Bufera sugli Agnelli: i capi d’imputazione per nipoti, commercialista e notaio
Gli Elkann sono accusati di truffa nei confronti dello Stato. John, in particolare, avrebbe adottato numerose condotte per mantenere la residenza fittizia di Marella in Svizzera, ma c'è molto altro...
John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero, il notaio svizzero Urs von Gruenigen sono accusati di truffa allo Stato (per non aver pagato la tassa di successione di Marella Caracciolo) e false attestazioni fiscali (per John, Ferrero e il notaio). John e Ferrero sono accusati di aver fornito gli strumenti necessari per gli intenti criminosi di Marella; il nipote di averli rafforzati per evadere le imposte attraverso operazioni simulate o avvalendosi di mezzi fraudolenti per ostacolare gli accertamenti fiscali.
Sulla base di una strategia preordinata e condivisa, John ha attuato numerose condotte per mantenere e «presidiare» la residenza fittizia di Marella in Svizzera, anziché a Torino, ove la nonna risulta aver abitato fino al decesso. In particolare, la condotta degli indagati si sarebbe sviluppata:
1) Predisponendo contratti simulati per dare in locazione e in comodato d’uso a John gli immobili in Italia in cui la Caracciolo dimorava abitualmente.
2) Facendo assumere alle dipendenze di John (o di Fca Security e Stellantis) personale di servizio di Marella, per evitare in capo alla defunta l’instaurazione in Italia di rapporti di lavoro.
3) Individuando un immobile (Chalet ICY) nel comune di Lauenen (Svizzera), ove trasferire il domicilio di Marella.
4) Assumendo personale per tale casa, in modo che apparisse abitata (per evitare «cold beds», letti freddi);
5) Creando artificiosamente un ufficio in Svizzera (affidato a Renate Elsasser), apparentemente dedicato alla gestione di affari e contabilità di Marella ma invece utilizzato per i bonifici dai conti svizzeri della defunta e per ritirare la corrispondenza. La determinazione di tali spese veniva compiuta in Italia, sotto il controllo di John, la contabilità era affidata alle segretarie di Marella dipendenti di John, Paola Montaldo e Tiziana Russi;
6) Predisponendo una aggiunta al testamento (14 agosto 2012), per far risultare falsamente che la nonna fosse residente a Lauenen;
7) Predisponendo una seconda aggiunta al testamento (22 agosto 2014), per ribadire, falsamente, il domicilio di Marella a Lauenen, e far sì la successione venisse regolata dalle leggi svizzere;
8) Apportando modifiche al libro «Ho coltivato il mio giardino», di Marella Caracciolo e della nipote Marellina Chia, pubblicato nel 2014 da Adelphi, inserendo artificiosamente passaggi sulla presenza della defunta a Lauenen;
9) Indicando nella dichiarazione dei redditi di Marella (2015-2019), elementi attivi inferiori alla realtà, per 29,165 milioni, derivanti dal vitalizio corrisposto da Margherita Agnelli e accreditato sul conto LGT BANK di Vaduz, intestato alla Sikestone Invest Corp (Isole Vergini Britanniche), di cui la defunta era beneficiaria;
10) Interponendo fittiziamente due trust di tipo familiare (The Providenza Settlement e The Providenza II Settlement) con sede a Nassau in cui venivano conferiti beni di Marella sottratti alla successione e trasferiti ai tre nipoti Elkann dopo la morte della nonna;
11) Interponendo fittiziamente quei due trust produttivi di reddito di capitale per sottrarlo al fisco. Con il concorso di Ferrero, indicavano nella dichiarazione dei redditi di Marella del 2019 elementi attivi inferiori agli effettivi, per 116.725.249,55 euro, con un’Irpef evasa di 42.890.235,13.
12) Il profitto del reato di truffa coincide con il risparmio di imposta per non aver corrisposto la tassa di successione e viene contestato anche a Lapo e Ginevra Elkann, per un totale di 32.090.965,29 euro.
13) Sebbene Lapo e Ginevra Elkann siano indagati solo per truffa allo Stato, risultano essere (almeno indiretti) beneficiari delle condotte indicate. Infatti, il risparmio fiscale indebitamente conseguito ha reso ben più pingue il patrimonio della nonna e quindi il suo asse ereditario.
14) I tre fratelli hanno omesso di inventariare beni di ingente valore (opere d’arte e gioielli) di proprietà della defunta, facendoli figurare falsamente come «regali» della nonna, ancora in vita, e sottraendoli alla successione per un valore di 70.014.810,00 euro;
15) Oltre a ciò, hanno indotto in errore l’Agenzia delle entrate, omettendo la dichiarazione e l’apertura della successione in Italia di Marella, evitando così l’assoggettamento all’imposta sulle successioni e donazioni di: a) 597.902.371,04 euro pari alle quote di Private Wealth Management Global, parte del patrimonio di Marella confluito nei trust fittizi; b) 20.3447.070,40 euro, cioè la massa ereditaria netta indicata nell’inventario del notaio Von Gruenigen; c) 70.014.810,00 euro per opere d’arte e gioielli; d) 15.010.880,69 euro quale credito vantato nei confronti della società lussemburghese Juky SA proprietaria del riad di Marrakech.