Bonus Facciate 2020: quando e come ottenerlo
Si tratta della detrazione fiscale del 90% sui lavori di ristrutturazione esterna degli immobili urbani, ma i punti da chiarire sono ancora molti in una norma già in vigore, ma non ancora in essere
Dovrebbe arrivare in settimana la circolare che rende operativo il cosiddetto "bonus facciate 2020" ovvero l'innalzamento al 90% (fino allo scorso anno il tetto era al 50%) della detrazione Irpef sui lavori di ristrutturazione delle facciate esterne di case, condomini, palazzi o ville all'interno dei centri urbani.
Il bonus facciate inserito all'interno della Legge di Bilancio 2020 è stato fortemente voluto dal ministero dei beni culturali, ma ha anche una grande importanza da un punto di vista economico.
Se è vero infatti che 88 edifici su 100 in Italia hanno più di 30 anni e molti di essi necessitano urgentemente il rifacimento di intonaco e pittura è anche vero che, in questo momento, per le imprese edili un'iniezione di liquidità permetterebbe al mercato di tornare a muoversi.
Solo il 30% del fattura delle ditte edili è infatti generato dalle nuove costruzioni, il resto deriva da opere di restauro o di rimessa a nuovo di vecchi immobili. Il provvedimento, quindi, dovrebbe agevolare il decoro pubblico e riqualificare il patrimonio residenziale italiano.
Il problema è che, sebbene la legge sia in vigore dal primo gennaio dalle Entrate non è ancora stata emessa la circolare attuativa e questo perché pare che il provvedimento abbia alcune lacune e zone buie.
Ecco che cosa si sa fino a ora e quali sono i punti che Fisco e Governo dovranno chiarire.
Di certo al momento si sa che per tutto il 2020 chi voglia fare una semplice tinteggiatura al proprio stabile non avrà particolari problemi a ottenere la detrazione al 90% delle spese sostenute. L'amministratore pagherà con bonifico l'impresa prescelta e ripartirà le spese pro quota e non esiste neppure il limite dei 96.000 euro come nel caso del bonus ristrutturazione. Sono premiati i lavori, recita il testo, "solo su strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi".
Restano solo dubbi sui eventuali cortili interni (vengono considerati facciate esterne?) o cavedi. Vengono escluse, invece, le grondaie o il rifacimento di terrazze di copertura di edifici. Il concetto di "superficie opaca" esclude quindi le vetrate, mentre non è chiaro cosa accada per gli edifici dove ci sono anche negozi visto che la detrazione riguarda l'Irpef e non l'Ires.
La norma diventa ancora più complessa e farraginosa quando il rifacimento esterno comporta l'alterazione della dispersione termica dell'edificio stesso.
Se, infatti, l'intonacatura viene rifatta per oltre il 10% o se comunque si influenza il comportamento termico dell'edificio il bonus del 90% è subordinato al raggiungimento dei requisiti previsti dal Decreto Mise 26 giugno 2015 sulle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici, e dalla tabella 2 Decreto Mise 26 gennaio 2010, sulla dispersione termica. A questo punto sarà necessario convocare tecnici in grado di fare una relazione appropriata da trasmettere all'Enea e questo comporta costi e oneri maggiori per gli stabili che potrebbero preferire servirsi dell'ecobonus sulla riqualificazione ambientale piuttosto che del bonus facciata.
Altro punto da chiarire per valutare se il bonus facciate è davvero conveniente è quello relativo alla cessione del credito che, se possibile per l'ecobonus, non dovrebbe essere ammesso nel caso del bonus facciate.
Con la cessione del credito, infatti, l'agevolazione fiscale si cede all'impresa che ne storna la corrispondente quota parte ai committenti che così pagheranno di meno il lavoro finale; il bonus facciate questo non lo permette e bisognerà calcolare bene gli eventuali rischi della mancata cessione.
I dubbi da chiarire sono ancora molti e da settimane imprese e amministratori aspettano vengano chiarite le cose per evitare di affrontare spese o opere che si credevano soggette a detrazione e invece, all'ultimo minuto, si scopre che ne sono escluse.