L’africano assassino doveva essere in carcere da un anno
Già arrestato tre volte, segnalato nel 2022 alla Dda come membro di un’articolazione da sgominare della mafia nigeriana. Quando ha aggredito passanti e carabinieri questi precedenti erano noti. Perché è stato liberato?
Il senzatetto nigeriano Chukwuka Nweke, l'uomo accusato di aver ucciso la 60enne Iris Setti, la sera di sabato scorso non doveva essere a piede libero. E non perché il 23 agosto 2022 avesse aggredito un ciclista ed altri passanti ed una pattuglia dei Carabinieri (era stato ripreso in questo video mentre dava di matto sopra il tetto di una gazzella dell'Arma) e per questo fosse stato arrestato con l'accusa di danneggiamento, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, finendo il 4 ottobre 2022 ai domiciliari, sostituiti con l'obbligo di firma il 13 gennaio scorso, vista la buona condotta.
Infatti il «bravo» Nweke aveva numerosi altri precedenti.
Il suo cursus honorum criminale inizia nel luglio del 2011, presumibilmente in coincidenza con il suo arrivo in Italia, quando viene denunciato in provincia di Verona per resistenza, violazione di domicilio e rifiuto di dare le proprie generalità. Nel 2013 è nuovamente indagato per resistenza, in quanto spintona il capotreno che dopo averlo trovato sprovvisto del biglietto lo aveva invitato a scendere dal vagone. Nel settembre del 2018 è accusato di atti osceni in luogo pubblico «perché si masturbava nella pubblica piazza di Ala». A questo punto subisce la prima detenzione carceraria, tra il 23 novembre 2018 e il 27 luglio 2019, dopo che gli vengono revocati i domiciliari disposti dall’ufficio di sorveglianza di Verona. Finisce in prigione per espiare una pena di 8 mesi e 18 giorni, frutto di un cumulo per i reati di violenza privata e resistenza a pubblici ufficiale (sentenze dei tribunali di Rovereto e Verona).
Il 9 gennaio 2021 è di nuovo in manette per spaccio di stupefacenti e, ancora, per resistenza a pubblico ufficiale, nell’ambito di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Trento. Pure in questo caso gli vengono concessi i domiciliari.
Il 17 marzo, però, si allontana dall’abitazione senza la prevista autorizzazione per recarsi al supermercato e per questo è deferito all’autorità giudiziaria per evasione, senza, però, finire in carcere. Non pago, come detto, il 23 agosto del 2022, aggredisce passanti e carabinieri. Per tale reato, l’1 settembre, gli vengono concessi i domiciliari con il braccialetto elettronico. Il 25 ottobre, mentre sconta la pena detentiva nell’abitazione della sorella, viene denunciato per violazione di domicilio e danneggiamento su segnalazione di un privato cittadino. Dopo aver ottenuto, come detto, di lasciare la detenzione nel gennaio del 2023, tre mesi dopo, il 19 aprile, l’Ufficio esecuzione penale esterna del tribunale di Trento si mostra ancora garantista e in relazione alla violazione del divieto di ritorno nel Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella (decreto emesso dal questore di Verona il 20 marzo 2018) decide di sospendere il provvedimento per sei mesi al fine di fargli svolgere lavori socialmente utili, fissando una nuova udienza per novembre.
A ciò deve aggiungersi il decreto di espulsione adottato dal questore di Trento nel 2019 e il conseguente trasferimento del Nweke al Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino per l’esecuzione del provvedimento che, però, veniva annullato dal giudice di pace di Torino il 28 ottobre 2019.
Il questore, tuttavia, per gli ulteriori arresti riprendeva in mano la pratica per adottare un nuovo provvedimento di espulsione che veniva, però, sospeso per la pendenza della misura cautelare relativa all’arresto in flagranza per spaccio di stupefacenti del 9 gennaio 2021...
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