Mafia: ecco come stanno cambiando le alleanze
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Mafia: ecco come stanno cambiando le alleanze

È diventata la 'Ndrangheta il punto di riferimento e rifornimento di Cosa Nostra e Camorra. I nuovi boss, invece, stanno ridisegnando la subcultura mafiosa e cancellando quella tradizionale. Camorra, la scia dei morti carbonizzati

Oltre venti colpi di arma da fuoco sparati a pochi metri di distanza. Un’esecuzione feroce che non ha risparmiato neppure un bambino di tre anni, Domenico  Petruzzelli, figlio di un boss ucciso in un altro agguato pochi mesi prima che la piccola vittima nascesse, nel 2011.

Un triplice omicidio dalla modalità cruenta avvenuto ieri sulla strada statale 106, vicino a Taranto.  A morire sotto una pioggia incessanti di proiettili, assieme al bambini, Cosimo Orlando un pregiudicato in stato di semilibertà di 43 anni e la compagna, Carla Maria Fornari, di 30 anni. In auto con loro, anche gli altri due bambini della donna che sono rimasti illesi. Il commando ha messo in atto il terribile agguato mentre la donna stava riaccompagnando in carcere il compagno.

Ma dall’inizio dell’anno sono davvero moltissimi gli agguati mafiosi che si stanno consumando tra Campania, Calabria e Puglia. E tutti con modalità cruente.  

Angela Napoli, Commissione parlamentare Antimafia, in meno di venti giorni la Camorra ha ucciso e bruciato 5 persone. Ieri sera un agguato vicino Taranto sono state uccise tre persone tra cui un bambino di 2 anni. Le organizzazioni criminali stanno cambiando il loro modus operandi? E se sì, perché?
Purtroppo sì, perché le mafie, costituite da nuove generazioni di boss, stanno cercando di contrastare l’attività sempre più forte della magistratura tesa a bloccare proprio le loro attività illecite. I cambiamenti che possiamo notare nel modo di uccidere e di sterminare gli avversari, in sostanza negli atti criminali, nasce dalla mancanza del ‘subcultura’ mafiosa che contraddistingueva i vecchi boss. Adesso le nuove generazioni sono prive di scrupoli e tendenzialmente non rispettano nessun tipo di codice   

La crisi economica e di conseguenza la necessità per le organizzazioni criminali di 'ridisegnare' il mercato della droga, sta portando a nuove alleanze tra Cosa Nostra, Camorra, 'Ndrangheta?
Ci sono sempre state ma adesso più che in passato si stanno fortificando. Cosa Nostra e la Camorra stanno saldando nuovi accordi con la ‘Ndrangheta. E’ quest’ultima a detenere la maggior parte del mercato illecito delle sostanze stupefacenti; è la ‘Ndrangheta il punto di riferimento e rifornimento attorno al quale oggi, più che in passato, ruotano tutte le altre organizzazioni criminali

Lo Stato quanto e in che modo può e deve temere queste nuove alleanza?
Lo Stato avrebbe necessità, proprio a fronte di queste evoluzioni, di rafforzare la sua presenza nei territori maggiormente interessati da attività criminali e dovrebbe farlo convogliando un numero maggiore di investigatori e di finanziamenti per implementare le fasi investigative. La magistratura sta lavorando moltissimo ma è necessario fermare le organizzazioni criminali prima che queste commettano il reato. E questo è possibile solo con un’attività investigativa forte che abbia un’azione preventiva. Purtroppo, per la mancanza di uomini e di tecnologie per le investigazioni, spesso si assiste inermi al consumarsi del reato

Ed infine, sul territorio italiano si stanno saldando anche alleanze tra mafie nostrane e mafie straniere. Quali  sono le alleanze che dobbiamo temere maggiormente e perché? 
La mafia albanese e quella russa sono senza dubbio quelle presenti sul nostro territorio da decenni e che hanno stretto alleanze ‘commerciali’ con le organizzazioni criminali italiane storiche. Oggi dobbiamo dire che questi legami si sono fortificati ed è necessaria, da parte dello Stato una maggiore attenzione. Ma lo Stato, in questo momento storico, non può e non deve trascurare anche la mafia cinese che pur facendo ‘mondo a sé’, in realtà sta operando alleanze con la criminalità italiana. I legami tra la mafia cinese e quella italiana sono certamente meno diffusi rispetto alle alleanze con albanesi e russi, ma non sono certamente meno pericolose e da sottovalutare

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Nadia Francalacci