In Basilicata è stato un Natale con l'acqua razionata
Ben 29 comuni lucani sono ormai da mesi con l'acqua razionata. La Regione, ricca dal punto di vista idrografico, paga sistemi di distribuzione dell'acqua vecchi e con numerosissime perdite, tanto che l'Istat ne ha certificato il più alto tasso di "dispersione idrica". Come in Sicilia, il problema è umano e non climatico.
Per 140mila lucani è stato un Natale all’insegna delle sospensioni di erogazione dell’acqua. Non è una novità, la tragica situazione coinvolge 29 Comuni del bacino del Camastra (in provincia di Potenza), costretti ormai da mesi a ricevere a singhiozzo un bene primario fondamentale come l’acqua.
Lo scorso 21 ottobre il Governo aveva proclamato lo “stato di emergenza”, i disservizi alla rete idrica avevano infatti già iniziato a farsi sentire a partire dal mese di settembre, con continui razionamenti dell’erogazione non poi così dissimili da quelli che continuano a colpire i cittadini delle provincie di Enna e Caltanissetta in Sicilia.
Anche in Basilicata l’invaso del Camastra, preposto all’erogazione di acqua potabile di 29 comuni della provincia di Potenza, presenta livelli talmente bassi da imporre razionamenti al fine di evitare il totale prosciugamento della fonte. Il non detto è che la maggior parte dell’acqua prelevata dall’invaso non arriva nemmeno nelle case dei cittadini, perché va dispersa nel tragitto dalla fonte alle abitazioni a causa di tubazioni vetuste e mal conservate, che causano un altissimo livello di dispersione dell’acqua.
Secondo un rapporto Istat sulla gestione dell’acqua nel nostro Paese e facente riferimento agli anni 2020-2023, la Basilicata è la peggior regione in termini di perdite idriche nella rete di distribuzione. Il 65,5% dell’acqua erogata semplicemente va persa. Di fronte a un dato del genere parlare di cambiamento climatico e assenza di piogge appare più un esercizio retorico che un metodo serio di risoluzione del problema.
Il 30 ottobre Vito Bardi è stato nominato dal governo come commissario all’Emergenza. Per alleviare la crisi è stato deciso di prelevare acqua dal fiume Basento, uno dei principali corsi fluviali lucani. Questa decisione ha però scatenato non poche polemiche, dato che il fiume è noto per il suo alto livello d’inquinamento, con il ministero dell’Ambiente che ha inserito il fiume e l’area limitrofa fra i siti d’interesse nazionale. Vista la sinistra fama delle acque fluviali i dubbi dei cittadini paiono più che legittimi, anche se l’area attenzionata dal Ministero parte dal comune di Grottole, più a valle rispetto ai comuni senz’acqua dell’invaso Camastra.
Basento o meno, l’erogazione continua ad essere razionata, da fine settembre a oggi. Nei giorni di Natale e Santo Stefano per i 29 Comuni del bacino del Camastra l’acqua è stata erogata dalle 7 di mattina fino alle 19:30, salvo imprevisti e guasti che hanno ulteriormente inficiato all'accesso all'acqua corrente. Nella mattinata di Natale e la sera della vigilia si sono comunque segnalati disagi, ad esempio nel comune di Pignola, dove a sorpresa i rubinetti erano rimasti a secco in orario di erogazione.
Proseguono anche i controlli sulla qualità dell'acqua del fiume Basento, con verifiche sulla potabilità sia prima che dopo il passaggio nel depuratore di Masseria Romaniello. Le analisi più recenti, effettuate il 22 dicembre dal laboratorio interno di Acquedotto e da un centro esterno, hanno confermato che i parametri sono conformi alla normativa vigente.
L’assurda e tragica situazione in cui versano 140mila lucani è testimoniata dal sito web di Acquedotto Lucano, dove vengono segnalate le numerose interruzioni di erogazione dovute ai guasti e al “ripristino del livello dei serbatoi”. Si può ad esempio constatare, fra le altre, che il giorno di Natale a Pignola l’erogazione dell’acqua è stata sospesa dalle 9:29 alle 13 per “ripristinare il livello dei serbatoi”, senza dimenticare la "abituale” sospensione dalle 19:30 alle 7 del giorno successivo.
Tutto questo ci racconta il paradosso di una regione ricca d’acqua e alle prese con deficienze idriche, paradosso che può essere spiegato solamente con la malagestione umana, almeno per una volta lasciamo stare il cambiamento climatico e assumiamoci le nostre colpe.