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(Ansa)
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«Autostrade d'Italia al collasso. Unica soluzione? Ridurre gli accessi»

Al nord oramai le grandi arterie sono oltre la capienza massima che provoca code e disagi di ogni tipo. L'opinione del Prof. Coppola, del Politecnico di Milano sulle possibile (e forse unica) soluzione

Le autostrade italiane che portano al nord sono al collasso. Code e rallentamenti, sono all’ordine del giorno sulle strade più trafficate d’Italia soprattutto nelle ore di punta. Un problema che nel periodo estivo non fa che accentuarsi. Ma la paralisi del traffico forse potrebbe essere mitigata adottando strumenti e comportamenti adeguati che gli utenti della strada sono poco propensi ad adottare.

«Per mitigare il congestionamento della rete si può intervenire agendo sul comportamento di guida dei viaggiatori» commenta il Prof. Pierluigi Coppola, docente di Pianificazione dei trasporti al Politecnico di Milano

Quali sono le azioni che possono essere di aiuto?

«È necessario fare in modo che le partenze vengano scaglionate nel corso della giornata e va adeguata la velocità perché in alcuni tratti permette di aumentare la prestazione della rete evitando immissioni dove si rischia la paralisi. Un modo di limitare gli accessi delle automobili per non aggravare la situazione del traffico si chiama “Ramp metering” accesso controllato, che regola il flusso del traffico in ingresso alle autostrade in base alle condizioni del traffico correnti. I misuratori di rampa vengono utilizzati sulle rampe delle autostrade per gestire la velocità delle automobili che entrano in autostrada. I sistemi di misurazione della rampa si sono dimostrati efficaci nel ridurre la congestione del traffico e nel migliorare la sicurezza del conducente».

Ci sono degli studi per il decongestionamento delle reti autostradali?

«Tempo fa con dei colleghi abbiamo fatto una sperimentazione sull’autostrada A3 tra Napoli e Salerno nel sud Italia, con un modello di previsioni che verifica le prestazioni in tempo reale allo scopo di applicare strategie ai fenomeni di congestione locale del traffico. Nel modello veniva riportato il flusso del traffico di rete e gli approcci utilizzati per la stima dello stato del traffico, la previsione dello stato del traffico e l'allarme incidente. I risultati ottenuti sono stati abbastanza soddisfacenti e promettenti per ulteriori future implementazioni dello strumento».

Quali sono oggi gli strumenti a disposizione degli utenti?

«Gli indicatori di traffico in tempo reale che le persone sono poco propense ad usare ci sono già ma questi siti si potrebbero dotare anche di indicatori che mostrano come andrà ad evolvere il traffico (come quelli usati nelle previsioni meteo)dando così la possibilità all'utente di prendere una decisione che porti ad evitare di restare intrappolati nel traffico ed il gestore ad intervenire. Anche perché le reti autostradali italiane sono molto articolate ed offrono per fortuna dei percorsi di viaggio alternativi. In pratica gli strumenti di supporto alle decisioni possono aiutare ad evitare la paralisi della viabilità, insieme ad una campagna di sensibilizzazione che resa più fruibile ed accattivante rispetto alle solite, potrebbe essere certamente di aiuto».

Che ne pensa dei lavori di Aspi?

«Le soluzioni non si improvvisano perché parliamo di nodi autostradali a forte intensità. Solo la realizzazione della Gronda di Genova sono 70 chilometri. Sicuramente sono interventi necessari che richiedono anni ma allo stesso tempo un’ottimizzazione dello schema cantieri che permetta una circolazione in sicurezza. Perché questo avvenga ci sono delle tecniche con le quali si può pianificare con opportune verifiche l’impatto sulla viabilità. Sicuramente la dove è possibile si deve intervenire con dei cantieri mobili, ma ripeto sono lavori necessari perché è una rete autostradale che ha più di 50 anni».

Ci sono soluzioni per diminuire il numero dei Tir che viaggiano in autostrada?

«Per quanto riguarda i Tir che trasportano merci non c’è modo di evitarli. Si parla da tempo di una strategia per trasportare sia sulla rete ferroviaria sia su quella marittima le merci ma è evidente che la maggior parte dei prodotti continuerà a transitare per le reti autostradali. Un fatto che porterà ancora ad un impatto molto gravoso sulla circolazione, perché i Tir sono mezzi molto ingombranti e che viaggiano a bassa velocità soprattutto nelle zone alpine dove il transito di questi mezzi è molto rilevante. Su questo non c’è soluzione».

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Linda Di Benedetto