Airbus Germanwings, che cosa è successo a bordo
Il decollo, il briefing, la caduta: la ricostruzione degli ultimi minuti del volo secondo l'inchiesta della magistratura francese
Dopo aver incontrato i parenti delle vittime, il procuratore capo di Marsiglia, Brice Robin, ha incontrato i giornalisti per fare un punto sull'incidente all'Airbus Goldwings del 24 marzo, in cui sono morte 150 persone. Confermando in buona parte le indiscrezioni della mattinata, Brice ha spiegato che ai comandi dell'aereo al momento dello schianto c'era proprio il copilota, Andreas Lubitz, 28 anni e 350 ore di volo alle spalle.
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Ecco allora, secondo le ricostruzioni di queste ore, come si sono svolti i fatti che hanno portato l'aereo allop schianto sui monti francesi.
La partenza
Martedì 24 marzo, l'Airbus A320 della compagnia tedesca Germanwings (filiale a basso costo di Lufthansa) in volo da Barcellona a Dusseldorf, decolla dall'aeroporto di Barcellona El Prat alle 10.01. L'atterraggio a Dusseldorf era previsto per le 11.55.
Alle dieci e mezza del mattino l'ingegnere di guardia alla Direzione generale dell'aviazione civile francese (Dgac) lancia l'allarme ai superiori. "C'è una perdita radio", avverte il funzionario, lanciando l'allarme sul volo Germanwings 4U9525 che perde quota in modo anomalo. Anche se dall'aereo non arrivano mayday, ossia segnalazioni di pericolo. Immediatamente si sollevano in volo un caccia dell'aeronautica transalpina e un elicottero della gendarmeria. Nella Francia colpita dagli attacchi jihadisti di inizio gennaio l'allerta terrorismo è ancora alta. L'apparecchio è precipitato per otto minuti - dai 38.000 ai 6.800 piedi - prima di scomparire dai radar alle 10.53.
L'aereo è precipitato poco prima delle 11.00 sulle Alpi francesi, nel comune di Me'olans-Revel, in una zona inaccessibile, impervia e in parte innevata, nel massiccio montuoso dei Trois-Eveche's, non lontano dal confine italiano.
Airbus Germanwings: gesto volontario del copilota, Andreas Lubitz
Il briefing a bordo
Dall'audio estratto dalla scatola nera ritrovata sul luogo dell'incidente si sente inizialmente "il capitano di bordo preparare il briefing in vista dell'atterraggio a Dusseldorf", secondo la ricostruzione fatta ai giornalisti dal procuratore di Marsiglia. "Il comandante chiede al copilota di prendere i comandi, le risposte del copilota sembrano laconiche, poi si sente il rumore del sedile che indietreggia e la porta che si chiude. Possiamo pensare che il comandante sia uscito per un bisogno personale". "A questo punto quando è solo al comando, il copilota manipola i bottoni del flight monitoring system per azionare la discesa dell'apparecchio. L'azione su questo selezionatore di altitudine - osserva ancora il procuratore francese, ricordando che l'azione avviene quando il velivolo è ancora ben lontano dalla fase prevista per l'atterraggio - può essere solo volontaria".
La caduta
Si sentono quindi "diversi appelli del comandante di bordo per chiedere l'accesso alla cabina di pilotaggio" e l'aereo in "otto minuti" è passato da circa 12mila a duemila metri di altitudine. Dagli elementi raccolti finora emerge da parte del copilota la "volontà di distruggere l'aereo". "Non ho parlato di suicidio", ha spiegato Robin "perché non ho elementi", in merito, ma "posso dire che il copilota ha volontariamente permesso la perdita di quota dell'aereo" una perdita di quota " totalmente anomala, di 1.000 metri al minuto, inizialmente legittima, poi anomala".
Il procuratore spiega anche che in cabina, secondo la registrazione, il respiro del copilota è sempre rimasto costante, fino al momento dello schianto, e questo farebbe escludere un suo malore. Sempre secondo le registrazioni, i passeggeri a bordo dell'aereo non si sarebbero accorti della situazione fino a pochi istanti prima dell'impatto con il suolo.