Biotestamento, eutanasia, suicidio assistito: le differenze
Il testamento biologico non ha niente a che fare con altre pratiche, che restano illegali in Italia
Il biotestamento è finalmente legge. Approvata al Senato con con 180 sì, 71 no e 6 astenuti grazie ai voti di Pd. M5s, Ala, Mdp e Sinistra Italiana. Respinti tutti gli emendamenti tra cui quello, firmato tra gli altri da Gaetano Quagliariello di Idea, di mantenere comunque sempre i trattamenti di sostegno vitale, cioè idratazione e nutrizione. Vediamo in che consiste la via italiana al biotestamento prima di occuparci di cosa non è, cioè di eutanasia e suicidio assistito.
Biotestamento cosa prevede
Il fulcro della nuova legge sta tutto negli articoli 1 e 4. Il primo è quello che riguarda il consenso informato. In pratica a nessun paziente può essere imposto in trattamento sanitario senza il suo consenso libero e informato. E se il malato non fosse in grado di esprimere questo consenso?
L'articolo 4 si occupa delle Dat, le disposizioni anticipate di trattamento e dice che "ogni persona maggiorenne capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso Disposizioni anticipate di trattamento, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali".
L'articolo 2 che si occupa di terapia del dolore, prevede che questa debba essere sempre garantita anche in presenza di un rifiuto dei trattamenti sanitari da parte del paziente. Si dice inoltre che il medico deve evitare l'accanimento terapeutico quando si trova davanti a una prognosi infausta a breve termine o in imminenza di morte. Il medico deve rispettare la volontà espressa dal paziente, in forma scritta, o anche tramite un video, se le sue condizioni non gli consentissero di scrivere. Il paziente però non può chiedere al medico trattamenti contrari alla legge, alla deontologia e alle buone pratiche. Per quel che riguarda i minori o le persone incapaci la decisione spetta ai genitori o al tutore legale, tenuto conto delle loro volontà.
Eutanasia che cos'è e dove è legale
La norma appena approvata non ha quindi niente a che fare con la "buona morte", cioè l'eutanasia. Questa pratica, che continua a essere un reato nel nostro paese, prevede che il paziente, di fronte all'impossibilità di guarire e di condurre una vita dignitosa, possa richiedere e ottenere aiuto per morire. L'eutanasia attiva è quindi la pratica con la quale un medico procura la morte di un paziente che non può più guarire e al quale la malattia procura gravi sofferenze. È consentita nei paesi del Benelux (Belgio, Olanda, Lussemburgo) in Oregon negli Usa e in Cina sui malati terminali.
L'eutanasia passiva prevede invece l'interruzione delle cure che non possono più essere di alcun giovamento al paziente e la sua sedazione profonda che ne accelera la morte.
Suicidio assistito, non solo in Svizzera
Rappresenta per certi versi una via di mezzo il suicidio assistito, quello che si pratica in Svizzera ma non solo, e per il quale è attualmente sotto processo Marco Cappato, dell'Associazione Luca Coscioni, che qualche mese fa ha accompagnato a morire Dj Fabo. In questo caso, appurata la natura irreversibile della malattia che colpisce il paziente, senza nessuna possibilità di guarigione, un'equipe medica fornisce gli strumenti necessari alla morte.
Si chiama suicidio assistito perché il personale medico non provoca direttamente la morte: aiuta solo il paziente, mettendolo in condizione di compiere l'atto finale che porrà fine alla sua vita. Al malato viene fornito un farmaco in una dose molto maggiore di quella letale il cui rilascio deve essere operato dal paziente, per esempio premendo un pulsante, anche con la bocca se non può fare diversamente. L'effetto quasi immediato è quello di sedazione e dopo pochi minuti sopraggiunge la morte per arresto cardiaco in stato di totale incoscienza e senza dolore.
In Europa il suicidio assistito è legale anche in Germania, Spagna, Olanda, Belgio, ma solo la Svizzera consente di offrire questa possibilità anche ai cittadini stranieri. Sono parecchi gli italiani che in un anno si recano in Svizzera per porre volontariamente fine alle proprie sofferenze. Ad autarli nelle pratiche ci sono varie associazioni tra le quali Exit Italia che si batte per il "diritto a una morte dignitosa".
Per saperne di più
- Come si fa il testamento biologico
- Sedazione palliativa o eutanasia: le differenze