L'anno d'oro dell'Albania che trova anche il petrolio
Ma quindi l’Albania dopo essere diventata il nuovo Eldorado del turismo sta per diventare anche una potenza petrolifera con tanto di fondo sovrano? Oppure Edi Rama è andato un po’ oltre la realtà? Proviamo a fare un po’ di ordine.
Ieri il premier albanese Edi Rama si è recato sulla montagna di Shpirag che si trova a cinque chilometri dal centro storico di Berat, nell'Albania centro-meridionale e qui secondo i primi test effettuati già nel 2019 da Shell Upstream Albania BV (Shell) presso il giacimento di Shpirag-4, sarebbero presenti grandi quantità di petrolio.
Il premier albanese sul suo account Facebook ha scritto: «Shpirag, dove l'importante scoperta fatta 6,1 km di profondità del giacimento petrolifero, porta con sé la grande promessa di estrarre una notevole ricchezza per Albania e gli albanesi, ma anche la sfida della prova tecnica finale di valutazione della durata della pressione del flusso di gas e del suo petrolio, fino alla superficie della terra».
Poi Edi Rama ha anche parlato del fondo sovrano che gestirà l’enorme ricchezza che ne dovrebbe derivare: «Alla fine di quest'anno impareremo anche questo, mentre lavoriamo parallelamente al progetto del Fondo Sovrano che amministrerà in caso di successo della prova finale un bene nazionale così grande, partendo dall'attento studio delle pratiche sul campo mondiali, come i fondi sovrani di Norvegia, Arabia Saudita, Azerbaigian e così via».
Nel 2019 Shell scriveva: «Il giacimento di Shpirag potrebbe indicare positivamente sulla produzione di petrolio in Albania, che attualmente oscilla a circa 20.000 barili al giorno e viene quasi del tutta effettuata dalla compagnia Bankers Petrolum».
La storia del giacimento inizia nel 2012 dove vengono identificati tre blocchi che coprono una superficie di 4.084 km2 dove sempre secondo Shell: «In questa zona sono stati identificati numerosi altri grandi, potenziali accumuli di idrocarburi non ancora testati, che offrono opportunità per future attività di esplorazione».
«La scoperta di Shpirag, in un giacimento di carbonato fratturato, si trova in un contesto geologico equivalente ai grandi giacimenti Val D'Agri e Tempa Rossa in Italia, in cui Shell detiene una sostanziale posizione non operativa. La scoperta di Shpirag è stata la prima nel «"old and Thrust Belt play" onshore dell'Albania (l'ambiente geologico in cui si trova il giacimento di idrocarburi) in cui è stata coinvolta la Shell», aveva affermato nel 2019 Marc Gerrits, vicepresidente esecutivo della Shell, Exploration. «Siamo lieti che questi test iniziali abbiano confermato il potenziale di questa scoperta e non vediamo l’ora di far crescere la nostra attività in Albania».
L’alto dirigente del colosso petrolifero aveva anche aggiunto che «il test di produzione di più giorni sul pozzo ha funzionato come previsto, con un potenziale di flusso di diverse migliaia di barili di petrolio al giorno. Il volume commercialmente recuperabile del petrolio di Shpirag deve ancora essere determinato attraverso un'ulteriore attività di valutazione». Da quel momento dei giacimenti albanesi si è saputo poco o nulla di concreto a parte gli annunci di ieri del premiere albanese.
Ma quindi l’Albania dopo essere diventata il nuovo Eldorado del turismo sta per diventare anche una potenza petrolifera con tanto di fondo sovrano? Oppure Edi Rama è andato un po’ oltre la realtà?
Proviamo a fare un po’ di ordine: il territorio dell'Albania è diviso in aree di territori onshore e offshore, alcuni dei quali possono offrire opportunità per l'esplorazione e lo sviluppo di giacimenti di petrolio e gas. Shell attualmente opera in due di questi e sta valutando la fattibilità commerciale della scoperta di olio e gas in queste aree.
Nella primavera del 2019, Shell ha annunciato che i test iniziali sul pozzo di valutazione Shpirag-4 vicino a Berat hanno confermato il potenziale di flusso di una significativa scoperta di petrolio leggero. Shell ha perforato quattro diversi pozzi petroliferi fino ad oggi. In realtà la presenza di strutture geologiche idonee a fungere da roccia serbatoio nel sottosuolo della montagna calcarea Shpirag nel sud dell'Albania è nota da oltre una ventina d’anni. Nel dicembre 2001, il pozzo Shpiragu-1 allora gestito dalla Occidental Petroleum ha portato in superficie olio leggero (37 API) raggiunto ad una profondità totale di 5333 m con una potenziale produzione di circa 340 bbl/d (barili/giorno).
Alcuni anni dopo con la perforazione del pozzo Shpiragu-2, si sono raggiunti i risultati più significativi: nel primo test ha dato 800-1300 barili/giorno (olio leggero con densità 35-37 ° API) e dai 2.300 ai 6.000 m3/h di gas al giorno. Dati confermati da Petromanas, che dichiarava potenziali riserve che andavano da 250 a 300 tonnellate al giorno e 100 mila metri cubi di gas al giorno.
Shell sta proseguendo con le attività di perforazione di Shpirag 5, dopo il successo dell'esplorazione di Shpirag 4, che secondo altre fonti avrebbe evidenziato una produzione totale di molte migliaia di barili al giorno.
Shell ha investito milioni di dollari in Albania finora. Se le prospezioni avranno successo, è naturale che la compagnia produrrà petrolio e gas naturale in collaborazione con il governo albanese e che questo potrebbe essere un fattore di trasformazione economica per il paese con entrate fiscali, posti di lavoro ed investimenti stranieri nell'economia. L’entità della riserva non è ancora stata dichiarata e quindi è prematuro dare valutazioni concrete ma l'impatto che una tale scoperta avrà sul bilancio dello Stato dipenderà dal costo della produzione di petrolio.
L'Albania dall'estrazione del petrolio dello storico giacimento di Patos-Marinze ha ottenuto circa il 15% del valore totale dell'olio estratto. Oggi la capacità di raffinazione dell’Albania è limitata (poco più di 250.000 tonnellate / anno) ed esporta gran parte del suo petrolio greggio e importa la maggior parte del suo combustibile raffinato.
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