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EPA/KHALED ELFIQI
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Aereo russo caduto sul Sinai: arrestato l'attentatore

Secondo Reuters, si tratta di un meccanico dell'Egyptair, cugino di un militante dell'Isis. In carcere anche due poliziotti e un addetto ai bagagli

Un meccanico dell'Egyptair, cugino di un militante dell'Isis attualmente in Siria, e' stato arrestato dalla polizia, insieme con due poliziotti ed un addetto al trasporto dei bagagli dell'aeroporto di Sharm el Sheikh, per l'esplosione di una bomba a bordo dell'aereo russo nei cieli del Sinai il 31 ottobre scorso. L'attentato provocò la morte di 224 persone a bordo. La notizia diffusa dall'agenzia inglese Reuters non è stata confermata dalle autorità egiziane, nè compare su alcun organo di stampa del paese delle Piramidi.

Il meccanico, del quale non si è saputo il nome - così come degli altri arrestati - avrebbe ricevuto dall'Isis una borsa con l'ordigno e l'ordine di metterla a bordo dell'aereo della Metrojet, in partenza da Sharm el Sheikh e diretto a Mosca. All'uomo sarebbe stato imposto di eseguire ''la missione senza fare domande''. Fonti Egyptair hanno escluso a giornalisti che personale della compagnia sia stato arrestato, così come un portavoce del ministero dell'interno egiziano ha dichiarato che le indagini non sono ancora concluse ed ha smentito qualsiasi arresto.

Sulla base di norme dei regolamenti aerei internazionali, se dipendenti della compagnia aerea dovessero risultare responsabili dell'incidente la società egiziana sarebbe obbligata a pesanti risarcimenti ai familiari delle vittime. Sin dall'inizio fonti di Washington e di Mosca parlarono di un'esplosione di una bomba che avrebbe fatto precipitare l'aereo, e vari paesi ordinarono la sospensione temporanea dei voli delle loro compagnie a Sharm el Sheikh.

Le autorità egiziane non hanno mai confermato che a causare l'incidente fu una bomba, così come fu escluso subito che l'aereo potesse essere stato colpito ad alta quota da un missile sparato dal Sinai, come invece avevano sostenuto elementi dell'Isis in comunicazioni nel web. Fu poi diffusa da queste stesse fonti una foto di una lattina di una bevanda gassata e di un detonatore che sarebbero stati utilizzati per l'attentato.

Negli ultimi tre mesi, secondo il governatore del Sinai meridionale, Khaled Fouda, il turismo egiziano - tra le fonti di maggiori introiti di valuta straniera per lo stato - ha perso incassi per oltre 6 miliardi di dollari. Il governo egiziano e le sue forze armate sono impegnate in una strenua lotta contro gruppi terroristici soprattutto nel nord del Sinai dove militari, poliziotti e civili sono stati uccisi in gran numero da luglio 2013, dopo la rimozione del presidente allora in carica, Mohamed Morsi, da parte dei militari. (ANSA)

L'abbattimento dell'Airbus russo - 31 ottobre 2015

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