Brexit: il piano in 5 punti per i cittadini europei
Il premier Theresa May scopre le carte: residenza permanente a chi già c'è e a chi arriverà entro il 2019 e garanzie sui diritti. Ma chiede reciprocità
Il premier britannico, Theresa May, ha presentato ai capi di Stato e di governo dell'Ue la sua proposta sullo status e i diritti di cui beneficeranno i cittadini europei dopo la Brexit, assicurando che saranno una priorità nei negoziati.
May ha detto ai leader Ue di voler fornire il massimo di certezza possibile ai 3 milioni di cittadini europei che attualmente vivono nel Regno Unito e che la reciprocità per i cittadini britannici che vivono nell'Ue è vitale. Detto in altro modo: la sua proposta sarà valida solo se gli stessi diritti saranno riconosciuti agli inglesi residenti nell'Ue. Ecco in cosa consiste l'offerta.
- A nessun cittadino Ue che attualmente vive nel Regno Unito in modo legale verrà chiesto di lasciare il paese al momento della Brexit e le famiglie non saranno separate.
- A qualsiasi cittadino europeo con 5 anni di permanenza, prima della data di uscita verrà concessa la residenza permanente e potrà beneficiare degli stessi diritti dei britannici per sanità, scuola, benefici sociali e pensioni.
- Ai cittadini europei che arriveranno nel Regno Unito prima della Brexit sarà data l'opportunità di restare per cinque anni per ottenere la residenza permanente.
- A tutti i cittadini europei saranno garantiti i diritti previsti dalla legislazione Ue fino alla data di uscita della Brexit.
- Ci sarà un periodo di grazia di due anni, durante il quale chi arriva sul territorio britannico prima dell'uscita avrà l'opportunità di regolarizzare il suo status sulla base delle nuove regole.
- Le procedure amministrative saranno il più semplici possibile, in particolare attraverso l'uso di strumenti digitali per le registrazioni.
Il documento, come annunciato dal negoziatore britannico David Davis, sarà pubblicato nel dettaglio il 26 giugno, e costituirà la base di discussione per lanciare nel vivo la trattativa al prossimo round del 17 luglio, sempre che il premier britannico riesca a concludere un accordo con gli unionisti nordirlandesi del Dup, per garantirsi una maggioranza in parlamento.
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