Airbus Germanwings: Andreas Lubitz era depresso
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Airbus Germanwings: Andreas Lubitz era depresso

Il copilota che avrebbe fatto precipitare l'aereo aveva sospeso l'addestramento per un periodo. La ex-fidanzata: "Disse: tutti conosceranno il mio nome"

Andreas Lubitz, il copilota che avrebbe fatto precipitare il volo Germanwings sulle Alpi francesi, aveva sospeso il suo addestramento come pilota per "una sindrome da burnout, una depressione". È quanto scrive il sito del quotidiano tedesco Faz citando la madre di un'amica d'infanzia, con cui cui il 28enne si sarebbe confidato in passato.

Di più. Una sua ex fidanzata, hostess di volo, ha dichiarato a Bild che Lubitz le disse:"Un giorno farò qualcosa che cambierà completamente il sistema, e tutti conosceranno il mio nome e se lo ricorderanno''. Andreas Lubitz aveva una personalità disturbata. Si arrabbiava parlando di lavoro: ''Troppo poco denaro, paura per il contratto, troppa pressione''. La ragazza ha aggiunto: "Una notte si è svegliato e urlava "Precipitiamo", perchè aveva avuto un incubo. Ma poteva nascondere bene agli altri quel che gli stava veramente accadendo''.

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Lo psichiatra

Una lunga premeditazione, un pensiero preciso e coltivato forse a lungo. Poi agito con la spinta dell'impulso, cancellando tutti gli altri pensieri, compreso quello della responsabilità per la vita delle 150 persone sull'aereo che stava guidando. L'ex presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), Claudio Mencacci, si dice non sorpreso per l'ipotesi che sembra trovare sempre più conferme sul gesto estremo del copilota. ''Si entra in una sorta di tunnel dove la morte è l'unico pensiero di fuga. Tutto il resto, compreso il senso di responsabilità per la vita degli altri, si annulla. Il suicidio dei piloti è già avvenuto, almeno in tre casi. A mettere in crisi gli uomini è stato, in quei casi, il disagio di un problema economico, così come una relazione affettiva finita'' ricorda lo psichiatra. E neanche in una popolazione così selezionata è possibile escludere il rischio. La questione che si pone è come funziona il sistema di sicurezza per evitare che una persona non possa essere fermata così come quello della attenta valutazione psicofisica dei piloti.

Lo psichiatra non si dichiara neppure sorpreso per la circostanza tale che ha portato, per la scelta dell'uomo di suicidarsi in volo con l'aereo carico, ad una vera e propria strage. ''Basti pensare a quando accade nelle persone che decidono di morire lasciando aperto il rubinetto del gas: sanno bene - conclude - che una esplosione potrà uccidere molte altre persone ma questo pensiero è annullato dalla determinazione di morire per uscire dal tunnel nel quale si sentono''.

Pilota promettente

Un giovane pilota, con circa 630 ore di volo all'attivo, eppure già ritenuto molto brillante, tanto da aver ricevuto nel 2013 il Certificato di Eccellenza della FAA - la Federal Aviation Administration, l'ente che regola l'aviazione Usa. Questo, in sintesi, l'identikit di Andreas Lubitz, 28 anni, il primo ufficiale dell'Airbus A320 della Germanwings che avrebbe a quanto pare deliberatamente fatto precipitare il velivolo. Lubitz era originario di Montabaur (Renania-Palatinato) ed di nazionalità tedesca. Dopo aver concluso il suo training presso il centro Lufthansa di Brema, Lubitz ha iniziato a volare con la divisione low-cost della compagnia di bandiera tedesca nel settembre del 2013.

Fulmine a ciel sereno

Le autorità di Berlino, dopo la notizia dello schianto, hanno subito condotto delle ricerche sul background dei piloti e dell'equipaggio senza però trovare "nulla di rilevante". Lo ha confermato lo stesso ministro dell'Interno Thomas de Maiziere. Che Andreas possa essere il vero responsabile del disastro aereo è un vero e proprio fulmine a ciel sereno per chi lo conosce bene. "Andreas - scriveva il club aereo Luftsportclub Westerwald prima che la pagina internet diventasse offline - si è iscritto alla nostra associazione quando era ancora adolescente e voleva realizzare il suo sogno di volare. Ha cominciato con la sezione alianti e quindi è riuscito a diventare pilota". Un ottimo pilota, visto che Lubitz viene indicato nel database dell'ente Usa come un "esempio positivo". È quanto si legge sul sito della stessa FAA, i cui standard sono considerati tra i più affidabili al mondo. Detto questo, Carsten Spohr - amministratore delegato di Lufthansa - ha rivelato in conferenza stampa che Lubitz ha iniziato l'addestramento nel 2008 e sei anni fa l'ha interrotto per un periodo piuttosto lungo: "Alla ripresa - ha specificato - sono stati ripetuti tutti i test che si fanno abitualmente". Lubitz, dopo l'abilitazione al volo, "ha lavorato per 11 mesi come steward prima di prendere servizio in cabina di pilotaggio", ha aggiunto Spohr. Che poi ha sottolineato come non ci sia nulla di "inusuale" in questo percorso.

Sei mesi di terapia psichiatrica

Come riporta il Bild, il copilota durante la sua depressione sarebbe stato sei mesi in terapia psichiatrica. Ed era stato giudicato sei anni fa, secondo indiscrezioni, in parte 'non idoneo al volo'  durante l'addestramento nella scuola di volo Lufthansa di Phoenix, negli Usa. Lo scrive il tabloid Bild citando fonti della stessa compagnia tedesca, holding di Germanwings. Sempre secondo il quotidiano tedesco, il copilota stava vivendo una profonda crisi personale: si era infatti da poco lasciato con la sua fidanzata che avrebbe voluto sposare a breve.

IL TWEET DELL'INVIATO DELLO SPIEGEL

Famiglia sotto sorveglianza

"La famiglia del copilota Andrea Lubitz è sotto alta sorveglianza", scrive Closer.fr. Secondo il procuratore di Marsiglia, la famiglia del copilota che secondo le prime ricostruzioni sarebbe all'origine del disastro aereo della GermanWings sulle Alpi francesi è giunta questa mattina a Marsiglia per recarsi insieme alle altre famiglie delle vittime sul luogo del dramma, ignara della presunta azione del ventottenne tedesco.

Airbus Germanwings: è stato il copilota, Andreas Lubitz

EPA/FOTO-TEAM-MUELLER
Ua foto di Andreas Lubitz, copilota del volo Germanwings 4U9525, mentre corre ad Amburgo in Germania - 13 September 2009

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