Assegnato il Premio Nobel per l'Umanità a Venezia. Per la prima volta al di fuori dell'Armenia
A essere premiata è stata l'attivista e difensore dei diritti umani Julienne Lusenge che da anni lotta per aiutare le donne congolesi vittime di violenze sessuali in tempi di guerra
L'umanità si sta svegliando e chi contribuisce a questo risveglio viene premiato con 1 milione di dollari da spendere per la causa difesa.
È successo a Venezia, in un soleggiato fine settimana autunnale, grazie all'Aurora Prize for Awakening Humanity. L'Aurora Prize, riconosciuto come il Premio Nobel per l'Umanità, viene assegnato ogni anno a partire dal 2015 a chi aiuta e assiste le persone in difficoltà mettendo a repentaglio la propria vita. È stato istituito in memoria dei sopravvissuti del Genocidio Armeno da tre fondatori armeni: l'ingegnere Noubar Afeyan (presidente e co-fondatore della società del vaccino Moderna), l'imprenditore e filantropo Ruben Vardanyan e lo storico Vartan Gregorian. La cerimonia della premiazione, quest'anno intitolata "Reviving Together", ha avuto luogo per la prima volta fuori dall'Armenia, in una Venezia reminiscente delle tracce armene .
L'evento è cominciato presso l'Isola di San Servolo, alla Venice International University, in data 8 Ottobre 2021 con gli "Aurora Dialogues", ovvero delle conversazioni con i candidati all'Aurora Prize 2021. La giornata del 9 Ottobre si è svolta interamente nella magica Isola di San Lazzaro degli Armeni, sede dell'Abbazia Generale della Congregazione Armena Mechitarista dal 1717, anno in cui il fondatore, l'Abate Mechitar, vi si stabilì con la comunità monastica avente come missione la promozione culturale e religiosa del popolo armeno. Nel primo pomeriggio si è svolta una "Preghiera per la Solidarietà" nella suggestiva Chiesa Cattolica Armena. Successivamente è stato consegnato l'Aurora Prize all'attivista congolese Julienne Lusenge, difensore dei diritti umani, che lotta per aiutare le donne congolesi vittime di violenze sessuali in tempi di guerra: una donna instancabile e coraggiosa la cui testimonianza ha fatto commuovere il pubblico attento e compassionevole, un pubblico proveniente da tutto il mondo con in prima fila il Presidente della Repubblica d'Armenia Armen Sarkissian, in visita ufficiale in Italia. Il vincitore viene selezionato da un comitato presieduto dall'armeno Lord Ara Darzi, co-direttore dell'Institute of Global Health Innovation presso l'Imperial College di Londra, e composto da nove membri, tra cui anche Amal Clooney. L'attivista riceverà 1 milione di dollari per la sua causa e in quest'occasione, sensibile agli effetti devastanti della guerra che l'anno scorso ha colpito la popolazione armena dell'Artsakh, Julienne Lusenge darà un prezioso contributo per far fronte alle emergenze umanitarie degli armeni di questa zona, stanziando a questo scopo il 25 % del premio, a cui verranno aggiunti dai co-fondatori altri 250,000 USD. La premiazione è stata accompagnata dalle esibizioni musicali del Maestro Andrea Bocelli, del coro armeno Hover Chamber Choir e dei suonatori di duduk Aram Ipekdjian e Jivan Gasparyan Jr.
Umanità, storia, cultura e gratitudine nella cornice di una ventosa giornata soleggiata in una Venezia che sta rinascendo, la cui essenza sta riecheggiando nei cuori di un'umanità che sta ritrovando in questo speciale contesto un punto d'incontro per tutti i popoli del mondo. A coronare la giornata una cena accompagnata dai discorsi del presidente armeno, dei fondatori Vardanyan e Afeyan e del presidente del premio Lord Ara Darzi.
L'ultimo incontro ha avuto luogo domenica 10 ottobre nello splendido Palazzo Zenobio, un tempo sede del Collegio Armeno Moorat Raphael, considerato un' istituzione superiore allo stesso tempo armena ed europea di altissimo livello: è stata organizzata una tavola rotonda in cui si è parlato di sanità e situazione pandemica globale .
Gli esperti si sono voluti riunire in questa preziosa cornice testimoniando che la missione dell'Abate armeno Mechitar è ancora in atto: armeni e diaspora armena sono allineati per mantenere la cultura e l'umanità al centro, per poter essere illuminati e stare al passo con i tempi. Cultura e umanità rendono possibile il concretizzarsi della gratitudine: il motto di Aurora #GratitudeInAction è stato pensato per comunicare il risveglio dell'essere umano sostenuto da una scala di valori più "umana".
Ruben Vardanyan, co-fondatore e imprenditore filantropo, sottolinea l'importanza della gratitudine, un valore che ha riscontrato tante adesioni al progetto. Infatti dal 2015 l'Aurora Prize, grazie ai suoi sostenitori, ha cambiato la vita a più di 1 milione di persone colpite da guerre, persecuzioni e crimini umanitari.
* Gayané Khodaveerdi è presidente di AGBU Milan, Armenian General Benevolent Union, la più grande organizzazione no-profit del mondo che si dedica alla difesa del patrimonio armeno attraverso programmi educativi, culturali, socio-economici e umanitari.