
Un cartello avvisa della chiusura della ferrata alla cima del monte Uluru. I venti sferzanti e le alte temperature spesso rendono estremamente pericolosa la scalata

La via ferrata alla cima: Il tasso di incidenti agli escursionisti al monte Uluru è stato altissimo: oltre 70 gli interventi dei soccorritori negli ultimi 10 anni.

Il monte Uluru nel 1935, all’inizio delle attività turistiche iniziate in quel decennio.

Foto aerea del monte Uluru scattata nel 1974

Turisti in visita nel 2013. Ogni anno l’affluenza al monolite più famoso al mondo raggiunge la quota di 250.000 visitatori

I dipinti rupestri sulle pareti dell’Uluru, simbolo delle leggende ancestrali del popolo nativo.

Il sentiero attorno al monte Uluru alle prime luci dell’alba

Una riserva naturale d’acqua tra le pareti del monte Uluru.

Turisti lungo il percorso perimetrale del monte, lungo circa 10 km.

Giugno 2000: la torcia olimpica davanti al monte Uluru prima dell’avvio dei giochi di Sydney.

La coppia reale William e Kate in visita alla montagna sacra agli aborigeni Anangu nell’aprile 2014

La regina Silvia di Svezia parla con l’aborigeno Anangu Reggie Uluru, tra i responsabili della gestione del sito, tornato di proprietà aborigena nel 1985.
L’ascesa è pericolosa, la montagna è sacra.
Questi sono i due principali motivi che hanno portato alla chiusura all’arrampicata del Monte Uluru (già Ayers Rock), uno dei siti turistici più famosi al mondo, nel cuore dell’Australia.
Il monolite rosso è stato oggetto di un voto da parte della direzione del Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta svoltasi mercoledì 31 ottobre 2017. L’esito della decisione ha dato effetto alle richieste dei proprietari del sito, gli aborigeni Anangu, che da più di vent’anni chiedevano il divieto delle scalate turistiche. Per due principali motivi: la sacralità del luogo, ritenuto un segno perenne della mitologia ancestrale tipica delle popolazioni dell’Australia centrale, e per il senso di colpa condivisa dagli stessi aborigeni per i numerosi incidenti mortali occorsi agli scalatori. Le morti dovute a cadute accidentali dalle pareti lisce e senza appigli del monte sono state ben 36.
Alto 348 metri sulla superficie terrestre e ribattezzato dai coloni britannici Ayers Rock, il monte Uluru è stato riconsegnato dal governo australiano agli aborigeni nel 1985.
Le attività di scalata erano iniziate negli anni ’30, mentre la prima via ferrata fu fissata alla metà degli anni ’60. Nonostante l’attrezzatura, installata senza consultare i nativi, solo negli ultimi anni si sono verificati più di 70 incidenti che hanno richiesto l’intervento delle squadre di soccorso.
Rimarrà aperto al pubblico il sentiero lungo la circonferenza del massiccio, lungo circa 10 km. Ogni anno i visitatori della montagna sacra sono più di 250.000.