del comportamento disfunzionale nel ragazzo.

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Barbara Massaro